Pubblicato su politicadomani Num 58 - Maggio 2006

La Costituzione secondo La Pira
Articolo uno
In un articolo apparso la prima volta su “cronache sociali” del 31 Gennaio 1948, Giorgio LA Pira difende l’impianto globale della costituzione ed esalta il valore del lavoro come base del patto sociale

di Giorgio La Pira

Non voglio nascondere deficienze ed incoerenze: ma nonostante tutto, l’architettonica costituzionale è tracciata con mano sicura nelle parti essenziali di questo edificio! Le scorrettezze e le incoerenze potranno essere eliminate: la linea architettonica fondamentale ne resterà così avvantaggiata.
Ed infine il problema della adeguatezza e vitalità storica di questa Costituzione. Si vuol costruire un "ordine nuovo" economicamente, socialmente, politicamente? Un ordine che superi l'atomismo individualista del precedente "ordine borghese"?
Un "ordine" fondato sul lavoro e non più sul "capitale"? Un "ordine" nel quale ogni uomo abbia una funzione costruttiva ed organica nel corpo sociale? Un ordine dove l'eguaglianza, la libertà, la proprietà siano per tutti una realtà e non soltanto un nome?
Se questo è il problema storico del nostro tempo (ed è questo un punto di convergenza di tutti i movimenti politici davvero "progressivi") e se per risolvere giuridicamente questo problema ci vogliono strumenti giuridici adeguati, non si esagera dicendo che la Costituzione italiana è uno strumento proporzionato a questo fine.
Lo dichiara l'art. 1: ”L'Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro”.
Ma più che questa dichiarazione programmatica è lo spirito stesso informatore di tutta la Costituzione a mostrare questa funzione innovatrice.
Le osservazioni fatte innanzi circa il diritto al lavoro (art. 4) che è il centro di gravitazione del nuovo ordine economico, circa i diritti del lavoro, circa la struttura organica che dovrà assumere l'impresa, circa la "funzionalità" del diritto di proprietà, ..., mostrano che lo strumento giuridico (anche se non totalmente affinato) per una profonda riforma della struttura sociale economica e politica del paese è stato preparato dall'Assemblea Costituente: i fondamenti di un ordine nuovo sono posti: ed essi riposano in ultima analisi, in quelle due premesse - sociologica e giuridica - che ispirano l'art. 2 e che costituiscono la legge da cui trae norma, compattezza e novità l'edificio intero.
Il giudizio di insieme portato su questa Costituzione non può essere che un giudizio favorevole.
Il perché è ormai chiaro: perché questa Costituzione possiede un sano principio (di intrinseca ispirazione cristiana) che la finalizza tutta; perché questo principio finalizzatore dà alla Costituzione un marcato carattere tipico che la differenzia chiaramente dai tipi estranei (di "destra" e di "sinistra"); perché in virtù di questo principio finalizzatore - fondato su premesse filosofiche, sociologiche e giuridiche di ispirazione cristiana e perciò diverse sia da quelle "borghesi" che da quelle "marxiste" - la Costituzione si presenta come uno strumento giuridico storicamente adeguato: proporzionato cioè a quella costituzione di un ordine sociale nuovo al quale dovrà tendere, con tutte le sue energie, il Parlamento futuro. Nonostante tutto, la benedizione di Dio non è mancata sui lavori dell'Assemblea e sul documento che li rappresenta.

 

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Num 58 Maggio 2006 | politicadomani.it