Pubblicato su politicadomani Num 56 - Marzo 2006

Colombia, un paese allo sbando

di mamez

Una guerra civile infinita. Quarant'anni di combattimenti fra i guerriglieri e le forze militari e paramilitari governative. Anni di estenuanti quanto inutili trattative di pace culminate nel 2002 nel bombardamento di San Vicente del Caguan, nella cosiddetta "Repubblica indipendente del Caguan", una sorta di Svizzera colombiana nella quale, secondo gli accordi di pace, il controllo militare e amministrativo era della guerriglia. Una popolazione impaurita ridotta alla fame. Questo e altro è la Colombia.
Il Paese è al centro di una lotta nata per la giustizia: i gruppi ribelli di estrema sinistra (Farc, Forze armate rivoluzionarie della Colombia; Eln, Esercito di liberazione nazionale) sono sorti in seguito alle feroci repressioni da parte delle forze governative degli scioperi organizzati dai contadini che lavoravano presso le piantagioni gestite da multinazionali americane negli anni '20. Il paese è, però, anche al centro di interessi economici quanto mai vitali: il controllo dell'acqua - la conca andino amazzonica è infatti la principale fonte di acqua dolce del mondo, il 75% del totale - e della biodiversità di flora e fauna, ancora in gran parte inesplorata, nonostante le sistematiche distruzioni degli ultimi decenni. Le ricchezze attirano le grandi potenze straniere, Stati Uniti in testa (con il "Plan Colombia" e la più recente IRA, "Iniziativa Regionale Andina"), che, con la scusa di interventi diretti a combattere il narcotraffico e la guerriglia, mirano a tenere sotto controllo il paese. "Sono queste le ragioni che inducono gli Stati Uniti al controllo della regione, ignorando il diritto di amministrare le risorse della propria terra rivendicato da governi e popoli indigeni. Il dispiegamento strategico non si rivolge principalmente contro bande e/o cartelli di trafficanti o contro organizzazioni di guerriglieri e/o terroristi, ma contro popoli interi da sottomettere e sfrattare per poter amministrare i loro territori con razionalità capitalista." Sostiene Hugo Cabieses, economista peruviano.
Contro i guerriglieri nascono i Mas (Morte ai sequestratori) e più tardi le AUC (Autodifese Unite della Colombia), gruppi paramilitari usati dal governo per operazioni dirette contro i membri della guerriglia e contro i civili accusati di sostenerla. Queste forze controrivoluzionarie svolgono anche compiti di "limpieza social" (pulizia sociale) contro piccoli criminali, senzatetto e prostitute specie nelle grandi città, e sono impiegate anche contro persone "scomode" quali giornalisti, attivisti umanitari, sindacalisti e oppositori politici.

Scheda storica
1811 La Gran Colombia ottiene l'indipendenza dalla Spagna.
1830 Si scioglie la Gran Colombia: nascono Colombia, Ecuador e Venezuela.
1903 la Colombia perde il controllo di Panama.
1948-57 La guerra civile tra conservatori e liberali provoca 300.000 morti.
1965-66 Nascono le milizie marxiste di Eln e Farc, e quelle maoiste dell'Elp.
1986 Prime azioni dei gruppi paramilitari di destra, più tardi Auc.
1989 In piena campagna elettorale vengono uccisi due candidati alla presidenza. Il liberale Gaviria crea un governo di unità nazionale in funzione anti-narcos.
1998 Il presidente Pastrana concede alle Farc una zona autonoma nel Sud-est.
2000 Pastrana e il presidente Usa Clinton lanciano il "Plan Colombia".
2002 Uribe vince le elezioni presidenziali e conferma la linea di cooperazione con Washington.

 

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