Pubblicato su politicadomani Num 56 - Marzo 2006

Brevi dal Mondo

 

Africa

Eritrea
Lunedì 6 marzo Ludovico Serra, diplomatico dell'ambasciata italiana in Eritrea, viene fermato ed espulso perché accusato di aver infranto la legge locale. "Ha violato la legge e infangato la dignità del paese" è la spiegazione del ministro dell'informazione eritreo Ali Abdu. Serra si era recato a Massaua per "controllare che l'espropriazione di una villa di una famiglia italiana fosse effettuata correttamente" è quanto dichiara la Farnesina. Giovedì 9 marzo il governo italiano ha espulso un rappresentante del governo eritreo nell'ambasciata romana. La comunità civile e gli operatori delle ong italiane in Eritrea si chiedono cosa stia succedendo e cosa si nasconda dietro queste azioni. Di pochi giorni fa è infatti l'ordine dato dal governo eritreo a sei ong italiane di abbandonare il paese. Immediata la reazione da parte dell'Associazione delle Ong che esprimono piena solidarietà nei confronti di Serra, primo segretario dell'ambasciata italiana in Eritrea.
I rappresentanti delle Ong italiane si domandano quali siano "i motivi di attrito tra il nostro paese e le autorità eritree, anche alla luce dell'atteggiamento "distaccato" dell'Ambasciata e dell'Unità Tecnica Locale (UTL) del Ministero Affari Esteri, nei confronti delle istanze di appoggio sollecitate in più occasioni dalle ONG per la prosecuzione del lavoro in Eritrea".
Le organizzazioni italiane ribadiscono l'urgenza di un chiarimento da parte dei responsabili del Ministero Affari Esteri italiano "anche al fine di non dare per scontata la definitiva rinuncia, da parte italiana, ad aiutare il popolo eritreo".

Nigeria
Il governo nigeriano ha iniziato a pagare il risarcimento agli allevatori che hanno subito gravi perdite di pollame a causa dell'aviaria. Circa 180.000 dollari sono stati pagati a 47 contadini nello stato settendrionale di Kano, dove sono morti metà dei 450.000 polli infettati dall'aviaria. Gli allevatori di pollame hanno chiesto più dei 2 dollari per pollo disposti dal governo dicendo che tale cifra sarebbe bastata soltanto per la metà del loro prezzo di mercato.

Burundi
Le donne del Burundi avranno presto gli stessi diritti degli uomini riguardo a eredità e succesione. Lo assicura il ministro della Giustizia, Clotilde Niragira, affermando che le donne del Burundi sono ancora discriminate ed escluse dal processo produttivo e di sviluppo economico, essendo di rado proprietarie di beni - terre, immobili, credito - visto che le tradizioni locali impediscono loro di ereditare le proprietà di famiglia. Nonostante questo, con l'arrivo della pace (dopo una guerra civile durata 10 anni, 1993-2003), le istituzioni statali hanno lasciato ampio spazio alle donne nella vita politica. Si registra una presenza femminile, al Senato e all'Assemblea nazionale, pari al 35%, un dato incoraggiante se paragonato al 10% circa che la rappresentanza femminile registra nel Parlamento italiano.

Mauritania
Oltre mille clandestini subsahariani sono morti negli ultimi quattro mesi nel tentativo di raggiungere le Canarie. Secondo il rappresentante della Mezzaluna Rossa, Ahmedu Uld Haye, i subsahariani che tentano di raggiungere la costa spagnola sono disperati e "pronti al suicidio". Ogni giorno centinaia di persone, soprattutto provenienti da Mali, Gambia e Senegal tentano di raggiungere le Canarie su fragili imbarcazioni, il 40% delle quali fanno naufragio.

Zimbabwe
Il Fondo monetario internazionale ha rifiutato di restituire allo Zimbabwe il diritto di voto all'interno dell'agenzia finanziaria internazionale. Il Fmi ha detto che il Paese africano ha ancora un deficit di 119 milioni di dollari nel piano di riduzione della povertà e di emergenza. Il Fmi ha rimandato la decisione di espellere lo Zimbabwe dopo che questi aveva pagato 120 milioni di dollari di debito al fondo, ma ha preteso che il resto venga saldato entro novembre 2006.

