Pubblicato su politicadomani Num 54 - Gennaio 2006

Privatizzazione dei servizi idrici
Sos acqua in Sudafrica
Aumento delle tariffe, peggioramento dei servizi, condizioni igieniche più precarie, colera

di m.m.

Attenti a questi nomi: Biwater, Saur, Suez, Veolia. Potremmo, in un futuro non troppo lontano, dovercene occupare per impedire che facciano anche da noi gli stessi danni che hanno fatto in Africa, complici molti dei governi corrotti di quei paesi, la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale, l'incompetenza della gente e il solito ben orchestrato tam tam pubblicitario a favore delle multinazionali dell'acqua. Difficile però andare effettivamente a vedere in che modo questi signori operano, che tipo di servizio danno e a quale prezzo. Per capire a quale pericolo si va incontro nell'affidare a questi squali dell'acqua la proprietà e i servizi di un bene così essenziale occorre andare a informarsi sulla rete o leggere qualche stampa meno prona di tante e più autentica.
Prendiamo per esempio il caso del Sudafrica. Nel 1994, dopo una lotta devastante, e alla fine vittoriosa, contro l'apartheid, il nuovo governo di Mandela aveva affidato a privati la gestione delle risorse idriche del paese sperando così di superare l'annoso problema della inefficienza del sistema statale.
Le amministrazioni delle grandi città avevano diviso le città in grandi blocchi nei quali erano applicate diverse tariffe, a seconda del consumo di acqua. Con questa logica: ai blocchi che consumavano una maggiore quantità di acqua erano applicate tariffe più basse rispetto a quelli che ne consumavano di meno. Una logica perversa, considerando che sono proprio le comunità più povere quelle sprovviste di servizi idrici, anche i più elementari. Nel 1999 passò un gigantesco programma di privatizzazione - voluto da BM e FMI - nel quale le maggiori multinazionali erano direttamente coinvolte in cinque grandi distretti. Pieno recupero dei costi, era questo l'imperativo categorico delle multinazionali sostenute dai due organismi internazionali. In seguito alle privatizzazioni, dopo un anno di tempo nel 2000, il Sudafrica venne colpito dalla più grave epidemia di colera mai verificatasi. Cosa era successo? Tanto per fare un esempio, nel distretto di Nkobongo la Siza, il maggior azionista della Saur che nel distretto aveva vinto l'appalto trentennale dei servizi idrici, aumentò le bollette dell'acqua fino al 140%. A quel punto gran parte della popolazione che non poteva più permettersi di sostenerne i costi dovette fare a meno dell'acqua. Per evitare "appropriazioni indebite" del prezioso liquido, la compagnia adottò un sistema semplice e geniale: un contatore dell'acqua che funziona con schede prepagate, nel momento in cui nella scheda non c'è più credito si interrompe il flusso dell'acqua. Un altro sistema è l'applicazione di un sistema a "freno a disco": se il cliente non può più pagare viene inserita in uno dei due tubi delle condotte idriche una lastra che lascia passare un filo d'acqua solo per poche ore al giorno.
Aumento delle tariffe, inefficienza dei servizi, scarsa manutenzione, interventi di riparazione lenti e imprecisi, acqua che arriva a intermittenza. Tutto ciò significa non poter utilizzare lo scarico del bagno, non potersi lavare le mani, condizioni igieniche disastrose, malattie e contagi, colera.

 

Homepage

 

   
Num 54 Gennaio 2006 | politicadomani.it