Pubblicato su politicadomani Num 56 - Marzo 2006

Colombia: Betancourt missing
Il caso irrisolto di Ingrid
Sequestrati e sequestratori uniti nel dramma di una nazione sull'orlo della dittatura

di Pamela Suárez
(corrispondente da Santiago del Cile)

Bogotá (Colombia) - Il nome di Ingrid Betancourt è divenuto un simbolo internazionale di ingiustizia. Questa donna, candidata franco-colombiana alla presidenza della Colombia, vicina ad Alvaro Uribe, appassionata di politica e innamorata del suo Paese, è stata rapita dalle FARC (Forze Armate Rivoluzionarie Colombiane) il 23 febbraio del 2002. A quattro anni dal suo sequestro, la famiglia e il mondo intero chiedono la sua immediata liberazione e la fine della piaga dei sequestri nelle terre colombiane.
Cinquemila petali di fiori gettati nel Rio Sena, iniziative artistiche e veglie a Bogotá e a Parigi, vogliono ricordare questo misterioso sequestro. La vicenda di Ingrid Betancourt, "donna politica" vicina alle ragioni ambientaliste, tenuta prigioniera dalle FARC, si incrocia con quella di altre 61 persone: deputati, congressisti, ex ministri e dirigenti politici. Tutti privati della libertà da questi criminali colombiani, oggi più presenti che mai.
L'interesse internazionale per il caso Betancourt si è manifestato sia nella sfera sociale che politica. Il primo ministro francese, Dominique de Villepin, dice che pensa alla ex candidata alla presidenza colombiana "tutti i giorni", e che desidera solamente che siano liberati tutti i sequestrati prima possibile. Chi sono i responsabili in questa vicenda? Da più parti si punta il dito contro il presidente Alvaro Uribe. Nel 2002 Uribe e la Betancourt erano ambedue candidati alla presidenza della Colombia. In questi quattro anni di governo di Uribe, non è stato fatto alcun passo avanti per liberare i sequestrati. La denuncia parte da alcuni dirigenti di partito e capi sindacali dell'America Latina, dai suoi connazionali, da Juan Carlos Lecompte, marito della Betancourt, dai suoi figli Melanine Delloye di 20 anni e suo fratello Lorenzo di 17 anni, e da sua madre Yolanda Pulecio. I tentativi di arrivare a un accordo umanitario con le FARC non hanno ottenuto nulla visto che per porre fine ai sequestri le Forze Armate Rivoluzionarie Colombiane chiedono la liberazione di importanti guerriglieri. Una richiesta alla quale il presidente colombiano non intende cedere. Sono un ricatto, dice. E così si prolunga l'amarezza e si allontanano le speranze dei familiari che sognano di rivedere un giorno Ingrid ancora viva.
L'assenza di Ingrid è un peso insopportabile per la sua famiglia, di cui ella è stata e resta un pilastro fondamentale. Una famiglia di un coraggio ammirevole. Dopo anni di dolore e di delusioni oggi c'è una nuova speranza: sembra infatti che le FARC abbiano divulgato un video nel quale si vede la Betancourt in prigione ma viva.
La vicenda di questa donna dà voce a chi, oggi, esige che l'attenzione degli osservatori internazionali giunga fino in Colombia, perché si prendano seri provvedimenti nei confronti di un paese dove accade che, su un totale di 3000 sequestri di persona al mondo, ben l'80% è concentrato all'interno dei suoi confini.
È, quella delle FARC, una battaglia disperata, senza vincitori né vinti. Con storie piene di dolore che sembrano non aver fine. La perdita della libertà, dono più prezioso della vita, colpisce anche i guerriglieri catturati dalla polizia colombiana, che preferiscono tacere e sopportare il carcere duro per non tradire i loro compagni.
Anche la Chiesa si è adoperata per creare canali di solidarietà e di dialogo, e per ottenere salvacondotti sia per i sequestrati che per i guerriglieri. Più volte Monsignor Luis Augusto Castro, presidente della Conferenza Episcopale Colombiana, ha detto che la vita è un bene al di sopra di tutto e che per tale ragione viene prima di qualsiasi legge e di qualsiasi progetto di potere. "Quando l'umanità passa in secondo piano significa che stiamo creando un mondo di lupi, non di essere umani" ha affermato.
Mentre madre e figli della Betancourt non perdono la speranza, suo marito Juan Carlos Lecompte, ha deciso di candidarsi al Congresso di Bogotá lo scorso 13 febbraio, per lottare dall'interno delle istituzioni politiche per tutti i sequestrati dalle FARC.
Nei giorni in cui il fantasma della rielezione di Uribe aleggia nell'aria - la tornata elettorale è fissata per il prossimo 28 maggio -, Lecompte decide di entrare in politica con il Movimento Nacional de Reconciliación, visto che il partito Verde Oxígeno, fondato dalla Betancourt, è stato praticamente affossato dall'ultima riforma elettorale.

 

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Num 56 Marzo 2006 | politicadomani.it