(Fonti: Ansa, Nigrizia, Misna)

America Latina

Cuba
L'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha condannato per la quattordicesima volta dal 1992 l'embargo economico imposto a Cuba dagli Stati Uniti nel 1961, dopo la crisi della Baia dei Porci. La risoluzione di condanna è passata con 182 voti favorevoli, 4 no (tra cui Usa e Israele) e una astensione. Il testo esprime la "necessità di porre fine al blocco economico, commerciale e finanziario". La mozione non è vincolante per Washington, ma mira a togliere anche le sanzioni contro le imprese straniere - americane e non - che fanno affari con l'isola. Nel 2004 Washington ha multato centinaia di suoi cittadini e numerose compagnie, anche italiane, per aver violato l'isolamento commerciale di Cuba.

Brasile
Invece di requisire la terra ai grandi proprietari terrieri, l'Istituto della riforma agraria (Incra) del governo Lula preferisce lasciar disboscare e devastare parchi e riserve lasciando via libera al Movimento Sem Terra perché vi faccia insediare i militanti.
La denuncia, riportata dal quotidiano Estado de S.Paulo, è partita da un noto biologo, Fabio Olmos, uno dei responsabili per la delimitazione di parchi e riserve, ed è stata rilanciata da numerosi altri ambientalisti brasiliani. Olmos definisce senza mezzi termini l'Incra come ''un flagello e una calamità per l'ambiente'', e la politica adottata per l'applicazione della riforma agraria come ''un disastro senza precedenti''.

Cile
Michelle Bachelet, prima donna a essere stata eletta alla più alta carica istituzionale del Cile si è insediata l' 11 marzo alla presidenza del Governo. La cerimonia è stata assistita da un totale di 100 delegazioni di paesi di tutto il mondo. La Bachelet assegnerà ministeri di significativa importanza come la Sanità, le Miniere, l' Economia e la Difesa a donne.

Venezuela
Il Venezuela può permettersi di lanciare anatemi contro il capitalismo e di fare la voce grossa con gli Stati Uniti, il paese che compra il 70 % del suo greggio. Nonostante l'irritazione della Casa Bianca, il Venezuela continua ad attrarre i capitali americani. In base alla legge sugli idrocarburi, le multinazionali del petrolio potranno continuare a operare nel paese, quinto produttore mondiale, a patto che sottoscrivano accordi di "associazioni mista" con la holding energetica statale.

Colombia
La Colombia si appresta a votare. Le elezioni parlamentari si terranno domenica prossima, ma la tensione nel Paese sale. Mentre l'Esercito di liberazione nazionale (Eln) ha dichiarato una tregua per assicurare il regolare svolgimento della tornata elettorale, le Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc) stanno aumentando in modo esponenziale le loro azioni di guerriglia. I colombiani saranno chiamati a scegliere 102 senatori e 166 deputati, usando per la prima volta il voto di preferenza. Grande novità per la Colombia, che fino alle scorse elezioni vedeva passare il turno soltanto i capolista scelti dal partito. Gli analisti la considerano una vera e propria svolta, che trasformerà vecchi costumi, antichi giochi di potere. Ogni cittadino potrà scegliere il proprio rappresentante, scavalcando le vecchie lobby. Non importa il numero che gli è stato assegnato, né tanto meno la posizione, coloro che avranno più suffragi saranno i rappresentanti del popolo in parlamento. Una riforma elettorale, questa, che è nata sulla scia di Paesi come Brasile, Repubblica domenicana, Perù, Panamá ed Ecuador, alcuni dei quali hanno ispirato anche l'introduzione della lista unica per le due camere e dell'uso dell'inchiostro indelebile, considerato garanzia anti-brogli. La gente sta chiedendo che si giunga finalmente ad accordi di pace fra il governo e le formazioni paramilitari responsabili della guerriglia. Il 62,6 percento dei colombiani, secondo un'inchiesta di El Tiempo, il più importante quotidiano nazionale, vuole che il prossimo Governo negozi con la guerriglia. Decisamente in controtendenza rispetto alla politica di repressione militare di Uribe, che ha sempre negato ogni contatto con le Farc.

 

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