Pubblicato su politicadomani Num 54 - Gennaio 2006

Il signoraggio
Il guadagno delle banche

 

La parola signoraggio indica l'insieme delle entrate derivante dal battere moneta. Il termine deriva dalla parola neolatina "signore" (francese "seigneur"): nel Medioevo erano appunto i signori feudali i titolari del diritto di battere moneta e quindi i beneficiari del guadagno che ne derivava.
Oggi questo diritto appartiene allo Stato e nell'ambito delle moderne scienze economiche la stessa parola, signoraggio, indica ciò che il detentore del diritto di battere moneta trae dall'effettivo esercizio di tale diritto. Nel caso dei paesi appartenenti all'area dell'euro, il diritto di signoraggio appartiene ai singoli Stati per quanto riguarda le monete ed alla BCE per quanto riguarda le banconote.
Microstati come la Repubblica di San Marino e la Città del Vaticano sfruttano il signoraggio come fonte di entrate per il bilancio dello Stato, emettendo monete che vengono poi assorbite dal mercato dei collezionisti.
Negli Stati Uniti, nei tardi anni novanta venne emessa una nuova serie di monete da 25 centesimi (quarters). Qualche tempo dopo si scoprì che le nuove monete incontravano il favore di molti collezionisti, che le toglievano dalla circolazione. Poiché alla zecca statunitense ogni pezzo da 25 cent costava 5 cent, il Tesoro statunitense guadagnava ogni volta che una persona "comprava" una moneta e sceglieva di non spenderla. Il Dipartimento del Tesoro degli USA ha calcolato di aver guadagnato circa 5 miliardi di dollari in diritti di signoraggio (ad aprile 2005).
Il guadagno è il risultato del fatto che da un lato il denaro emesso dalla Banca Centrale viene conservato dai soggetti economici di un Paese (costituendo di fatto un titolo di debito a interesse negativo), dall'altro i titoli in valuta straniera detenuti come riserve dalla banca centrale fruttano interessi. Un altro ricavo si ottiene tramite l'inflazione che si genera con l'aumento dell'offerta di moneta.

 

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