Pubblicato su politicadomani Num 57 - Aprile 2006

Nato un nuovo movimento per la pace, Axis for Peace
Informazione, guerra e terrorismo
Ridefinire le relazioni e le libertà dei popoli dialogando contro l'intimidazione mediatica, la manipolazione e le bugie

di Damiano Sansosti

17 e 18 novembre 2005. Si è tenuta a Bruxelles, tra il compiaciuto silenzio dei media, la prima conferenza internazionale "Axis for Peace". Centocinquanta tra politici, diplomatici, militari e leader di opinione, giunti da trentasette paesi, si sono incontrati per elaborare un programma di difesa della pace e dei diritti. La conferenza ha segnato la nascita di un movimento internazionale che vuole ridefinire le relazioni tra i popoli nel rispetto delle libertà. I partecipanti, riuniti in tavole rotonde e in sedute plenarie, hanno studiato le varie forme di ingerenza e di oppressione, mettendo in evidenza le dinamiche di potere utilizzate nei diversi paesi, e si sono impegnati a sviluppare comuni strategie non violente per opporvisi.
La visione di un mondo "multipolare", regolato dalla pacifica convivenza tra Stati sovrani, rispettoso delle regole del Diritto Internazionale e sottratto ad ogni forma di egemonismo, è la sintesi efficace delle proposte avanzate dai rappresentanti di alcuni importanti paesi. Le diverse proposte tengono conto delle acute contraddizioni che attraversano le relazioni internazionali del nostro tempo senza rinunciare a valorizzare tutte le potenzialità insite nelle proposte stesse.
Nel corso dei dibattiti sono state analizzate le aspirazioni alla giustizia e alla libertà di singoli e di intere comunità, risposta inevitabile all'oppressione e all'ingiustizia indotte dalla retorica neo-conservatrice degli Stati Uniti e dei paesi loro alleati, e fatta propria dai mezzi di comunicazione di massa.
Primo accusato è il concetto di "terrorismo" e il termine "terrorista". Già nel 2001 ambedue i termini sono stati usati per convincere il Congresso della più grande democrazia, paladina del diritto, a limitare con il Patriot Act i diritti fondamentali alla riservatezza e alla difesa dei suoi cittadini.
La schiera delle testimonianze è stata numerosa. L'ex primo ministro libanese Salim Al-Hoss ha dichiarato: "I paesi colonizzati vedono i propri popoli presi in ostaggio. Noi, allora, non possiamo parlare di pace. Ogni persona che prende le armi per la libertà del suo popolo si vede attribuire la qualifica di terrorista. Noi dobbiamo al contrario enunciare chiaramente che c'è atto di terrorismo nel momento in cui c'è violazione della sovranità di uno Stato". L' iracheno Subhi Toma, rendendo omaggio al suo popolo, ha dichiarato che è in atto nel paese una vera e propria resistenza. Il generale Renè Vargas Pazzos, ex capo di stato maggiore ecuadoriano, ha detto: "Se si afferma che i resistenti sono terroristi, allora occorre dire che tutte le guerre sono terroriste".
La dichiarazione finale di questa tavola rotonda risuona come un accorato appello rivolto all' Onu: "Noi chiediamo loro di far rispettare la sovranità degli stati, fondamento del diritto internazionale e condizione preliminare per la fioritura di un'autentica democrazia".
Anche nel terrorismo internazionale, oggetto di un' altra tavola rotonda, esistono elementi di propaganda mediatica. L'ex ministro tedesco Andreas von Bulow, che ha fatto parte della Commissione parlamentare di controllo sui servizi segreti, ha messo in luce il ruolo della CIA in diverse operazioni criminali portate a termine in Germania durante la Guerra fredda spiegando che ci sono collusioni tra il crimine organizzato, il traffico di droga e i servizi segreti. Dell'informazione ha parlato il giornalista statunitense Webster Tarpley: "Non è possibile comprendere la politica attuale degli Stati Uniti se si sottovaluta la portata reale dell'11 settembre. Gli attentati dell'11 settembre sono stati un colpo di Stato. La guerra contro il terrorismo è basata su un mito ed è diventata una religione di Stato obbligatoria dopo quegli avvenimenti. Il solo modo di lottare contro i neo-conservatori è quello di distruggere questo mito".
Gli attentati dell'11 settembre presentano lati oscuri mai chiariti. Molti cittadini negli stessi Stati Uniti non credono alla versione ufficiale degli attentati. Uno di questi è Philip Berg, ex procuratore generale aggiunto della Pennsylbania. Egli rappresenta le famiglie delle vittime che "non hanno accettato gli indennizzi previsti per ottenere il loro silenzio" e che hanno sporto querela contro la Casa Bianca e lo Stato Maggiore chiedendo che venga fatta luce sulle loro responsabilità.
Pesante come un macigno è la testimonianza di David Shayler, ex agente dell’M16 (servizi segreti anglosassoni): "Ho lasciato i servizi segreti britannici quando l'M16 ha deciso di finanziare gli associati di Osama Bin Laden. Ho provato a lanciare l'allarme, ma hanno messo in prigione me. Tale terrorismo è coordinato dall'M16 e dalla Cia. Per giustificare le sue conquiste, la Coalizione capeggiata dagli Stati Uniti, crea e manipola gruppi terroristi, fabbrica pretesti, propaga la teoria del complotto islamico totale e fomenta uno scontro di civiltà. La coalizione maschera le sue ambizioni intossicando i media e ingannando le istituzioni internazionali".
In una riunione comune i rappresentanti della Siria e degli Stati Uniti hanno cercato insieme gli strumenti per stabilire un ponte di pace tra i rispettivi paesi. Convinti che il dialogo sia il mezzo migliore per arrivare alla pace, hanno cercato di capire come il contrasto fra Stati Uniti e Siria sia percepito non solo dai leader politici, ma soprattutto dall'opinione pubblica. "Siamo ancora in tempo per unirci per la pace" è stata la dichiarazione finale.
La conferenza si è conclusa con la denuncia delle gravissime responsabilità degli Stati Uniti, considerati un pericolo per il diritto internazionale. Pesantissime e senza mezzi termini, ancora una volta, le accuse: "Una coalizione militare si è lanciata nello sfruttamento sfrenato delle risorse d'energia e delle materie prime. Su impulso dei neo-conservatori, essa ha accresciuto le sue depredazioni e ha rinnovato tutte le forme di ingerenza, dal cambiamento di regime all'espansionismo coloniale. Essa schernisce in continuazione i principi del diritto internazionale elaborati dalle conferenze dall'Aja ed enunciati dalla carta di San Francisco. Essa maschera le sue ambizioni, intossicando i media e ingannando le istituzioni internazionali. Sviluppa un doppio standard, accusando in modo menzognero coloro che le si frappongono di non rispettare le regole che essa stessa viola. Snatura l'ideale democratico, pretendendo di metterlo al servizio dell'occupazione militare. Per giustificare le sue conquiste, essa crea e manipola gruppi terroristici, fabbrica pretesti, propaga la teoria del complotto islamico e fomenta uno scontro di civiltà. Si arroga pieni poteri e spinge l'umanità verso il disordine e la rovina".
Una visione desolante che solo tanta buona volontà e tanta cultura sarebbero in grado di modificare.

 

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