Pubblicato su Politica Domani Num 6 - Giugno 2001
L'OPINIONE
di Stefano Zamagni
Multinazionali, società civile
e democrazia
Nel caso Pretoria, pretendendo di
vendere ai paesi poveri i farmaci anti-AIDS allo stesso prezzo dei paesi
ricchi, le multinazionali farmaceutiche hanno dimenticato una regola
economica fondamentale: che sui mercati monopolistici occorre applicare
una discriminante dei prezzi, vendere cioè a prezzi diversi su
mercati diversi.
Come evitare una seconda Pretoria? Affidare interamente allo Stato la
cura della salute dei cittadini sarebbe sbagliato: nella ex unione Sovietica,
dove questo è avvenuto, la vita media dei cittadini due anni
prima della dissoluzione dell'URSS era diminuita di due anni. Affidare
ai privati la produzione e distribuzione dei farmaci, avendo il privato
come fine il profitto, si arriverebbe a una nuova Pretoria.
Zamagni propone una terza via: affidare alle imprese non-profit la ricerca
sui farmaci, la vendita e la politica dei prezzi. Perché questo
sia possibile sono fondamentali due presupposti: una organizzazione
efficace e forte della società civile e una politica delle ONG
e delle imprese non-profit volta a soddisfare i bisogni della domanda
proponendosi esse stesse come soggetti attivi di ricerca e di produzione
di beni essenziali quali, appunto, i farmaci anti-HIV. Si tratterebbe
di una rivoluzione che vedrebbe la società civile, organizzata
in imprese sociali non-profit, non più sentinella e coscienza
critica dello Stato, ma soggetto capace di entrare nei mercati e generare
benessere sociale. In questo modo le imprese sociali non-profit, oltre
alla capacità di incidere sull'opinione pubblica e sui processi
decisionali (ampiamente dimostrata), sarebbero inserite nei processi
di organizzazione e di sviluppo della società e sarebbero così
anche democraticamente legittimate.
Spetta ai governi ufficiali, quelli per intendersi del prossimo G8 di
Genova, cogliere l'occasione per la promozione di una politica a favore
delle imprese sociali. Sempre che la volontà dei governi sia
per la scelta del benessere per tutti e della democrazia.
[fonte: Vita n° 18, 5 maggio 2001]