Pubblicato su politicadomani Num 58 - Maggio 2006

Scandalo calcio
Pronto, è l'arbitro?
Ad un mese scarso dai mondiali di Germania si abbatte sul calcio nostrano la bufera delle intercettazioni

di Damiano Sansosti

"Associazione per delinquere finalizzata alla frode sportiva". L'Italia ascolta sgomenta l'accusa più grave contro il mondo del pallone lanciata dai pm titolari dell'inchiesta aperta dalla Procura di Napoli, Filippo Beatrice e Giuseppe Narducci. Quattro procure, intercettazioni telefoniche e due lunghissimi anni hanno permesso ai magistrati di monitorare i rapporti tra le parti in causa. Stanno venendo alla luce retroscena inquietanti: una "cupola" costituita da personaggi di primissimo livello della scena calcistica italiana, insieme a designatori arbitrali, arbitri e giornalisti, ha ridotto lo sport più amato dagli italiani ad una vera e propria truffa. Il processo va fatto, però, non solo ai singoli accusati di frode, raggiro, corruzione e quant'altro, ma al sistema calcio nel suo complesso.
Cinque miliardi annui di fatturato, il calcio rappresenta una delle principali attività economiche italiane. Quaranta milioni di spettatori, è il fenomeno di massa per eccellenza, il più importante fatto mediatico. Influenza costumi, abitudini e stili di vita di una parte enorme del Paese. "Una componente così importante dell'economia e della società da richiedere un ordinamento ed una gestione sana e corretta", dice Marco Vitale, economista e appassionato di pallone. Ma da almeno dieci anni il calcio rappresenta "uno dei casi più evidenti di mismanagement" afferma l'esperto di management. Sotto accusa è quindi il conflitto d'interesse, sempre negato, tra i massimi dirigenti del calcio italiano e il gotaha economico e finanziario. Il processo va fatto a tutte le realtà economiche e politiche che ruotano dietro al pallone. E va fatto dall'esterno. "La situazione è così deteriorata da rendere fondato il giudizio della assoluta incapacità del calcio di autoriformarsi e della necessità quindi di interventi esterni" continua Vitale "se c'è ancora qualcuno che nutre qualche dubbio in proposito, legga le parole del presidente della Lega Galliani: Sono solo pissi pissi bau bau. Si continua a parlare di macchie quando per ora non c'è traccia di nulla". Sconcertante il tentativo di Galliani, presidente della Lega Calcio e presidente del Milan.
"Secondo me non ha senso stare a vedere chi ha vinto, chi ha perso e chi è retrocesso a partire dagli ultimi 12 anni" ha detto il tecnico boemo Zdenek Zeman, prendendosi la sua rivincita, "l'inchiesta si basa su una stagione ma anche le altre non erano differenti. Non ci saranno le prove o le intercettazioni, ma il fenomeno è cominciato molto prima".

 

Gea World s.p.a. 2002
È la più nota società di procuratori del mondo del calcio. Si parla di 200 assistiti di serie A e B, rigorosamente segreti. È nata dal matrimonio fra la Football Management di Alessandro Moggi (papà Luciano è direttore generale della Juventus), con la General Athletic (20% di Andrea Cragnotti, figlio di papà Sergio, 20% di Francesca Tanzi, figlia di papà Calisto, 20% di Chiara Geronzi, figlia di papà Giacomo, 40% di Romafides, fiduciaria del gruppo Capitalia), al 45% ciascuna. Il 10% è nelle mani di Riccardo Calleri (papà Gian Marco è stato presidente di Lazio e Torino). Alla GEA lavorano altri rampolli eccellenti: Davide Lippi, figlio di papà Marcello, e Giuseppe De Mita, figlio del più famoso papà Ciriaco.

Fonte: www.politicadomani.it (n°47 maggio 2005)

 

Homepage

 

   
politicadomani.it