Pubblicato su Politica Domani Num 6 - Giugno 2001

L'intervista
di Simona Ottaviani

Risponde il Sindaco dott. Bruno Cesaroni
(Versione Integrale)

 

1) Quella per la politica è una passione recente o qualcosa che ha coltivato fin da giovane?


Per gli altri è stata una sorpresa perché è esplosa inaspettatamente, personalmente l'avevo dentro al cervello da quando facevo le scuole medie però era un sogno e basta. Durante l'arco della vita ho cercato di fare quello che potevo fare senza essere coinvolto nella politica attraverso il volontariato: ho fatto mostre di pittura (ad esempio nel'80 qui al comune una mostra itinerante sulle opere dell'antifascismo del pittore Remo Brindisi anticipando di cinque anni il Presidente Pertini). La politica nel senso puro della parola significa servizio, dedizione, dare agli altri, alla comunità per cui uno può svolgere una missione simile a quella dell'amministratore, del politico anche stando fuori, ai margini della politica. In 30 anni ho organizzato per la cultura spettacoli concerti, ho partecipato all'azienda autonoma soggiorno e turismo come consigliere creando insieme ad altri la festa delle camelie, la festa del carciofo alla matticella per rilanciare la città di Velletri, il turismo, i prodotti tipici di Velletri. Nella sanità ho fatto convegni quando è nata la riforma sanitaria nel 79 dove si diceva che alla base della riforma c'era la prevenzione. Credo che il dovere di ognuno di noi (adulto, padre di famiglia) che agisce come volontario o come amministratore ha un obiettivo che è lo stesso: migliorare la qualità della vita a tutti e di indicare la strada giusta. Io non potendolo fare politicamente l' ho fatto attraverso il volontariato. Tra l'altro sono orgoglioso di dire che la cooperativa sociale alfa che aiuta i disabili a reinserirsi nel mondo del lavoro è stata creata insieme ad altri anche da me. Quindi uno può fare quello che fanno i politici e gli amministratori anche se non gli è permesso da chi comanda: tutto questo entusiasmo, tutta questa passione - raccogliendo nella mia professione di farmacista le istanze, le esigenze dei miei clienti mi hanno motivato nel momento in cui ho preso questa decisione di farlo in forma ufficiale, di candidarmi. Logicamente c'era dentro di me un germe, non è che uno si alza la mattina e dice "Domani faccio il Sindaco". Posso dire che l' ho fatto da una parte e non dall'altra, logicamente ognuno di noi cresce in un ambiente e viene anche condizionato da quest'ambiente, poi da adulto può riflettere se è giusto o sbagliato. Uno può nascere di destra o di sinistra condizionato dalla famiglia, dagli amici, dalla scuola, da eventi. Però poi io identifico l'uomo politico al di là dell'appartenenza: ci sono persone per bene e non dall'una e dall'altra parte e in una democrazia c'è bisogno che ci siano dall'una e dall'altra parte per cui a volte addirittura è più facile dialogare con una persona per bene che sta all'opposizione che con un malfattore che sta dentro casa. Quello che dovrebbe essere la missione di un uomo che vuole fare politica non per semplice ambizione, per protagonismo o per arricchirsi perché oggi purtroppo vediamo persone che fanno politica o per ambizione personale o per interessi personali, per sistemarsi. Io sono un uomo fortunato che ha un'attività, che ha una famiglia che gli permette di essere disinteressato e di fare la politica per la città, per i miei figli, per un domani migliore quindi queste sono le cose che diciamo tutti (non c'è uno che dice il contrario) però poi i fatti devono dimostrarlo. Io spero che nei miei 4 anni abbia dimostrato qualcosa: lo dimostra il fatto che dopo 22 mesi dalla mia prima elezione sono stato mandato a casa da 5 consiglieri del mio partito e che sono stato ricandidato, ho rivinto prendendo 2.000 voti in più, voti che mi sono stati dati dalla sinistra dove hanno votato a Sindaco Cesaroni e a consigliere un Diessino o uno di Rifondazione Comunista: quindi significa che c'era un voto sulla persona e non tanto sull'appartenenza politica e la mia più grande soddisfazione è che una volta rieletto per lo meno il 70% dei consiglieri comunali