Pubblicato su politicadomani Num 56 - Marzo 2006

... E io pago ...
L'8 x mille allo Stato

di Damiano Sansosti

"L'ottanta per cento dell'8 per mille va alle missioni militari: i soldi dei contribuenti italiani sono utilizzati per finalità diverse da quelle previste dalla legge, la volontà dei contribuenti è palesemente ingannta". Così afferma Giulio Marcon, portavoce della Campagna Sbilanciamoci sostenuta dalla società civile italiana.
Da anni ormai i fondi dell'8 per mille previsti dalla Legge n. 222/85, destinati annualmente allo Stato all'atto della dichiarazione dei redditi e da esso direttamente gestiti, vengono utilizzati per gli scopi più disparati, compreso il finanziamento delle missioni militari italiane.
L'art. 48 della legge afferma che tali somme debbono essere destinate "ad interventi straordinari per la fame nel mondo, alle calamità naturali, all'assistenza ai rifugiati e alla conservazione dei beni culturali". Nel 2005, invece, sono state così distribuite: lo 0,9% per la fame nel mondo, lo 0,6 % per i rifugiati, il 13,8% per i beni culturali, il 5,0% per le calamità naturali, e il 79,6% per le missioni e le spese militari.
Dai dati messi a disposizione dalla Camera dei Deputati risulta che in particolare per la missione "Antica Babilonia" in Iraq, dall'estate 2003 all'estate 2005 sono stati spesi un totale di 1,3 miliardi di euro, oltre 2.500 miliardi delle vecchie lire.
"Il trucco contabile utilizzato dal Governo e dal Parlamento - continua Marcon - è quello di ridurre in ogni legge finanziaria il fondo 8 per mille, stornandone una parte per esigenze di finanza pubblica".
La Campagna Sbilanciamoci denuncia questa operazione che continua a far aumentare le spese militari in Italia, già cresciute di oltre il 10% negli ultimi tre anni.
Ma a quanto ammontano realmente le spese militari italiane? E in che rapporto sono le spese militari con le spese sociali? Secondo il Ministro della Difesa le spese militari non supererebbero l'1,5% del Pil. Da altre autorevoli fonti come il Sipri e la Nato, risulta invece che la cifra si aggirerebbe attorno al 2% del Pil.
Trattandosi di spese militari il problema si pone in termini politici, e occorrerebbe un'assoluta trasparenza. Sembra però che le cifre comunicate dal Ministero della Difesa siano solo una "buona approssimazione" della spesa militare italiana. Non si tiene conto infatti della spesa delle "missioni di pace", delle spese per lo sviluppo degli armamenti, della spesa di quei carabinieri che di fatto svolgono compiti militari, dei finanziamenti diretti o indiretti dello Stato a favore dell'industria militare nazionale e per prodotti civili...

 

Spese italiane per la guerra

 

Dati: Ministero della difesa

Dati: SIPRI

Dati NATO

Anno

Val. correnti

% sul PIL

Val. correnti

% sul PIL

Val. correnti

% sul PIL

1997

16041

1,56

19987

1,9

-

-

1998

16004

1,49

21052

2,0

-

-

1999

15935

1,44

22240

2,0

-

-

2000

16963

1,45

24325

2,1

22411

2,1

2001

17777

1,46

24592

2,0

22006

2,0

2002

19025

1,51

25887

2,1

24363

2,1

2003

19376

1,49

24421

1,9

30243

2,1

2004

19811

1,46

25160

-

30642

1,8


Dati in milioni di euro

 

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