Pubblicato su politicadomani Num 61/62 - Set/Ott 2006

Editoriale
Il filo che lega l’Europa al Medioriente

di Maria Mezzina

Esiste un filo sottile che unisce la recente guerra nel Libano all'Europa. Per capire però fino in fondo come questa guerra possa favorire la crescita politica dell'Europa è necessario rileggere un libro uscito qualche anno fa, "Europa, forza gentile", di Tommaso Padoa Schioppa (ed. Il Molino, 2001), scritto lontano dal clamore degli ultimi eventi. Clamore sopito perché distante ormai dai circuiti televisivi e da quelli informativi di una stampa "mordi e fuggi". La figura femminile di copertina - Europa che lotta con il Toro e vince la rozzezza di questo con la forza della sua gentilezza - è emblematica di una svolta epocale di cui pochi ancora hanno percezione.
La disponibilità italiana a intervenire in Libano con una consistente forza di interposizione di pace; il credito che Prodi ha saputo conquistare per sé e per l'Italia da parte dei due contendenti (Israele e Governo libanese, Hezbollah inclusi); il favore con cui l'iniziativa italiana è stata accolta, non solo in ambito europeo; tutto ciò è sintomatico di un mutamento radicale nella politica della relazioni internazionali. Un mutamento profondo che ha come protagonisti l'ONU, l'Europa e la pace. Il dispiegamento delle forze di interposizione di pace in Libano sotto l'egida dell'ONU rappresenta una decisa virata in direzione della rivalutazione dell'ONU e, soprattutto, sta a significare una netta assunzione di responsabilità dell'Europa con la conseguente messa in disparte - con la dovuta grazia, naturalmente - degli Stati Uniti.
Con l'Italia che, con la sua vocazione alla pace si fa promotrice di questo processo, inizia per l'Europa un nuovo corso che ha come ultimo traguardo la sua unità politica. Dopo l'unità monetaria ed economica, l'Europa dovrà dimostrare a se stessa di essere matura per l'unità politica. Questa passa attraverso l'armonizzazione delle leggi che la governano ed ha come prima tappa l'unità europea in termini di politica internazionale (più facile da raggiungere dell'unità in politica interna).
Le forze messe a disposizione dell'ONU dai paesi europei in Libano, sotto la spinta iniziale dell'Italia - alle quali si stanno aggiungendo forze di altri paesi extraeuropei come la Cina, l'Indonesia e forse anche il Giappone - sono il primo decisivo passo verso la costituzione di una "forza gentile": un esercito di professionisti votati alla pace, capaci di dialogare, pronti ad aiutare, secondo la più grande tradizione culturale europea.
Il successo di questa missione è cruciale per il futuro dell'Europa e il futuro dell'Europa è cruciale per la pace in medioriente e, probabilmente, per il destino della pace nel mondo. Questa missione può aprire le porte all'unità politica dell'Europa. E un'Europa unita, "forte e gentile" può essere la premessa per una pace duratura.
Il percorso è tutto in salita e molti gradini bisognerà ancora salire, gradini diroccati, sconnessi, ma in cima c'è la promessa del cielo.

 

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