Pubblicato su politicadomani Num 54 - Gennaio 2006

Vendetta di Stato
Strumenti di morte
Più che pena, quella capitale può essere considerata una vera e propria forma di tortura


La sedia elettrica
Dopo che il detenuto è stato legato alla sedia elettrica vengono fissati elettrodi di rame inumiditi alla sua testa e ad una gamba. Potenti scariche elettriche, applicate a brevi intervalli, causano la morte per arresto cardiaco e paralisi respiratoria. Il procedimento procura effetti visibili devastanti: tutti gli organi interni sono ustionati. Benché lo stato di incoscienza debba subentrare dopo la prima scarica, in alcuni casi questo non accade.

L'iniezione letale
La procedura somiglia a quella utilizzata per effettuare un'anestesia totale, ma le sostanze iniettate sono in dosi letali. Nell'iniezione endovenosa viene utilizzata una dose mortale di un barbiturico ad azione rapida in combinazione con un agente chimico che paralizza il diaframma in modo da bloccare il movimento dei polmoni.
I sostenitori dell'iniezione letale sostengono che questo è il metodo di esecuzione più umano. Tuttavia possono insorgere varie complicazioni: se il barbiturico anestetico non agisce rapidamente il condannato può essere cosciente mentre i suoi polmoni si paralizzano e soffoca.

La camera a gas
Il condannato viene fissato ad una sedia in una camera a tenuta stagna. Viene quindi liberato gas cianuro che uccide in breve tempo il condannato. La morte avviene per asfissia. Lo stato d'incoscienza può subentrare rapidamente, ma l'esecuzione durerà più a lungo se il condannato trattiene il fiato o respira lentamente.

L'impiccagione
La morte avviene rapidamente per asfissia ad opera di un cappio posto attorno al collo e fissato per l'altro capo ad un sostegno. La perdita di coscienza è quasi immediata. Il peso del corpo abbandonato nel vuoto o inclinato in avanti, grava sul cappio determinandone la chiusura e la conseguente azione comprimente sulle vie respiratorie. Questo metodo lascia vari segni, sia interni che esterni: il condannato diventa cianotico, la lingua sporge in fuori, i bulbi oculari escono dalle orbite, si verificano lesioni vertebrali e fratture interne.

La fucilazione
L'esecuzione viene eseguita da un plotone composto da un numero di fucilieri che varia da sei a diciotto; non tutte le armi sono cariche. Dopo la prima scarica l'ufficiale che comanda il plotone, si avvicina al condannato e, in caso di mancato decesso, gli spara alla tempia o alla nuca: è il colpo di grazia.

La ghigliottina
La macchina per la decapitazione è composta da due travi parallele issate verticalmente, incavate al centro e unite in alto da una traversa, e da una lama obliqua, legata con una fune alla traversa. Il condannato pone il collo in una struttura tipo gogna dalla quale passerà la lama obliqua. Viene liberata la fune e la lama scivola lungo le due travi tagliandogli di netto la testa che cade nel cesto, posto davanti alla ghigliottina.

La lapidazione
In alcuni paesi è ancora usata. Il condannato viene ucciso mediante il lancio di pietre.

La garrota
Strumento che provoca la morte per soffocamento. Consiste in un anello di ferro fermato ad un palo che progressivamente viene ristretto mediante viti, provocando lo strangolamento del condannato.

 

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Num 54 Gennaio 2006 | politicadomani.it