Pubblicato su politicadomani Num 61/62 - Set/Ott 2006

La figura dell'educatore in Colombia è necessaria. La massiccia emigrazione verso le città - per sfuggire al narcotraffico, alla violenza della guerriglia dei gruppi paramilitari e agli squadroni della morte - ha contribuito al grave degrado sociale
Educatore di strada a Bogotà
Dopo circa dieci anni di lavoro gran parte degli educatori della strada sono proprio gli ex bambini e ragazzi di strada recuperati dai "vecchi educatori"

di Francisco Calderon

L'educatore di strada è un animatore socio-culturale, profondamente convinto della sua scelta, che affianca e sostiene un processo di costruzione collettiva, che si svolge in collaborazione con i destinatari del processo stesso, per il reinserimento sociale non solo dei bambini e dei ragazzi di strada ma anche di adulti e di anziani che vivono normalmente nelle strade. La sua profonda convinzione deriva dalla necessità di adattare la propria personalità e il proprio modo di pensare a quello tipico di chi nella strada vive, al di fuori, quindi, di ogni regola e di ogni formalismo di tipo istituzionale.
Una scelta così radicale e difficile è spesso la conseguenza di esperienze vissute sulla propria pelle, quali, per esempio, il vivere in quartieri difficili di una grande metropoli come Bogotà che conta ben 15 milioni di abitanti. Questa emigrazione verso la città è il risultato della necessità di sfuggire al narcotraffico, alla violenza della guerriglia dei gruppi paramilitari e agli squadroni della morte e di trovare nei grandi numeri della città un modo per nascondersi e proteggersi, ritenendo che essa offra maggiori possibilità di sopravvivenza. La realtà della città è però altrettanto dura: ci sono a Bogotà quartieri ad alto rischio, dove la criminalità organizzata la fa da padrona, mancano i servizi, anche quelli più elementari - come, per esempio, acqua, elettricità e fogne -, perfino la polizia ha paura ad entrare. Si tratta di quartieri che contano fino a due milioni di persone come il quartiere "Cità Bolivar".
Esistono tuttavia due tipi di figure di educatori di strada in Colombia: quelli che lavorano con le istituzioni e quelli che lavorano al di fuori delle istituzioni. Compito dei primi è di togliere i bambini e i ragazzi dalla strada per inserirli in strutture protette dove essi possono rimanere fino alla maggiore età. Una volta raggiunti i 18 anni i giovani debbono lasciare l'istituto che li aveva accolti e ritornare nella strada, spesso senza alcuna adeguata preparazione, in balia di se stessi e della violenza che inevitabilmente li circonda. Per questa ragione sono nati gruppi organizzati di educatori di strada autonomi che fanno un lavoro diverso: essi scendono nelle strade e cercano di fare un lavoro di rieducazione e formazione umana e professionale in mezzo alla gente, affrontando situazioni specifiche e particolari. C'è pertanto la necessità di adattare il proprio pensare a quello delle persone con cui lavorano. Questo approccio si è rivelato una strategia vincente: infatti ora, dopo circa dieci anni, gran parte di questi educatori sono ex bambini e ragazzi di strada recuperati in questo modo.

 

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