che avevo avuto in consiglio sia di maggioranza sia di minoranza non sono stai rieletti. Quindi vuol dire che la gente è stanca di farsi governare da opportunisti della politica che hanno provato a puntare su una persona perché non sapevano se io riuscivo a fare o non fare quello che promettevo però evidentemente stanchi hanno provato. Non era merito mio, era demerito di quelli che hanno governato prima. Alla mia elezione non avevo precedenti, perché dovevano fare Sindaco me? C'è da pensare che più che merito mio è stato demerito degli altri che hanno governato per 50 anni, hanno lascito la città elle condizioni in cui ce l'abbiamo e devo dire che dopo quattro anni abbiamo realizzato un diario della mia amministrazione proprio per dire alla gente che non vendiamo fumo ma abbiamo messo in un libro tutte le realizzazioni che abbiamo fatto: le opere più importanti che a Velletri aspettavano da 20-30 anni tipo il depuratore generale (abbiamo fogne a cielo aperto, da tre anni abbiamo preso con coraggio una decisione: abbiamo fatto espropri, abbiamo creato un depuratore di 20 miliardi pagato solo con i soldi vostri, dei cittadini; non siamo più però una città del terzo mondo. Oggi abbiamo un depuratore che a giugno inaugureremo e risolverà in gran parte i problemi dell'igiene e della sanità: non ci sono più fogne a cielo aperto e ce ne saranno sempre di meno perché tutto sarà convogliato presso il depuratore. C'erano le estumulazioni del cimitero: abbiamo fatto una gara dove il privato che ha vinto investe 13 miliardi e mezzo e rivende i loculi del cimitero e una volta che è rientrato della spesa se ne va e lascia la gestione al Comune; per cui abbiamo risparmiato l'anticipo di 13 miliardi e mezzo per fare altre opere. Abbiamo restaurato il palazzo dei conservatori e sono sette miliardi e mezzo di lavoro; abbiamo portato una piccolo università, abbiamo portato la camera di commercio, abbiamo aperto il centro diurno per disabili (prima andavano a Lanuvio), abbiamo dato al centro anziani Bernabei a piazza Cairoli al ristorante Mastrostefano una sede dignitosa mentre prima erano in un garage a Via Lanuvia, abbiamo fatto concorsi interni per dare la giusta gratificazione al personale che da 20 anni lavorava con il livello che era entrata e nessuno gli aveva fatto dei concorsi interni perché espletavano mansioni superiori con loro rischio con lo stipendio vecchio con cui erano entrati. Abbiamo cercato di fare quello che erano le esigenze della gente. Siamo stati il primo comune del Lazio ad assumere definitivamente i lavoratori socialmente utili e attualmente i comuni che sono vicini a noi ancora non lo hanno fatto. Forse abbiamo altri difetti gli altri faranno cose migliori in un altro campo però abbiamo rivolto uno sguardo al campo del lavoro che gli altri non hanno rivolto. Abbiamo riaperto la biblioteca in Piazza Cairoli perché dobbiamo restaurare il palazzo e mi dice mia figlia che è pieno di studenti mattina e sera e quindi è una necessità che aveva la città e che fortunatamente vede i suoi frutti con la presenza dei giovani, abbiamo finalmente fatto partire quel progetto di completamento dell'area 167, sotto il tribunale, dove ci andrà un cinema multisala e così i ragazzi non andranno più fuori speriamo, ci andrà una farmacia, l'ufficio postale, ci andrà un centro diurno per disabili, le scuole, l'asilo nido, ci andrà l'università perché porteremo altri corsi, ci sarà un ettaro di terreni intorno di verde, di giardino attrezzato. Stiamo recuperando la fonte di Santa Maria dell'Orto con i giardini, stiamo recuperando la Villa Ginnetti, stiamo rifacendo le strade, tutta l'illuminazione di Velletri che ha vinto l'appalto l'Acea adesso la rifarà tutta con i lampioni monumentali che abbiamo messo sperimentalmente in Piazza Cairoli. Abbiamo dato lavoro ai disabili e tossicodipendenti, ex-carcerati attraverso la cooperativa dei parcheggi dimezzando il costo del ticket. Beh, io dico, c'è da essere orgogliosi perché con 22 mesi e una fuori uscita non preventivata, sei mesi di presenza di commissario prefettizio al Comune, abbiamo rifatto le elezioni, a due anni dalla rielezione