Pubblicato su politicadomani Num 56 - Marzo 2006

In nome della guerra contro il Male
Teologia e conservazione
L'interpretazione della Bibbia che divide teologi europei e teologi conservatori statunitensi è stata ed è all'origine di scelte sociali e politiche in cui siamo personalmente coinvolti

di Alberto Foresi

In ambito protestante le origini del fondamentalismo si collocano verso la fine dell'800 negli Stati
Uniti, in opposizione alle correnti teologiche liberali e progressiste che si stavano allora sviluppando in Europa. Oggetto del contrasto era il diverso approccio alla Bibbia e la sua interpretazione. Secondo i teologi europei era necessario utilizzare tutti gli strumenti critici forniti dalle moderne scienze umane - storiche, filologiche, linguistiche e sociologiche - al fine di interpretare correttamente la Bibbia eliminando così tutti gli errori interpretativi che sino ad allora l'avevano penalizzata fino a farla respingere come lontana dalla modernità. Al contrario, le correnti teologiche conservatrici statunitensi, ancorate ad una interpretazione letterale del testo sacro, erano fortemente preoccupate che la verità biblica potesse essere alterata dall'apporto esegetico derivante dalle scienze moderne.
La prima presa di posizione ufficiale dei teologi conservatori statunitensi contro le nuove possibili esegesi bibliche risale al 1895 allorché, nel corso di una conferenza tenutasi a Niagara Falls, fu elaborato una sorta di manifesto ideologico che può essere considerato l'atto ufficiale di nascita del fondamentalismo protestante. Punti cruciali di tale manifesto furono l'inenarranza del Testo sacro - cioè l'impossibilità di sottoporre alla ragione umana l'interpretazione biblica - e la fede nella resurrezione della carne e nella seconda venuta di Cristo. Quest'ultimo aspetto era strettamente connesso al diffondersi nel XIX secolo in Inghilterra e negli Stati Uniti di movimenti evangelici di matrice millenaristica, quali gli Avventisti, i Mormoni e i Testimoni di Geova. Proprio da tale prospettiva apocalittica deriva uno degli aspetti caratteristici del fondamentalismo. La necessità per ogni credente, nell'imminenza della Fine, di impegnarsi in una guerra religiosa ma anche politica contro il Male e le sue forze, affinché sia abbattuto il Nemico che impedisce il trionfo in terra del regno della Verità.
Le tesi formulate alla conferenza di Niagara Falls rimasero inizialmente confinate al ristretto ambito della speculazione teologica finchè non furono riprese fra il 1909 e il 1915 da alcuni pastori battisti che le divulgarono tramite una collana di volumetti chiamata "The Fundamentals", da cui derivò il nome - Fondamentalisti - del movimento da loro fondato. Fino a questo momento, tuttavia, le correnti fondamentaliste avevano avuto un ruolo sostanzialmente marginale nel contesto della religiosità protestante anglosassone. È solo nel 1925 che il movimento fondamentalista si mette in evidenza, non in ambito propriamente religioso bensì giudiziario. In quell'anno a Dayton, nel Tennessee, un pastore fondamentalista citò in giudizio un professore accusandolo di divulgare indebitamente a scuola le teorie darwiniane sull'origine della specie umana. Ciò che ai nostri occhi potrebbe apparire una causa priva di senso, suscitò allora un acceso dibattito a livello nazionale, tanto che persino il New York Times si occupò ripetutamente della vertenza, dedicandogli intere pagine. Il caso, incredibilmente, si risolse con una legge promulgata dallo stato del Tennessee con cui si vietava l'insegnamento delle teorie di Darwin perché in contrasto con la Bibbia e i valori cristiani. Ma l'importanza del processo non è tanto nelle sue conclusioni giudiziarie quanto nell'aver reso già da allora consapevoli i fondamentalisti - che nel 1919 avevano costituito la World Christian Fundamentals Association - dell'importante ruolo rivestito dai mass media ai fini della diffusione del proprio credo e delle proprie idee. Elemento questo che contraddistinguerà in futuro buona parte della religiosità protestante statunitense e dei metodi usati dai protestanti per fare proselitismo, basti pensare al singolare fenomeno dei telepredicatori, tuttora ampiamente diffuso e, anzi, in espansione anche presso altre forme di religiosità.

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