Pubblicato su politicadomani Num 55 - Febbraio 2006

Elezioni in Cile
Una vita al servizio del mio Paese
La biografia della donna che è arrivata alla presidenza del Cile, il paese devastato dalla dittatura di un Pinochet che ancora oggi fa parlare di sé a più di vent'anni dall'omicidio di Allende

di P. S.

Santiago del Cile - Michelle Bachelet Jeria, dal 15 gennaio scorso è il nuovo Presidente del Cile. Eletta in un'elezione senza ombre, questa donna di 54 anni, figlia di un generale del presidente Salvador Allende, madre e medico specializzato in scienze militari, è la prima donna presidentessa nella storia del Cile, esattamente 53 anni dopo l'estensione del voto alle donne.
La forza e il coraggio che ha mostrato durante la propaganda elettorale durata più di un anno, in cui ha visitato tutti i posti più remoti della sua amata patria, ci consegnano una donna ben diversa dalla gracile bambina di 1,8 chilogrammi che nacque prematuramente il 29 settembre del 1951. L'infanzia e l'adolescenza di Michelle ci narrano di una famiglia formata da mamma Angela Jeria, il fratello maggiore Betingo e il papà Alberto, generale dell'Aeronautica.
Le passioni della sua giovinezza sono state lo sport, la musica e il canto; come tutti i ragazzi dell'epoca amava i Beatles, e poi la politica. Il 1970 è l'anno della sua iscrizione all'Università del Cile, facoltà di medicina, poi a solo 19 anni decide di entrar a far parte del Partito Socialista (PS). Il suo carattere di leader le ha permesso di essere individuata da subito come leader degli studenti: siamo nello stesso periodo in cui Allende vinceva le elezioni e costituiva il governo dell'Unità Popolare.
Dall'Università Michelle vide con orrore il colpo di Stato di Pinochet l'11 settembre del 73. Da lontano guardava incredula il fumo che fuoriusciva dal palazzo presidenziale de La Moneda e poco dopo, seppe della morte del presidente Allende.
Quel giorno rimarrà impresso per sempre nella sua memoria come il giorno in cui iniziò un periodo di terrore. Suo padre, che in quel periodo era a capo dell'Ufficio di Distribuzione Alimentari, fu accusato dal nuovo governo militare di tradimento della "patria", e fu messo prima agli arresti domiciliari e poi trasferito in carcere dove fu brutalmente torturato. Ferite che danneggiarono profondamente il corpo di Alberto che il 10 marzo del '74 morì d'infarto senza neanche poter abbracciare la famiglia.
I militari avrebbero detto poco tempo dopo la morte del generale che il decesso fu causato "dall'eccessiva pratica sportiva" del generale ma le testimonianze dei compagni di cella dicono che in realtà le ferite delle torture non furono curate.
Spargimento di sangue, detenuti, desaparecidos e violazione dei diritti umani, si moltiplicarono per tutto il paese. La repressione militare obbligava molti cileni a rimanere nell'ombra, molte voci belle e importanti furono messe a tacere. La versione raccontata dai militari sulla morte del padre non convinsero Michelle e la madre che furono arrestate il 10 gennaio del '75 dagli agenti della Dina (Intelligence del governo dittatoriale). In attesa del confino furono segregate nel "celebre" centro di torture di Villa Grimaldi e Cuatro Alamos, dove vennero dapprima separate, e poi picchiate e sottoposte ad atroci torture.
Dal Cile fu trasferita in Australia. In questo periodo le suppliche del fratello Betingo alle autorità australiane - unite all'intervento dell'argentino Roberto Kozak del CIME - riuscirono a far avvicinare Michelle alla mamma anch'essa in esilio ma in Germania. Qui Michelle terminerà gli studi in medicina e sposerà Jorge Davalos dal quale avrà poi il primo figlio Sebastian.
Quattro anni fuori dal Paese, poi il ritorno nel 1977, quando il terrore ancora era al governo, ma la voglia di lottare contro tutto quell'odio di cui era vittima il popolo che lei amava tanto, era più forte della paura. Torna nelle aule dell'Università di Santiago dove si specializza in Pediatria, dopodiché lavora per la ong PIDEE prestando aiuto a figli dei desaparecidos, vittime innocenti del regime. In quel periodo nasce la sua secondogenita Francisca.
Il 1990 è l'anno del ritorno della democrazia in Cile. Decide di specializzarsi in strategie militari e così partecipa al Corso di Difesa Continentale della Scuola Interamericana a Washington DC. Al ritorno in patria, nel 1993, nasce la terza e ultima figlia, Sofia.
Nel 2000 Ricardo Lagos diviene presidente del Cile e Bachelet è scelta come Ministro della Salute. In questa carica realizza importanti riforme per migliorare la qualità e le cure negli ospedali pubblici, per offrire migliori servizi soprattutto alle persone più disagiate. Nel 2002 Lagos decide rimescolare le carte dei ministeri e Bachelet diventa la prima donna nella storia del paese e dell'America Latina ad essere Ministro della Difesa. Occupa l'incarico fino al 1 ottobre 2004, giorno in cui il presidente la libera dall'incarico per darle la possibilità di occuparsi della propria candidatura alla Presidenza della Repubblica.
L'8 settembre 2005 formalizza la sua candidatura. In un anno di campagna visita tutto il Cile, raccogliendo le inquietudini dei cittadini. Purtroppo però le elezioni di dicembre dello stesso anno non furono favorevoli a Michelle, la quale pur ottenendo la maggioranza relativa dei voti non raggiunse il 51% dei voti necessari per diventare Capo dello Stato.
Il risultato lascia due potenziali presidenti: lei e il miliardario Sebastian Pinera, della destra. Al secondo turno, tenutosi lo scorso 15 gennaio, Michelle finalmente raggiunge il traguardo con il 53,49% dei suffragi. È Presidente, "mi Presidente".
Con l'arrivo di Michelle Bachelet alla presidenza della Repubblica inizia un periodo di rinnovamento: un vero segnale di svolta per il Cile e per tutto il mondo.

(Traduzione: Andrea Purcell)

 

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