sono ripartite tutte queste opere mi sento quasi montare la testa nel senso di dire "è possibile che chi ha governato prima per 50 anni non ha avuto questa opportunità per farla o non l' ha voluta fare?"perché credo che ci sia anche da assumersi delle responsabilità. Io leggo sui giornali battute che fanno male. Abbiamo ricostruito il ponte del fosso della regina in tempo record perché abbiamo fatto un mese di ritardo ma c'è stata l'acqua l'inverno che ci ha impedito di fare i lavori però abbiamo fatti in tempi rapidissimi quel ponte credo dando sicurezza e servizio alla città; affianco al ponte stiamo aprendo una strada parallela alla Via Appia in maniera che non ci sia un ingorgo al semaforo ma chi deve andare al sud della città può deviare prima e esce fuori al campo sportivo. Ci sono tante e tante cose che non le ricordo tutte. Le scuole che abbiamo restaurato, adesso partono i lavori tra liceo Landi e Vallauri per un istituto turistico-alberghiero. Penso che i cittadini non hanno mai visto tante cose in tempi così ristretti per cui io dico che c'è una gratificazione enorme e finalmente cominciamo anche a sentire le persone che ci sono state sempre politicamente lontane a dire "Beh, cominciamo a vedere dei risultati" se ci viene riconosciuto dagli avversari politici vuol dire qualcosa. Non ultima la mostra che abbiamo fatto qui della Collezione Borgia. Un'altra cosa voglio dire che mi sta particolarmente a cuore: noi abbiamo circa 70 associazioni tra culturali e sportive. Vengono tutte a battere cassa, vogliono soldi, vogliono sedi, vogliono che uno appoggi le loro manifestazioni. Hanno un grado di immaturità paurosa, faccio un esempio: ci sono due cori a Velletri, se un coro fa un'esibizione l'altro non ci va; io porto l'Accademia di Santa Cecilia a Velletri gratis abbiamo le scuole di musica non ci viene nessuno.. sto cercando di offendere le persone per provocarle per dirgli: "Ma la volete la cultura o non la volete?" è inutile che io spendo i vostri soldi, che sono dei cittadini, per delle manifestazioni che costano e poi la presenza è minima; allora costa meno dare 100.000 lire a ognuno di quelli che viene, vanno al Santa Cecilia a Roma io risparmi e loro hanno un'acustica, un qualche cosa di migliore. Allora ho capito che gli adulti per lo meno non sono interessati alla cultura, che c'è bisogno da lavorare sui giovani e quindi ho cominciato, per quello che è possibile a mandare nelle scuole, a investire nelle scuole in conferenze, teatro, convegni, musica. Ci sono delle forme di aiuto per i giovani per le scuole ma non più per gli adulti e per i cittadini di Velletri perché se non lo vogliono perché devo spendere i soldi per sprecarli? Ecco il messaggio che mando sempre: ci sono 70 associazioni, se solo a rotazione quando c'è una manifestazione c'è una presenza di due persone per associazione noi già abbiamo due persone per associazione che sono un minimo di pubblico decente per fare uno spettacolo per qualche cosa. È avvilente investire i soldi e anche per chi lavora vedere una platea vuota. Io vorrei che si insistesse soprattutto su questo concetto, se gli adulti non lo capiscono pazienza, però è giusto che l'amministrazione lavori nelle scuole e per i giovani con la speranza di far partire i lavori il prossimo anno per il recupero dell'ex-mattatoio dove sarà uno spazio solo per i giovani, per il tempo libero, per un pub a prezzi calmierati in maniera che sia anche per i ragazzi che non possono economicamente e che ci siano gli spazi per chi vuole suonare, recitare, fare mostre, fare feste: noi parliamo di centro anziani, giustamente di centri per i disabili e per i giovani no, allora siccome conosco i problemi dato che ho i figli giovani e invece di vederli ammassati tutti a Piazza Cairoli come animali così che è avvilente - la colpa è la nostra, non è di nessun altro - penso che con la realizzazione del cinema multisala giù sotto il tribunale, con il recupero del teatro Artemisio che lo dovremmo fare cominciando a fine anno e con il prossimo anno questo recupero del mattatoio comunale per i giovani avremo entro un paio d'anni anche per i giovani degli spazi


