Pubblicato su politicadomani Num 54 - Gennaio 2006

Economia
Mario Draghi, nuovo Governatore
Cambiamento ai vertici della Banca d'Italia. Il ruolo del Governatore potrebbe essere profondamente diverso dal passato

 

Senza nulla togliere al valore e alle qualità di Mario Draghi, nuovo Governatore della Banca d'Italia, più che sulla sua figura (certamente di enorme prestigio, non posso che unirmi al coro di lodi che si stanno tessendo sulla sua figura di professionista dell'economia e delle finanze) vorrei puntare l'attenzione sul ruolo del nuovo Governatore.
È infatti il suo ruolo che dal 2002 è cambiato. Da quando cioè la BI ha perso, a favore della Banca Centrale Europea, la sua sovranità in fatto di politica economica e monetaria interna e internazionale. Nelle politiche economico-finanziarie nazionali rimane e diventa anzi prevalente il suo ruolo di sentinella della correttezza delle operazioni e di arbitro imparziale della concorrenza. Più importante in campo internazionale è il ruolo della BI in riferimento all'indirizzo delle politiche economico-finanziarie che coinvolgono tutti i paesi della zona euro; politiche che debbono essere decise dalla BCE, di concerto con le Banche Centrali Nazionali. Il ruolo internazionale delle Banche nazionali è tanto più efficace quanto maggiore è la credibilità della banca. Si tratta di una credibilità che si costruisce nel tempo ma che basta anche solo un episodio a mettere in crisi. E, certamente, i recenti fatti che hanno portato alle dimissioni di Fazio non hanno contribuito alla credibilità della Banca d'Italia.
Certo, la struttura della BI (vedi articolo "Storia della Banca d’Italia" in questa pagina) è tale che, in epoca di vertiginosa caduta di tensione morale nelle istituzioni pubbliche, di gigantesche commistioni fra potere economico e potere politico, di spaventosi conflitti di interesse mai risolti, scivoloni come quelli degli ultimi tempi che hanno visto coinvolti i vertici del mondo della finanza e della produzione erano, forse, inevitabili.
Il pressapochismo tipicamente italiano e perfino l'incapacità di indignarsi sul serio hanno fatto il resto. La situazione, già seria, aggravata peraltro da atteggiamenti a dir poco sconcertanti in sede internazionale, si è irrimediabilmente deteriorata. In pochi mesi è stata messa in seria crisi una credibilità che la Banca d'Italia si era costruita nel corso di oltre un secolo con l'abilità, la pazienza e il sacrificio personale di tanti Governatori.
Ora, però, con l'articolo 19 della nuova legge sulla tutela del risparmio - passata, fra l'altro, con voto di fiducia e, quindi, senza alcuna possibilità di migliorane i contenuti - dietro la modifica della durata in carica del Governatore, si nasconde in realtà il tentativo di limitare la sua autonomia dal potere politico. Quei sei anni di carica rinnovabili una sola volta sono una seria ipoteca sulla sua libertà. "La nomina del Governatore è disposta con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, sentito il parere del Consiglio superiore della Banca d'Italia." Recita così il comma 8 dell'art. 19.
Fino a Fazio il Governatore designato era del tutto indipendente dal potere politico. A partire da Draghi la conferma, dopo sei anni, dipenderà dal gradimento del governo.
Ecco perché Draghi non è il nono governatore della Banca d'Italia ma solo il primo di una nuova serie di personaggi. I nuovi Governatori non avranno più, come in passato, tutto il tempo necessario a portare avanti un disegno di largo respiro, dovranno contingentare i tempi dei loro progetti, magari anche forzandoli un poco. Dovranno, più dei loro predecessori saper parlare ai politici; ma questa volta potranno farlo da una posizione personale obiettivamente molto più debole rispetto ai loro predecessori, perché peserà su di loro l'incognita del secondo mandato. Probabilmente sarà per loro perfino un po' più difficile trovare piena collaborazione. Certamente il loro compito sarà più difficile. Solo il tempo potrà dire se saranno all'altezza dei loro predecessori.

Le funzioni della BI
La Banca d'Italia esercita funzioni bancarie. Fa parte del Sistema Europeo delle Banche Centrali (SEBC). Emette banconote, in euro dal 2002 e le distribuisce attraverso le sue filiali. Annulla, ritira e distrugge le banconote deteriorate.
Vigila sull'operato delle banche e di altri intermediari finanziari. Emana regolamenti, impartisce istruzioni, assume provvedimenti. Promuove e difende la concorrenza bancaria. Combatte riciclaggio e usura. Supervisiona i mercati monetari e finanziari.
Fa parte della Banca Mondiale (BM) e del fondo Monetario Internazionale FMI) e contribuisce alle politiche e alle decisioni dei due istituti internazionali.
Offre consulenze sullo stato dell'economia agli organi istituzionali. La Relazione annuale del Governatore è uno dei documenti più attentamente valutati dalla opinione pubblica, dagli organi di informazione, dai settori economici e finanziari del Paese, dalle Istituzioni tutte. La relazione contiene indicazioni di politica economica per il Governo e giudizi motivati sul suo operato.

 

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