Pubblicato su politicadomani Num 54 - Gennaio 2006

Pena di morte
Addio a Stanley "Tookie" Williams
"Terminator" Arnold Schwarzenegger lascia che la giustizia dell'occhio per occhio compia il suo corso


San Francisco (Stati Uniti). Nella prigione di San Quintino, il 13 dicembre 2005, è stato giustiziato con un'iniezione letale, Stanley 'Tookie' Williams.
Condannato a morte nel 1981 per l'uccisione di quattro persone nel corso di due rapine, Williams si è sempre dichiarato innocente.
Nel 1971 fondò insieme a Raymond Washington, la banda dei Crips, una delle più antiche e note gangs di Los Angeles, in California. Nata per rispondere ai soprusi e alla violenza di altre bande nelle strade - come da Williams affermato -, la banda iniziò ben presto ad essere coinvolta in casi di omicidio e droga anche in altre parti d'America. I loro metodi divennero popolari in tutto il sud di Los Angeles e più bande di giovani si unirono a loro. I membri della gang si identificavano per l'uso di una bandana azzurra, che negli anni più recenti hanno cessato di usare per non attirare l'attenzione della Polizia. Tuttora la banda è composta largamente da neri, anche se, in seguito alla sua espansione, è diventata multirazziale. I Crips sono rivali con le gangs dei Bloods e dei Chinano.
Per arginare la violenza tra i Crips e i Bloods, è stato recentemente negoziato un trattato di pace basato in larga misura proprio sugli ideali portati avanti da Williams in prigione. Qui l'ex leader della gang, dopo aver rinnegato il suo passato violento, ha mutato così radicalmente il suo atteggiamento, che è divenuto un'icona della lotta alla criminalità. Ha scritto libri per bambini e libri contro la violenza per allontanare i giovani da quella cultura delle bande giovanili, che proprio lui aveva contribuito a creare. È stato candidato per ben cinque volte al premio Nobel per la Pace e quattro volte al premio Nobel per la Letteratura.
Certo non era l'unico e neppure il migliore nella lotta contro la violenza. In lui però c'era una profonda conoscenza di quel meccanismo, anche quello più profondo e nascosto, che spinge un ragazzo nero americano a credere che l'appartenere a bande giovanili sia l'unica possibilità di esistenza.
Anche il presidente Bush, nel 2004 ha premiato Williams "per aver dimostrato, attraverso molteplici opere di bene dietro le sbarre, il carattere eccezionale dell'America". Tutto questo però non è bastato a salvargli la vita.
"Un omicidio a sangue freddo" ha commentato la Sezione Italiana di Amnesty International. "Un uomo è stato ucciso in nome di una 'giustizia' che la ragione e il senso morale di larga parte del mondo, considera un'aberrazione non più sopportabile", ha dichiarato Walter Veltroni, sindaco di Roma. "Uccidere una persona che ha passato 25 anni nel braccio della morte equivale ad uccidere un innocente, una persona che forse, e sottolineo forse, non era estranea al delitto, sicuramente però una persona 'diversa' da quella del delitto", ha commentato Sergio D'Elia, segretario di "Nessuno tocchi Caino".
I legali di Williams avevano presentato ricorso alla Corte Suprema dello Stato e chiesto un rinvio dell'esecuzione, per poter ascoltare un testimone a favore del loro assistito, mai ascoltato prima. Ma i giudici della Corte avevano trovato questa motivazione "senza fondamento" e hanno rigettato la richiesta all'unanimità.
Neppure la richiesta di grazia, firmata da migliaia di persone, presentata al governatore della California Arnold Schwarzenegger, ha sortito esito migliore. Il governatore non ha accolto la richiesta di grazia e le ragioni da lui fornite sono state tre. La prima era riferita al fatto che i risultati della lotta di Williams contro la criminalità "non sono così evidenti, visto che la lotta fra le bande a Los Angeles "continua a far parte della nostra realtà". Questo come dire che in Italia, l'impegno e la morte dei giudici Falcone e Borsellino sono stati inutili, visto che anche "cosa nostra" continua a far parte della nostra realtà. La seconda motivazione addotta riguardava la redenzione di Williams. Schwarzenegger sosteneva che è difficile credere alla sua redenzione perché "non si è pentito dei delitti per cui è stato condannato a morte, e se non c'è pentimento non può esserci redenzione". Questo appare ancora più incongruente, visto che Williams si era pentito di tutto quello che aveva fatto, ma non di quei quattro delitti, per i quali si era sempre dichiarato innocente. Per la terza ragione, il governatore si è attaccato alla dedica del suo libro, "Life in Prison". Il libro, del 1998, era stato dedicato da Williams a gente come Nelson Mandela, Angela Davis, Malcom X, Leonard Peltier, Dhoruba Al-Mujahid e molti altri. Per il governatore si trattava di un elenco "curioso, perché molti di loro hanno un passato violento".
All'esecuzione, durata 22 minuti, hanno assistito 39 testimoni. Tra loro 17 giornalisti, alcuni parenti delle vittime e 5 persone care al condannato. I testimoni hanno descritto la difficoltà del medico che non riusciva ad infilare l'ago nel braccio del condannato. Williams, che ha voluto indossare fino alla fine i suoi occhiali, ha lasciato che cercassero le sue vene senza opporre resistenza, vigile fino alla fine mentre guardava i presenti e le persone a lui care.

 

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Num 54 Gennaio 2006 | politicadomani.it