Pubblicato su politicadomani Num 55 - Febbraio 2006

Lettera alla redazione
Rischiare la pace
Un confronto ardito fra l'insegnamento del teologo e martire Dietrich Bonhoeffer e il pragmatismo di Ariel Sharon, uomo di guerra

di Marco Vitale

In questi giorni ho dovuto interrogarmi perché sento tanto rispetto e affetto per Sharon. In passato non mi piaceva per nulla. Ma ora perché tanti nutrono sentimenti come i miei? Che cosa ha fatto di straordinario questo uomo di guerra?
Io la risposta l'ho trovata in una predica che Dietrich Bonhoeffer tenne nell'agosto 1934 a Fanoe (Svezia), nel corso di una conferenza giovanile internazionale ecumenica sulla pace da lui organizzata da Londra. Il concetto fondamentale è che la pace è l'antitesi della sicurezza e che per sperare di realizzare la pace è necessario rischiare la pace. Sharon ha rischiato la pace, da solo, contro tanti dei suoi e tanti palestinesi e arabi. Ha rotto le metodologie tradizionali, i diplomatismi consueti, ha rovesciato i conformismi, non ha rischiato una conferenza per la sicurezza. Ha capito quello che Bonhoeffer predicava nel 1934: bisogna rischiare la pace.
Io credo che nella nostra vita abbiamo visto altri eventi simili. Kennedy e Krusciov ai tempi dei missili di Cuba hanno rischiato la pace. Gorbaciov ai tempi dello smembramento del blocco sovietico ha rischiato la pace. Bonhoeffer si chiede: "Chi di noi può dire di sapere che cosa succederebbe nel mondo se un popolo invece che con le armi in mano accogliesse il nemico disarmato e in preghiera?" Noi oggi lo sappiamo. Perché è successo a Dresda e a Lipsia e in tanti altri luoghi della Germania dell'Est ai tempi dello sbriciolamento del muro di Berlino e il capo della Stasi (polizia politica) di Lipsia scriverà: "Avevamo pensato ad ogni cosa, ma non avevamo pensato alle candele". E così è successo nei paesi baltici che si sono liberati con i canti, come a Tallin.
Ma nel caso di Sharon la cosa è ancora più forte, più semplice, più evidente, più legata ad un singolo leader che, dopo aver passato una vita in armi con coraggio, ha capito che bisognava "rischiare la pace".
Prego intensamente per lui.

 

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