Pubblicato su politicadomani Num 57 - Aprile 2006

Microimprese
Piccola editoria
Negli ultimi anni, con grandi sforzi, piccole realtà editoriali hanno cominciato a fare capolino anche in terra lucana

di Nunzio Festa

Basilicata - Il meridione d'Italia, ovvero uno degli spicchi del sud del mondo (è utile ricordarlo), è vissuto anche da attività imprenditoriali significative e "variegate" dal punto di vista dell'esperienza in campo editoriale. Ma un cono d'ombra ricopre la Basilicata. In Lucania l'editoria risente della mancanza di tradizioni consolidate. È sin troppo semplice andare a guardare in Puglia per rendersi conto dell'esistenza in questa regione della storica casa editrice Laterza. Anche in Campania ci sono presenze significative in campo editoriale. Utile è anche dare uno sguardo alla Calabria che può vantarsi di "possedere" dentro i propri confini la Rubettino, e non solo. Le due gloriose case editrici si distinguono anche in quanto a ricerca nelle pubblicazioni; nel senso che contengono collane riservate a questioni che dovrebbero essere oramai patrimonio culturale d'una maggiore fetta della popolazione. Scendendo (ovviamente, geograficamente), e tenendo conto anche di altri influssi culturali, si potrebbe parlare della Sicilia, quale regione in grado d'assicurare (anche se fra mille difficoltà) la presenza di note case editrici. Rimanendo però in ambito "insulare" la Basilicata, o Lucania che dir si voglia, è molto lontana dalla produzione editoriale che offre invece Il Maestrale in terra sarda.
Detto ciò, occorre riflettere sull'attuale. Negli ultimi anni, con grandi sforzi, delle "piccole" realtà editoriali hanno cominciato a fare capolino anche in terra lucana. Ma questo dato risente di un vuoto. Non esistono, infatti, in Lucania punti di riferimento in grado di rispondere alla necessità di creare opere cartacee. O sono cose "invisibili". Va da sé che autrici e autori, esordienti e non, sono costretti (nella maggior parte dei casi) a servirsi di strutture lontane, per raggiungere l'obiettivo della pubblicazione. E, nuovamente, magari, sono costretti a guardare al nord o a posti diversi dalla propria regione. Naturalmente - in qualche caso - a svantaggio della stessa Basilicata.
Per entrare, invece, nei meandri dei cartacei di tipologia nettamente differente da quella appena trattata, pensando cioè a quotidiani e riviste, va detto che la situazione è ancora più negativa. Senza prendere in considerazione i prodotti gettati nella mischia per motivi parecchio lontani dall'idea di informazione, i quotidiani a diffusione regionale, sono tre. E questi tre si contengono il misero mercato. In ordine di diffusione (con tirature e vendite scostanti) i giornali sono: La Gazzetta del Mezzogiorno, Il Quotidiano della Basilicata e La Nuova Basilicata. Le riviste, invece, sono varie, anche se alcune sono insignificanti. In mezzo a queste vi sono alcune nuove esperienze interessanti: che nascono da una linea editoriale indubbiamente legata al territorio, e che in qualche modo si sforzano di dare un'analisi complessiva delle questioni in gioco. Tanto per dare alcuni titoli, ci sono Decanter e Liberalia. La prima col piglio più propriamente dell'analisi politica e la seconda maggiormente portatrice d'istanze culturali e meridiane.
Prima o poi in Basilicata ci si dovrà porre il problema della crescita non quantitativa ma qualitativa dell'intero tessuto editoriale. Purtroppo per i fautori del servilismo e del clientelismo, le strategie consolidate tramite le quali "si deve per forza sopravvivere" non funzionano più. E, soprattutto, vanno esattamente nella direzione opposta rispetto a quanto auspicato in precedenza. Per mettere in cantiere la crescita dell'editoria lucana, imprenditrici e imprenditori, autrici e autori, giornaliste e giornalisti devono cambiare modo di intendere la propria vita.

 

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Num 57 Aprile 2006 | politicadomani.it