Pubblicato su politicadomani Num 56 - Marzo 2006

Un pò di storia
Da impero a nazione

di Damiano Sansosti

Un crogiuolo di razze ed etnie, profondamente diverse per origine e cultura, che nel corso dei secoli si sono combattute e mescolate nell' Asia Minore sino all'attuale predominio dell'etnia turca. Tutto questo è la Turchia.
È turca una delle città più antiche del mondo, Catal Hoyuk, fondata nella penisola anatolica oltre settemila anni fa. Ma è sotto il regno degli Ittiti (1850-1200 a.C.) che l' Asia Minore entra nel mito con la guerra di Troia, quando gli achei attaccarono i principati della costa Egea. Hatti, Assiri, Frigi, Cimmeri e poi Mesi, Lidii, Carii, Greci, Urartei, Persiani, Traci e Armeni, incorporati ben presto nei grandi Imperi Persiano e Macedone, fondarono lì, in Anatolia, le loro comunità le cui città, porti, minareti, moschee, edifici civili, monumenti, cimiteri, rendono ancora oggi la Turchia una straordinaria realtà storico-culturale, crogiuolo di etnie.
Roma mette piede in Asia nel 133 a.C. e la regione entra nella sfera culturale greco-ellenistica. È questo il tempo dell' Impero Romano d'Oriente (successivamente, dal 395 d.c., Impero Bizantino). Sorgono le prime chiese.
L'Impero Bizantino durerà più di mille anni e la capitale Costantinopoli (Istambul), ribatezzata Bisanzio, diventerà una città ricca e potente. Le prime tribù turche provenienti dalla lontana Asia Orientale arrivano nella capitale dell'impero nell'XI secolo. L'unificazione avviene ad opera della tribù dei Selgiuchidi. Sorse allora una fiorente e potente organizzazione statale andata distrutta però, dopo l'occupazione dei crociati, nel corso delle grandi invasioni mongole.
Nel 1301 un' altra tribù turca, quella degli Ottomani, riconquista il potere. Osman I fonda l'Impero Ottomano, i cui confini si ampliano, a partire dalla conquista della penisola anatolica nel 1453, fino a diventare uno degli imperi più vasti di tutti i tempi estendendosi dall' Afghanistan all'Algeria, dal Mar Nero al Mar Morto e al Mar Mediterraneo.
L'Impero Ottomano durerà cinque secoli. Entrerà in crisi nel XVI secolo e sarà definitivamente dissolto alla fine della Prima Guerra Mondiale.
Con il trattato di Sevres l'Impero viene smembrato e suddiviso in tanti Stati nazionali: i territori fuori dell'Anatolia sono divisi fra le potenze vincitrici (Inghilterra, Francia, Italia, Grecia e Russia) e il nuovo Stato turco, ridotto alla parte centrale dell'Anatolia, rimane ostaggio delle forze di occupazione dell'Intesa.
È in questo contesto che Mustafà Kemal, ex ufficiale dell'esercito Ottomano, appellandosi all'identità del popolo turco riesce a ricompattare quel che restava dell'esercito per affrontare e battere i nemici interni ed esterni della nuova Turchia.
Il Trattato imposto dai vincitori nel 1920 prevedeva la creazione di una Repubblica Armena e di una entità Statale Curda nell'Anatolia orientale. Le forze indipendentiste armene sopravvissute al genocidio del 1915-16 sono invece definitivamente annientate e la rivolta curda viene repressa nel sangue.
A seguito del disimpegno di Italia, Francia e Gran Bretagna le forze greche, rimaste sole a combattere contro i turchi, vengono sbaragliate e cacciate dall'Anatolia. È il settembre 1922.
Determinanti per il successo della rivoluzione, oltre al genio militare di Mustafa Kemal, sono gli aiuti ricevuti dalla Russia - che mirava a portare la Turchia nella propria sfera di influenza - e l'atteggiamento degli eserciti occidentali che, stremati da cinque anni di guerra, non avevano alcuna intenzione di impegnarsi in un nuovo conflitto che li avrebbe visti antagonisti della Russia. Quando le sorti volgevano ormai a favore della rivoluzione, decisero invece di schierarsi con il vecchio nemivo per farne un argine contro il bolscevismo. Rimasto padrone del campo Mustafà Kemal procedette alla edificazione della nuova Turchia. Un'operazione politica e militare per la quale assumerà il titolo di Ataturk, padre dei Turchi.

 

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