2) Che cosa l' ha spinta ad entrare in politica?

L'amore per la città, credo che si può definire così perché io ho lasciato da quattro anni,si fa per dire, la famiglia, la farmacia dove non ci entro da quattro anni e lavoro dalla mattina alla sera dentro il Comune deve rappresento l'amministrazione di giorno, di notte, giorni feriali e giorni festivi. Credo che se sommiamo le ore di lavoro alla fine io non ho governato per quattro anni ma otto rispetto a quello che facevano gli amministratori prima.
Stiamo facendo il piano parcheggi e quindi dovremmo risolvere il problema della chiusura del centro storico, speriamo di partire entro la fine dell'anno però entro i tre anni di mandato che mi sono rimasti io sono convinto di dare alla città i parcheggi e il restauro della Piazza Cairoli e della piazza Garibaldi che è stata data all'ordine degli architetti di Roma con un concorso nazionale. Stiamo facendo Piazza Mazzini, e "de più n'sò bòno!"

 


3) Se è entrato in politica da giovane: l'esperienza politica successiva in che modo è diversa rispetto alle sue aspettative da giovane?

Non potevo pensare che arrivavo io e cambiavo il mondo, parliamo di onestà, moralità, capacita, professionalità. È logico che è un lavoro che bisogna fare gradualmente, non ci sono rivoluzioni in questo campo dove da oggi a domani cambiando chi comanda cambia tutto però il buongiorno si vede dal mattino. Se c'è un piccolo miglioramento vuol dire che stiamo sulla strada giusta. È certo che sono deluso e avvilito perché ho trovato un'amministrazione a brandelli: il personale (un organico al 50%, significa che questi lavorano il doppio di quello che dovrebbero lavorare e lavoravano anche, secondo me, perché non avevano mai avuto riconoscimento del lavoro che svolgevano - non gli hanno fatto mai concorsi interni per farli salire di livello. Oggi noi abbiamo fatto questo hanno un livello superiore, sono gratificati professionalmente ma anche economicamente perché quando andranno in pensione prenderanno una pensione migliore). L'avvilimento sta nella situazione in cui tutte le amministrazioni si trovano in questo stato ed è impossibile produrre lavoro e qualità se manca la metà del personale che lavora in cattive condizioni.

 


4) In quanto sindaco, come concilia il suo essere "sindaco di tutti" e "appartenente ad una parte politica" (quindi attaccato dagli avversari sia in consiglio comunale che sulla stampa)?

Ho la presunzione di fregarmene di tutti quanti nel senso che se uno crede in qualche cosa ente i consigli però poi decide con il proprio cervello perché quando andrò via, e presto andrò via perché è un passaggio che nel tempo è molto breve, l a gente voglio che mi ricordi per la mia persona, per quello che il mio cervello e la mia volontà hanno voluto realizzare, non per i condizionamenti degli altri dove diranno "Sì, era una brava persona però non ha potuto fare perché era condizionato". Io sono stato mandato a casa la prima volta proprio per questo, perché no ho accettato ricatti da nessuno e quindi mi ritengo un uomo libero e le cose giuste o sbagliate fanno capo a me, non ad altri. Quindi le critiche devono venire da tutte le parti, poi sta alla persona recepire quelle costruttive e quelle valide. Continuamente vedo, sento però se lei legge la stampa mi pare che in quattro anni avrò risposto una volta o due agli attacchi dei giornali, non scendo nella polemica, non mi abbasso a quello che vorrebbe la stampa; io rispondo con i fatti, lavoro.

 

5) Quali sono i progetti che è riuscito a completare da quando è sindaco?
6) Quali sono i progetti che non è riuscito a completare e che comunque sono in programma per il futuro?

Noi abbiamo fatto l'annuario statistico 2000: è la prima volta che nella nostra città si fa e qui c'è praticamente la situazione, una fotografia di quello che c'è a Velletri. Che cosa significa: è un atto di coraggio perché se noi promettiamo delle cose e poi non le manteniamo, da qui facendo la sovrapposizione quello che c'era e quello che ci sarà domani si vede al differenza se è migliorato nella qualità, nei servizi, nelle strade, nei parcheggi quindi qui dentro c'è tutta la vita della città, è il diario dell'amministrazione comunale quello che abbiamo fatto, stiamo facendo e quello che è in programma imminente

 

7) Quali sono, secondo lei, le potenzialità nascoste o non-sfruttate di Velletri per le quali sarebbe necessario concordare con le istituzioni e la società civile progetti a lunga scadenza?

