Pubblicato su politicadomani Num 56 - Marzo 2006

Fausto Marrone (s)consiglia
Potere del pubblico, potere sul pubblico

di Fausto Marrone

Non ho mai sconsigliato la visione di un film. Sebbene la mia posizione privilegiata di critico me lo permetta, sebbene dall'alto della mia "statura morale" di esperto potrei farlo, non mi sembra onesto sconsigliare la visione di un film solo perché a me non è piaciuto.
Il mio giudizio resta un'opinione personale, opinabile in quanto influenzato dai miei gusti e quindi mai assoluto o oggettivo.
Un critico che si fida dell'intelligenza dei propri lettori dovrebbe comunque ogni volta esortarli a vedere il film incriminato, affinchè essi possano verificare l'attendibilità della stroncatura e magari confutarla, in uno scambio civile di idee.
Cattivo critico è l'uomo poco coraggioso che non sa prendersi le proprie responsabilità, e non parla veramente male di nessuno per non farsi nemici. Una volta un famoso critico televisivo disse a chi lo accusava di essere troppo buono con tutti gli artisti che recensiva che lui sceglieva di parlare solo di chi lo aveva emozionato, e che non gli interessava scrivere male di un film che lo aveva lasciato indifferente. Nobile intenzione, non c'è che dire, ma poi a sentirlo parlare con lo stesso entusiasmo di Baglioni e di Capossela, di De Andrè e di Tiziano Ferro, a sentirlo elogiare con la stessa prosopopea Castellitto e Scamarcio qualche dubbio mi resta.
Questo lungo panegirico sul "piacere dell'onestà" come malattia professionale non serve a giustificare in qualche modo quello che sto per affermare, ma a sottolineare che non ci dovrebbe essere distanza tra il mio punto di vista di esperto e il punto di vista dello spettatore comune che va a vedere un film ignaro di teorie critiche, per il puro gusto di assistere ad uno spettacolo.
Quello che ognuno dovrebbe chiedersi, dopo la visione di un film, è quanto quel film abbia risposto alle proprie aspettative, quanto quel film sia riuscito a comunicare quell'emozione o quel messaggio che si era prefisso di trasmettere, quanto in definitiva quel film sia stato onesto e sincero nei confronti del pubblico.
La domanda che pongo a questo punto agli spettatori che affollano spesso distrattamente le sale cinematografiche, magari "per curiosità" o "perché ne ho sentito parlare così tanto" o ancora "per staccare il cervello e non pensare per due ore" è: Vi basta questo? Davvero siete così poco esigenti?
Faccio appello all'amor proprio che mi aspetto alberghi in ognuno di noi, oltre che alla profonda passione che nutro per il cinema come forma d'arte, e chiedo che il pubblico si ribelli a questa tendenza ad appiattire verso il basso il gusto medio. E' dal pubblico del cinema, sempre più spesso trattato come audience televisiva o come target di una strategia di marketing che dovrebbe partire una reazione che sia un moto d'orgoglio.
L'ultimo pubblicizzatissimo (e sponsorizzatissimo…) film di Verdone è veramente brutto.
E non perché inizia sul solito schema della coppia che si detesta (come il gatto e il topo) senza uscire minimamente dal solito repertorio di gag farsesche degne di Boldi-De Sica, che da un ex-grande come Verdone non ci si aspetta: l'uomo vestito bene che pesta una cacca, la coppia che amoreggia spiata da uno stuolo di guardoni, la moglie adultera nascosta dietro la porta che sfugge per miracolo alla vista del marito geloso…
È brutto perché dopo quaranta minuti di (scarso) divertimento abbandona questo schema per assestarsi sul terreno più rassicurante dei buoni sentimenti, della storia d'amore romantica con scontato lieto fine, della morale sul rapporto padri-figli e della presa di coscienza di un borghese che aveva fatto dei soldi la sua religione ma che alla fine ovviamente giunge alla redenzione.
Questa prevedibilità, questa finta cattiveria (si è addirittura parlato di Commedia all'Italiana come modello per questo film, orrore!) che malcela un buonismo (leggi=assoluta mancanza di coraggio) davvero irritante significherà probabilmente ottimi risultati al botteghino, e tanta gente, andata per carità senza pretese a vedere questo film all'uscita dal cinema commenterà: "Beh, carino...".
Per carità, carino. Due risate le strappa pure, una gag in cui per un malinteso i due protagonisti vengono presi per froci.
Ma davvero non pensate di meritarvi di più? Davvero l'avete pensato, che "l'ultimo film di Pieraccioni è carino, meglio degli ultimi"? Davvero avete trovato "carino, leggero e credibile...perchè ti ci rivedi" Notte prima degli esami? Davvero al vostro liceo non c'era NEMMENO UN ragazzo grasso, davvero L'UNICO con gli occhiali in tutta la scuola era ovviamente il soggetto, il secchione emarginato con la erre moscia? Davvero la ragazza ribelle vestita "da zecca" che è partita a fare l'inter-rail poi è diventata un'eco-terrorista, davvero mai fidarsi di un professore "perchè sono tutti bastardi"?
Davvero credete che sia da snob criticare il filone “Che ne sarà di noi-Tre metri sopra il cielo”, perchè in fondo sono gli unici film che rispecchiano i giovani d'oggi per come sono veramente? Aiuto...
Vi consiglio di vedere questi film, e di rifletterci con idee (e parole) vostre... Magari vi accorgerete che vi meritate di più... O magari li troverete davvero "carini"...

Film italiani consigliati questo mese:
"La terra" di Sergio Rubini
"La guerra di Mario" di Antonio Capuano

 

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