Pubblicato su politicadomani Num 58 - Maggio 2006

Il fallimento del partenariato pubblico privato
Senz'acqua a Manaus
Una situazione molto simile ha portato, nel marzo scorso, alla rinazionalizzazione dell'acqua in Argentina, che era gestita, con risultati pessimi, dalla Suez dalla fine degli anni '90

di Andrea Palladino*

Dopo l'Argentina anche il Brasile oppone un rifiuto netto al metodo "Suez", che, in tutto il mondo, propone il modello di Partenariato Pubblico Privato per i beni comuni presentato dalla multinazionale francese al Forum dell'Acqua di città del Messico.
A Manaus, capitale dello stato brasiliano di Amazonas, centro geografico del maggior bacino d'acqua dolce del mondo, dove la Suez gestisce la distribuzione dell'acqua dal 2000, quasi 300.000 persone sono oggi senz'acqua, nessun tipo di acqua. Code che si formano nelle prime ore dell'alba davanti ai pozzi nella periferia della città amazzonense mostrano con chiarezza l'inadeguatezza della gestione privata dell'acqua potabile.
Il Sindaco di Manaus, Serafim Correa, eletto da una coalizione di centrosinistra, ha costituito una commissione tecnica lo scorso anno per valutare la richiesta di rinegoziazione del contratto di concessione presentata dalla Suez. La multinazionale francese chiedeva al Municipio di Manaus di porsi come garante di ulteriori prestiti, di finanziare direttamente l'espansione della rete, di coprire, in altre parole, le spalle finanziariamente a Aguas do Amazonas, l'impresa locale partecipata al 100% dal gruppo Suez.
La commissione ha presentato il 9 maggio scorso i risultati dei lavori: proposta inaccettabile, "perché va contro l'interesse pubblico della popolazione di Manaus".
Il Municipio ha svolto un lavoro d'analisi approfondito della gestione dell'acqua, evidenziando come pochissimi parametri, previsti dal contratto firmato sei anni fa, sono rispettati nei fatti. La Suez ha investito pochissimo, si è indebitata oltre misura, non è stata in grado di offrire acqua di qualità a tutta la popolazione, non ha fornito praticamente nessun servizio di fognatura (solo il 7,17% della città è coperta dalla rete, contro il 31% previsto dal contratto).
L'accusa più grave riguarda però la questione degli investimenti. La Suez nella richiesta di rinegoziazione presentata al Municipio di Manaus lamentava uno stato di crisi finanziaria che rendeva rinviabile l'espansione della rete e la risoluzione del problema delle migliaia di famiglie senz'acqua. In questo senso poneva un aut-aut al potere pubblico: o ci aiutate con fondi e garanzie finanziarie, o non saremo in grado di garantire l'acqua a tutta la popolazione. La dirigenza locale della multinazionale indicava anche un cammino: dividere la città in due zone, dando acqua potabile solo nelle zone residenziali e del centro e acqua imbevibile nelle periferie. Una vera e propria apartheid sociale. Analizzando il bilancio traspare una realtà diversa: è vero che Aguas do Amazonas è fortemente indebitata, ma questi soldi gli sono stati in buona parte prestati da altre imprese del gruppo Suez. In pratica gli investimenti dell'azionista, dovuti dopo essersi aggiudicata la gestione dell'acqua potabile e delle fognature, sono arrivati, sì, ma sotto forma di prestiti a tassi di mercato alla Aguas do Amazonas. La conseguenza è paradossale: la filiale locale della Suez paga alla casa madre ogni anno diversi milioni di Reali come interesse sugli investimenti ricevuti. Oggi il livello degli interessi e delle spese finanziarie di gestione per questi "prestiti" ha raggiunto il 14% delle entrate.
Nel frattempo i costi dell'acqua a Manaus sono aumentati del 113,10% in sei anni, portando la bolletta dell'acqua a livelli superiori a quelli che i romani pagano all'Acea, che è partecipata al 9,8% dalla Suez.
Le conclusioni del Municipio sono chiare e sicuramente preoccupanti per la Suez. Non solo il potere pubblico non verrà in soccorso alla multinazionale francese, ma a partire dal prossimo mese comincerà a valutare le penali contrattuali previste per il non rispetto degli obiettivi che erano stati messi nero su bianco nel contratto di concessione. "Valuteremo tutte le penali previste - ha detto in conferenza stampa il sindaco di Manaus - e una cosa è certa: la popolazione non può più sopportare una situazione come questa".
Una situazione molto simile ha portato, nel marzo scorso, alla rinazionalizzazione dell'acqua in Argentina, che era gestita, con risultati pessimi, dalla Suez dalla fine degli anni '90.

*Documentarista, coautore con Astrid Lima del documentario "L'acqua invisibile" sulla privatizzazione dell'acqua in Amazzonia.
sito: www.invisiblewater.org

fonte: aprileonline.it

 

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