Io sono convinto da sempre che non possiamo snaturare quelle che sono le caratteristiche o i doni che il Padre Eterno ci ha dato in questa città, non può diventare una città industriale. Noi abbiamo una storia alle spalle - tant'è che abbiamo riscoperto Ottaviano Augusto, abbiamo fatto un convegno con nove professori universitari e abbiamo fatto una statua per ricordare Ottaviano Augusto e lo stesso con il cardinale Borgia. Che cosa significa, significa che noi dobbiamo sfruttare quello che una città che ha la fortuna di essere vicina a Roma, tra le tre province (Roma, Latina, Frosinone) dove c'è una potenziale utenza di gente che può venire a visitare il nostro Comune, il nostro territorio per la bellezza dell'ambiente - abbiamo 2.000 ettari di bosco nel parco dei Castelli Romani -, abbiamo un clima eccezionale, abbiamo una campagna che ci dà dei prodotti dall'olio, al vino, ai carciofi, a tutto quello che ancora abbiamo in più rispetto agli altri (noi possiamo ancora trovare il pollo ruspante, possiamo ancora trovare tanta cose e che vive in città grandi come Roma non le ha). Quindi lanciare la nostra città per la ristorazione, per la gastronomia; io sono l'unico Sindaco sommelier d'Italia, sono accademico della Cucina Italiana, ho fatto tre anni di corso per Cordon Bleu per la cucina; ho portato un convegno internazionale dell'Accademia della Cucina a Velletri a parlare del carciofo, l'unica strada al mondo intitolata all'Accademia Italiana della Cucina è a Velletri: tutti hanno sorriso però significa che siccome l'Accademia Italiana della Cucina è un'Istituzione a livello mondiale dove ha una distribuzione di notiziari di opuscoli, in tutto il mondo oggi sanno che c'è una sola strada a Velletri che è Via Accademia Italiana della Cucina (la vecchia Via Clemente Cardinali vicino alla scuola C. Cardinali N.d.R.). perché c'è una volontà per rilanciare l'economia di Velletri attraverso i prodotti ortofrutticoli, della terra, attraverso la cucina, la gastronomia che Benito sta facendo ottimamente attraverso anche la televisione, che fece precedentemente Ugo Tognazzi parlando di Velletri e della cucina di Velletri; perché no, far venire la gente offrendogli il Museo Comunale, il Museo Diocesano, 12 mesi di manifestazioni (perché noi tra Carnevale, Festa dell'uva, Festa del Carciofo, Festa delle Camelie, concerti, cinema in piazza):; siamo una città viva che offre agli altri. Allora se uno vuole evadere dalla routine di tutti i giorni, vuole fare la "gita fuori porta" da Roma, Latina, Frosinone ma anche dai paesi limitrofi. Abbiamo fortunatamente dopo tanti anni di progettazione finalmente la realizzazione di questo progetto che avverrà sicuramente perché ci sono i soldi stanziati dalla Camera di Commercio, dalla Regione e dalla Provincia per la "Strada dei Vini", la strada che parte da Roma e arriva nei Castelli Romani e arriva a Velletri - l'itinerario delle "Strada dei Vini" non è altro che un escamotage per indirizzare il turismo nei nostri comuni, è logico che non verranno solamente a ubriacarsi o a gustare il vino a Velletri, verranno ad approfittare di tutto quello che la città può offrire, ad acquistare prodotti, vedere i musei, girare nei ristoranti, fare acquisti, passare una giornata nel verde perché abbiamo 2.000 ettari e stiamo valorizzando il Monte Artemisio. Nessuno ha preso sul serio la nostra attività di recupero del Monte Artemisio: stiamo pulendo il Monte Artemisio, ricostruendo i fossi, le strade tagliafuoco, abbiamo fatto un anfiteatro in legno per 220 posti davanti al rifugio forestale dove abbiamo fatto la colonia per i ragazzi indigenti con la Croce Rossa Italiana, ci abbiamo portato gli anziani, abbiamo fatto le gare di Mountain Bike regionali e abbiamo fatto concerti, ci abbiamo fatto la Messa con il Vescovo. Quello che m,anca secondo me è la partecipazione della gente perché uno può fare anche le cose fatte bene, poi non partecipano e c'è l'avvilimento. Non so, noi abbiamo inventato questo "Palio dei Comuni dei Volsci" (Cori, Priverno, Carpineto e Velletri) si fa un anno per comune, i comuni più piccoli lo realizzano meglio c'è più partecipazione, più numero di gente; lo facciamo noi a Velletri siamo invasi dagli abitanti di Cori, Priverno, Carpineto e i nostri non ci vengono. Che cosa deve fare un amministratore? Io non me lo chiedo più, non me lo spiego più. Questo che cosa significa? Significa uscire dalla città, provincializzarsi, cominciare a ragionare in termini non campanilistici ma collaborare con i comuni limitrofi, fare consorzi dei comuni per portare la gente, creare economia, creare sviluppo però poi ci facciamo superare da comuni più piccoli di Velletri perché non è sufficiente che il comune faccia: qui la gente si piange tutta addosso, i commercianti di Velletri si piangono addosso e dicono che chiudono. È giusto devono chiudere perché non sono capaci: perché a Genzano, a Colleferro, Cisterna lavorano e perché i miei familiari vanno a fare spesa a Genzano? Hanno maggiore assortimento, i prezzi sono più bassi e sono educati i commercianti; qua a Velletri pare chi ti stanno facendo un favore, gli porti i soldi e sono maleducati, non generalizzo però la maggior parte delle attività commerciali sono così, se uno si trova bene, perché deve andare fuori? Quando io vedo una persona, che è un mio cliente, che esce da un'altra farmacia mi faccio subito l'esame di coscienza: ho sbagliato, l' ho trattato male, altrimenti non ci sarebbe andato lì. Lo stesso dovrebbe dire il commerciante, facciamoci un esame di coscienza: ma se uno va a spendere fuori o è scemo, e allora non si discute, ma tutti scemi sono? I commercianti di Velletri o si mettono in testa di cambiare oppure chiuderanno tutti quanti, non è possibile. Io lo dico e l' ho detto in campagna elettorale in maniera provocatoria - almeno mi crederanno! - perché dicendo queste cose, accusando i commercianti non gli sto chiedendo il voto, è ora che però si "scuolano" un pochino, che escano fuori, vadano a vedere quello che succede qui intorno: perché gli altri lavorano?

