Pubblicato su politicadomani Num 58 - Maggio 2006

Cinema
Anche libero va bene
Esordio alla regia per uno dei migliori giovani attori del panorama italiano

di Luca di Giovanni

I bambini ci guardano. E spesso non ci capiscono. Ma ci perdonano. Il primo film da regista di Kim Rossi Stuart si inserisce sulla direttrice che da Vittorio De Sica (quello del fondamentale "I bambini ci guardano" e dei successivi capolavori "Sciuscià", "Ladri di biciclette" e "Umberto D." che raccontano l'infanzia dell'uomo vissuta in diverse età, intesa come categoria dello spirito e non solo come dato anagrafico) attraversa tutta la storia del cinema fino ad arrivare agli eroi dei film di Spielberg, tenendo come primo punto di riferimento "I quattrocento colpi" di Francois Truffaut.
L'inferno dell'infanzia visto con gli occhi di un bambino costretto a crescere in fretta.
"Anche libero va bene" è una splendida opera prima, un esordio sincero e coraggioso che merita di entrare nella storia dei debutti eccellenti del nostro cinema. Un piccolo film crudo e diretto come un pugno nello stomaco, che conferma lo straordinario attore di "Romanzo criminale" come una delle personalità più sensibili e intelligenti del cinema d'autore italiano contemporaneo.
Sottolineo che si tratta di una conferma, perchè l'eroe belloccio di "Fantaghirò" e del "Ragazzo dal kimono d'oro" ha da tempo dimostrato di essere cresciuto, e di essere un artista maturo e consapevole, oltre che un grande attore (il suo Lucignolo è una delle pochissime cose che meritano di essere ricordate nel disastroso "Pinocchio" di Benigni).
E così, dopo la sofferta e intensa prova ne "Le chiavi di casa" di Gianni Amelio, una stupenda "prova generale" nel ruolo di padre, Kim Rossi Stuart arriva a realizzare "Anche libero va bene" dopo una lunga gestazione (circa tre anni di lavoro per scrivere la sceneggiatura). E sceglie una storia semplice e quotidiana, un taglio narrativo realistico e intimista, adottando un punto di vista "basso" (sceglie cioè di guardare il mondo con gli occhi del bambino protagonista).
Niente virtuosismi d'autore quindi, niente compiacimenti o sfoggi di tecnica registica, questa è stata la scelta dell'autore che ha preferito ad una trama ad effetto uno scavo nella psicologia dei personaggi, descritti con un grande affetto e un'attenzione quasi maniacale ai dettagli, che rendono credibili i più piccoli gesti quotidiani.
Da queste premesse esce un film potente, asciutto ed emozionante come pochi altri, che può contare su una eccellente direzione d'attori (bravissimi i bambini, assolutamente credibili come solo gli attori non professionisti sanno essere); un'ottima sceneggiatura fatta di dialoghi spesso improvvisati tra i protagonisti, capaci di ricreare la naturalezza e l'intimità di una vita familiare come raramente si era visto al cinema; e infine una splendida, commovente prova d'attore da parte di Kim Rossi Stuart nei panni di un padre fragile, autoritario e affettuoso, disperatamente vitale nella sua disperazione, davvero agghiacciante nelle sue esplosioni di rabbia, così umano da far tenerezza ad un bambino.

 

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Num 58 Maggio 2006 | politicadomani.it