Pubblicato su politicadomani Num 58 - Maggio 2006

XV legislatura della Repubblica italiana
Bertinotti parla alla Camera
Il discordo di insediamento del neopresidente di Montecitorio è un omaggio alla Costituzione italiana

di Damiano Sansosti

La prima prova parlamentare è stata superata: l'Unione ha votato compatta Fausto Bertinotti. "Dedico questa vittoria a tutte le operaie e a tutti gli operai", sono le prime parole del nuovo Presidente della Camera.
"Mi rivolgo a voi direttamente, senza la lettura di un testo scritto, per sottolineare con un piccolissimo gesto il senso di apertura, di confronto e di dialogo che vorrei prevalesse in questo Parlamento. Ringrazio allo stesso modo chi ha voluto votarmi e chi, altrettanto comprensibilmente, mi ha negato il suo voto. Vorrei così richiamare alla pari dignità politica di ognuna e di ognuno in quest'aula, del Governo come dell'opposizione, della maggioranza come della minoranza. Vorrei che ognuno di voi e ogni parte politica potesse contare sul mio assoluto rispetto di questo principio". A parlare è il Bertinotti istituzionale. Il politico esemplare, quello che strappa applausi anche a destra. Ma ora è visibilmente emozionato, saluta e ringrazia. Siamo ai convenevoli.
Poi cambia il tono. Esce di scena il politico. A parlare, adesso, è il militante di Sesto S.Giovanni, il giovane perito industriale, il socialista massimalista, il sindacalista della FIOT prima e della CGIL poi, il comunista puro, quello che ha speso una vita nella lotta contro le ingiustizie della classe padronale, in difesa e in rappresentanza della "classe operaia".
È preoccupato il Presidente: "Viviamo ogni giorno il rischio di un distacco del paese reale dalle istituzioni, il rischio di una separazione della quotidianità della vita delle donne e degli uomini dalla politica, il rischio che in questo quadro una parte della società - quella più debole, quella più spogliata - venga trascinata fuori dal quadro della politica [...] C'è una fatica di vivere, un'incertezza, qualche volta una perdita di senso, in parti della società che vengono spogliate di futuro. Vivono, queste realtà drammatiche, insieme a tante esperienze di speranza, di innovazione, di investimento sul futuro. Per battere le prime, il Parlamento può inscrivere la sua iniziativa nell'impegno - comune - a costruire popolo, appartenenza, comunità".
È "uomo di parte" il nuovo Presidente e non lo nega, anzi ne fa un punto di forza. È proprio nell'unione delle diversità, sostiene, che si ritrovano le radici profonde del nostro paese, radici saldamente abbarbicate alla pace e alla civile convivenza, "differenze di genere, attraverso le quali si manifestano due punti di vista diversi nel mondo; differenze etniche, tra nativi e migranti; differenze generazionali; differenze tra credenti e non credenti e tra le molte fedi". Sono questi i diritti che il Parlamento, quale suprema istituzione democratica, è tenuto a promuovere e difendere.
La legislatura si è aperta tra il 25 aprile ed il 1° maggio, due date fondanti della nostra storia repubblicana, e Bertinotti non si lascia sfuggire l'occasione di sottolineare come i valori più profondi a cui si ispira la nostra Repubblica sono quelli enunciati nella nostra Costituzione e cita Calamandrei: "Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità".
L'opposizione comincia a scalpitare e rumoreggiare. Sono le prime tensioni della nuova legislatura in diretta tv. Ma Bertinotti continua: "Dobbiamo riprendere il filo di un diverso discorso, per restituire il futuro alle nuove generazioni, che ce lo chiedono in molti modi, ma che ce lo chiedono così intensamente". La precarietà sul lavoro è il "male più terribile del nostro tempo". Il Presidente parla chiaramente: le politiche del precedente Governo, quelle che in questi anni hanno ridotto i diritti dei lavoratori, hanno tolto senso ad un bene assoluto come la pace, messo in discussione i valori dell'antifascismo e stravolto la Costituzione stessa, andranno modificate, anche radicalmente.

 

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