 


8) in che modo l'amministrazione di Velletri intende creare spazi adeguati e occasioni oltre che sostegno ad iniziative particolari che hanno come protagonisti i giovani? (Al di fuori delle scuole per valorizzare la capacità dei giovani di fare le cose da soli)

Noi abbiamo uno sportello qui una volta a settimana, il giovedì, una volta a Velletri, una volta a Lariano e una volta ad Artena dove l'utenza di Velletri può andare a Lariano e Artena e viceversa e questo sportello del giovedì pomeriggio è uno sportello per l'impresa, per l'imprenditoria, per i giovani, per lo sviluppo, per i finanziamenti, per la Regione, per la Comunità Europea. Quando uno ha delle idee, delle iniziative si rivolge a questo sportello e c'è qualcuno specializzato che gli dice "c'è questo e questo" oppure "ritorna la prossima settimana che ti porto il materiale per fare le richieste, le domande, per sapere quello che c'è"; questo dal punto di vista dell'aiuto che possiamo dare. Abbiamo sponsorizzato in alcune scuole dei progetti che servivano per far fare ai giovani impresa e hanno creato dei loro progetti e stiamo riaprendo un pochino anche gli spazi per i giovani perché portando la cultura, portando tutto ai giovani li stimoliamo a crescere e a conoscere e a prendere iniziative. I contatti che hanno attraversi i gemellaggi sono momenti di confronto, recentemente il liceo Landi ha avuto gli spagnoli mi pare; questi scambi dove il Comune partecipa in parte ma partecipa, servono ad aprire la mete ai giovani, a farli uscire fuori dal paese. Oggi non è più pensabile che ci sia solo quello che emigra e va da Palermo a Milano, da Roma a Milano; ma oggi c'è bisogno dell'italiano che va a Buxelles, che va a Madrid, che va in giro per l'Europa; c'è un interscambio dove bisogna conoscere il mercato, le richieste di mercato. Abbiamo visto l'America che parte sempre 20-30 anni prima di noi che ha nel lavoro la mobilità e non si scandalizza più nessuno se uno fa un'attività in una città per cinque anni e poi lo spostano, poi trova convenienza a cambiare un altro lavoro e va da un'altra parte. Credo che bisogna educare i giovani a questa mobilità del lavoro perché noi non siamo pronti, non siamo preparati, non siamo organizzati; uno che deve spostare casa, i figli che vanno a scuola; uno po' questo lo hanno fatto sempre i militari perché sono costretti dai regolamenti a spostarsi periodicamente, quindi hanno sofferto loro, hanno fatto l'esperienza loro però purtroppo se non c'è lavoro bisogna andare dove il lavoro c'è. Partivano gli emigranti, andavano in America oggi vengono qui gli Albanesi da noi: è una realtà, non possiamo disconoscerla per cui dobbiamo adeguarci ai tempi, a quello che l'economia di oggi ci richiede quindi anche se è sacrificio bisogna accettarlo.

 


9) Le ultime elezioni hanno accordato una grossa fiducia al centro-destra che significa anche grande responsabilità. Secondo lei quali sono i tre impegni più importanti e più pressanti a cui il governo dovrebbe far fronte?

