Pubblicato su politicadomani Num 55 - Febbraio 2006

Addio alla ”dolce furia”
Ramona
Donne che scrivono la storia di un popolo

di Eryka David

Messico, 6 gennaio 2006. "Vi chiedo, di non interrompermi ... mi hanno appena avvisato che la compagna comandante Ramona è morta questa mattina ... Il mondo ha perso una di quelle donne che partoriscono nuovi mondi. Il Messico ha perso una di quelle attiviste che gli sono necessarie. E che a noi hanno strappato un pezzo di cuore". Cosi il delegato Zero, sub-comandante Marcos, ha annunciato durante una conferenza dell'Altra Campagna, della militante, uno dei fondatori della EZLN (l'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale). Era uno degli ultimi giorni di gennaio del 1994 e c'era nebbia fitta nello spiazzo del bosco coperto di muschio: la comandante Ramona, membro del Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno di San Andrés Larráinzar, si era presentata per la prima volta davanti alla stampa. La leadership dell'EZLN rilasciava la sua prima intervista e lei era al fianco degli altri comandanti: David, Felipe, Javier, Moisés, Isaac. Non portava passamontagna, tra i suoi capelli intrecciati già spuntavano alcuni capelli bianchi. David le aveva dato un maglione, non tanto per il freddo, ma per coprire la tunica il cui ricamo avrebbe rivelato la sua comunità di origine. Erano giorni di rigorosa clandestinità. Unica donna, unica monolingue del gruppo incaricato di far conoscere l'EZLN in quel primo incontro con la stampa, Ramona manteneva una posizione marziale, il fucile contro il petto. Silenziosa, andava con lo sguardo dall'uno all'altro dei suoi compagni mentre essi spiegavano ai reporter come, dopo dieci anni di un processo silenzioso e profondo, in centinaia di comunità indigene era stata messa ai voti una decisione di guerra o di pace. "È stato il popolo stesso a dirci di cominciare. Non possiamo più sopportare di morire di fame". Lei assentiva, e alla domanda sul perché delle donne e dei bambini entrassero nelle fila zapatiste, lei, piccola e dolce rispondeva che fra gli indios le donne ancor più degli uomini subivano situazioni di sfruttamento e di oppressione. Si augurava, per la sua gente, la fine di ogni discriminazione, il rispetto per la loro diversità e la loro cultura ed un nuovo ruolo sociale e politico in Messico. A causa della sua malattia la "dolce furia" continuò la sua battaglia in seconda fila. Il governo messicano, sconcertato dalla popolarità di quella donna india e povera, tentò di minarne l'influenza. Nel 1997 venne perfino annunciata la sua morte ma lei riapparve in pubblico. La sua ultima apparizione in pubblico è dello scorso settembre, in occasione del via alla Altra Campagna, un avvenimento che segna un'importante svolta nella storia Zapatista. Ramona è morta per un cancro che l'aveva colpita da ormai dodici anni. Un trapianto di un rene e fatto grazie ad una raccolta fondi, l'ha rubata alla morte per altri dieci anni. Questa piccola-grande donna, figlia di una terra che ha conosciuto la colonizzazione, cresciuta ai margini di un popolo di invasori che ha cercato di imporre le sue leggi e la sua cultura, destinata ad un ruolo servile, decide di portare sulle sue fragili e forti spalle la voglia di riscatto di un popolo desideroso di libertà.

 

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Num 55 Febbraio 2006 | politicadomani.it