Pubblicato su politicadomani Num 58 - Maggio 2006

Dopo il Kippur

 

Sarà la guerra dello Yom Kippur (1973) le cui sorti Israele riuscì a rovesciare solo in extremis, dopo l'attacco a sorpresa congiunto di Egitto e Siria, a dare impulso alla strategia della colonizzazione religiosa. Il movimento nazional-religioso interpretò la guerra come un monito divino ad Israele affinché proseguisse nell'affermazione della sovranità ebraica su tutta la Terra d'Israele. Per realizzare questo obiettivo il movimento nazional-religioso diede vita ad una nuova entità politica, il "Gush Emunim" (Blocco dei Fedeli) aperta anche ai nazionalisti laici ma guidata da una leadership nazional-religiosa. Si tentò così la colonizzazione religiosa della Giudea e della Samaria, nonostante il governo laburista osteggiasse queste iniziative. La situazione cambiò con la vittoria alle elezioni del 1977della destra nazionalista del Likud, guidato da Begin, favorevole all'espansione di Israele nei Territori occupati. Grazie all'appoggio del nuovo governo, il Gush Eminum comincerà a dar vita, fra il 1977 e il 1992, a centinaia di insediamenti colonici religiosi in Giudea e in Samaria. Nelle colonie dove si darà vita a modelli di controsocietà fondate sull'osservanza rigorosa della Torah e sull'instaurarsi di relazioni sociali improntate all'ascetismo e all'etica del sacrificio, con l'obiettivo della "redenzione della Terra".
Questa politica annessionista terminerà nel 1992 con il ritorno al potere del partito laburista, guidato da Rabin, che inizierà le trattative con l'Olp di Arafat per la restituzione di parti dei Territori occupati. Questa politica fu fortemente avversata dalle ali più estremistiche dei coloni religiosi, i quali non esiteranno a ricorrere anche alla violenza nel tentativo di opporsi alla restituzione dei Territori. Nel febbraio del 1994 Baruch Goldstein, colono dell'insediamento di Kyriat Arba ed esponente del movimento religioso Kach riuscì ad uccidere, prima di essere abbattuto, 29 musulmani e a ferirne un centinaio fra i fedeli raccolti in preghiera, durante il Ramadan, presso la Tomba dei Patriarchi, a Hebron. L'obiettivo, fortunatamente fallito, del colono era di provocare, in risposta alla strage, una sollevazione palestinese nei Territori occupati e forse una reazione delle altre nazioni arabe tali da bloccare per sempre ogni possibile negoziato fra Israeliani, Palestinesi e il resto del mondo arabo.
Dopo la firma di Rabin e Arafat del protocolli di Oslo, che sancivano il progressivo ritiro ebraico dai Territori, Israele fu scosso da un ulteriore e inaudito atto terroristico interno. Per cercare di far saltare gli accordi presi, un giovane israeliano di origine yemenita, Ygal Amir uccise a Tel Aviv il premier Rabin durante una manifestazione che aveva lo scopo di sostenere la politica governativa di trattativa con l'Olp.
La nuova ascesa del Likud, sotto la guida di Netanyau prima e Sharon dopo ha effettivamente rallentato il processo di restituzione dei Territori occupati, questo almeno fino alla decisione presa da Sharon di attuare, anche con la forza, lo sgombero dei coloni e la restituzione dei Territori. Tuttavia la morte politica del leader e l'esito incerto delle ultime elezioni sembrano aver rimesso almeno parzialmente in discussione le scelte politiche tanto faticosamente prese.

 

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Num 58 Maggio 2006 | politicadomani.it