Io ritengo che la prima cosa sia la riforma delle pensioni che nessun governo per paura di perdere elettori e consensi ha avuto il coraggio di fare, noi sappiamo benissimo che se non poniamo mano alla riforma delle pensioni fra qualche anno non ci saranno più le pensioni: dei due mali è meglio preferire il minore. Quindi un governo forte che ha cinque anni a disposizione si può e si deve permettere il lusso di mantenere gli impegni e fare la riforma delle pensioni anche se verrà criticata, bisogna farla altrimenti non ce l'avremo più, mi auguro che non si faccia come opposizione quello che si è fatto con il primo "Governo Berlusconi": la mobilitazione delle piazze, gli scioperi dei lavoratori, i ferrotranvieri, i netturbini,le città piene di immondizie, il traffico paralizzato, non c'era più combustibile perché i trasportatori scioperavano; allora se vogliamo fare la politica così è una forma di suicidio, credo che ci vuole responsabilità da parte di tutte e due le parti, chi governa e che fa opposizione: non si può fare politica paralizzando la città e creare difficoltà politica a chi governa. Quindi io credo che la riforma delle pensioni sia la più grande delle riforme; speriamo che blocchino la riforma delle scuola - io mi sono trovato a Roma dove per prima volta nella storia ho visto 500.000 professori che protestavano con i sindacati CGIL, CISL, UIL, con le bandiere rosse contro un governo di sinistra rosso pure lui. Se siamo arrivati a questo punto che gli stessi insegnanti non accettano la riforma della, scuola, non accettano gli stipendi che hanno da parte dello Stato credo che allora lì bisogna intervenire, c'è qualcosa che non va. Come pure per la sanità: deridono la regione Lombardia perché il cittadino può andare nella stessa maniera nella sanità pubblica e privata: io credo che sia un diritto di scegliere, io pago le tasse e poi non vado dove dici tu, vado dove ho fiducia di andare. Cominciamo a dare la possibilità a chi non vuole essere indottrinato di scegliere liberamente la cultura che vuole e la sanità che vuole. Credo che l'onestà sta nel riconoscete tutte e due le cose e dare l'opportunità ai cittadini che pagano le tasse di scegliere la scuola privata o pubblica, la sanità privata o pubblica: questo è un segno di democrazia, di civiltà, non obbligarmi a fare quello che lo Stato ha deciso per me. Questo io non lo condivido e questo è quello che deve fare a mio giudizio il Governo Berlusconi come prima cosa, ridare la democrazia ai cittadini la libertà di scegliere e di fare nelle regole le scelte che vogliono fare.

 


10) Una coalizione di partiti non è mai omogenea, si creano contrasti che anche lei ha vissuto come sua esperienza personale, superando questo problema in modo brillante. Che atteggiamento crede sia necessario da parte del capo di una coalizione affinché vengano superati contrasti e divergenze?

Non c'è una ricetta per superare certi problemi perché per alcuni ci vuole un metodo e per altri ce ne vuole un altro; dipende dall'onesta e dall'intelligenza dell'interlocutore, questo caso del partito e degli uomini che rappresentanti il partito, una ricetta non c'è. Certo è che ci vuole il polso fermo, parliamo sempre di democrazia e di apertura, in certi casi non è applicabile. O uno impone con forza, ma d'altra parte sono poteri che la legge dà al sindaco, quindi il Sindaco può imporsi ma non vorrebbe mai il Sindaco imporsi, vorrebbe fare tutto di comune accordo, con il dialogo, con la partecipazione e la collaborazione dei partiti e dei consiglieri comunali; quando questo non avviene purtroppo bisogna prendere delle decisioni ferree e "prendere o lasciare" come mi è successo già una volta - speriamo che non ricapiti. Però mentre prima non avevo esperienza ed ero molto buono, molto aperto alla discussione, adesso lo sono molto di meno, adesso vado avanti più con la mia testa che con quella degli altri, sento tutti, perché è giusto che sento tutti, dopo che ci siamo confrontati vado per la mia strada anche se qualcuno non la pensa nelle stessa maniera. Però devo dire che abbiamo stabilito un sistema veramente democratico nel senso che siamo 18 consiglieri più il Sindaco e qualsiasi problema lo mettiamo ai voti e poi vince una maggioranza; chi perde si adegua alla maggioranza. Per cui mentre prima c'era la possibilità di lacerare, di lagnare all'interno, adesso c'è una regola: chiunque si rimette alla volontà della maggioranza. È impossibile che ci sia omogeneità, credo che per vivere ci vogliono delle regole, se uno sa darsi delle regole prima che vengono accettate da tutti, nel momento che si pone il problema si mette ai voti e c'è comunque una maggioranza e gli altri devono soggiacere alla volontà della maggioranza, altrimenti non sarebbe democrazia.

 


11) Personalmente come giudica questo nostro (di noi giovani) tentativo di pubblicazione sul territorio di un foglio autonomo, sia politicamente che economicamente, che vuole sollevare nella città un dibattito sociale e politico?


Visto con l'esperienza posso prendervi come matti, perché uno che vuole realizzare una cosa del genere siamo portati a dire "è un'utopia". È una speranza è un ottimismo che fa ben sperare, dicevo prima che io ho perso la speranza con gli adulti e il futuro sta solo nei giovani. Quando mi capita di parlare con i giovani anche in pubblico, e l' ho fatto anche davanti ai miei figli, li stimolo a non fare come facevo io nel senso che studiavo poco e poi per poter raggiungere risultati mi sono dovuto sacrificare recuperando dopo e sicuramente non ottenendo quei risultati che avrei potuto ottenere se avessi fatto il mio dovere nel periodo scolastico, questo come preparazione perché oggi c'è una selezione naturale dove ci sono, rispetto a ieri, moltissime persona di più che studiano e quindi se non sei più che preparato posto non lo trovi, a prescindere dalla fortuna e dalle raccomandazioni, però se uno vale vale, prima o poi sfonda. Quindi i ragazzi non possono pensare di arrivare a prendere un diploma, una laurea rubacchiata perché poi fanno un concorso rimangono sempre indietro. Questo confronto dovrebbe portare i giovani a partecipare, a lavorare, a creare da subito qualche cosa. Io devo dire che quando eravamo giovani noi eravamo costretti dalla necessità perché uscivamo da una guerra, eravamo poveri tutti quanti e per poter fare qualcosa la dovevamo creare, la dovevamo inventare: noi abbiamo creato 40 anni fa i primi pullman della scuola per andare a teatro a Roma e li abbiamo organizzati noi, facevamo le gite per andare a sciare e ci usciva dall'organizzazione il pranza e il viaggio gratis per gli organizzatori, facevamo le sfide tra istituti. I giovani di oggi hanno di tutto, hanno abbigliamento, hanno vestiti, io continuo a vestire come 50 anni fa, un paio di mocassini, jeans, una maglietta e un giubbetto. Ormai è come quello che portava il montgomery con lo zainetto: ognuno di noi ha dentro un DNA, una cultura però non eravamo persone che andavano a chiedere alla famiglia più di tanto, cercavamo di crearlo noi, non ci stavano le discoteche come oggi, facevamo le feste una volta a casa di uno, una volta a casa di un altro. Oggi ballano in gruppo, ballano con uno che sta dall'altra parte e non sai nemmeno che stai ballando con quell'altro. Ieri c'era, credo e mi fa piacere che i miei figli lo hanno riscoperto le musiche degli anni '60, certe cose degli anni '60, mi fa piacere che le copiano. Facevamo la festa a casa, spegnevamo la luce ma facciamo quello che una persona di quell'età, un adolescente, deve fare, è naturale, guai se non fosse così. Adesso invece sentiamo i ragazzi, il linguaggio delle ragazze è osceno, volgare veramente il turpiloquio fa vomitare, io sento per strada, in piazza, sulle circolari come parlano, come si atteggiano le ragazzine di oggi è una cosa veramente vergognosa; gli uomini, i ragazzi, che hanno paura di questa mascolinità delle donne, bisogna che ognuno riprenda un po' i propri ruoli, la donne deve essere donna, deve essere rispettata ma deve avere quel ruolo. Il ragazzo oggi riceve la dichiarazione dalla donna, non è più lui che la fa, mi pare si stanno capovolgendo le situazioni. Gli uomini sono veramente impauriti e credo che c'è proprio una impotenza da parte dell'uomo dovuta da un fattore psicologico, la paura della donna: "riuscirò ad essere all'altezza?", "chissà che s'aspetta"; io credo che veramente ritorniamo un po' all'antico, facciamo sì che gli uomini corteggiano le donne, quegli atti di romanticismo che sembrano oggi superati e tanto derisi io credo invece sono atti di amore e di dolcezza che fanno sempre piacere comunque. Invece vedi i ragazzi oggi che s'atteggiano a gradassi, a spacconi. Non tutto quello che è passato è negativo. Io dico che ci sono tantissime cose, i valori sono eterni, i valori, come dicono i comandamenti, rubare, ammazzare e così il rispetto delle regole, il rispetto degli altri va scomparendo. Io credo che c'è bisogno di lavorare molto nelle scuole soprattutto sui giovani perché la mia esperienza è quella che siamo partiti nel '68 per contestare; poi invece di creare dei progetti abbiamo solo contestato, abbiamo sfasciato ma non abbiamo costruito niente, siamo rimasti ancora al '68 senza un progetto realizzato. Credo che dobbiamo riprendere in mano tutto e, specialmente i giovani che hanno nuove energie, che hanno il dovere di farlo perché non lo abbiamo saputo fare noi, di farlo al posto nostro. Noi abbiamo sfasciato adesso i giovani devono ricostruire.

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Num 6 Giugno 2001 | politicadomani.it