Pubblicato su politicadomani Num 54 - Gennaio 2006

Ieri come oggi: niente di nuovo
23 giugno 1999, mercoledì
Un utile esercizio per non perdere la memoria. La rilettura di un quotidiano di sei anni e mezzo fa rivela come i problemi della nostra politica siano sempre gli stessi

di Gladius

Non cercate nella vostra memoria cosa sia successo in quella data. Quel giorno non è successo assolutamente niente degno di particolar nota.
Quel giorno è solo la data di un Corriere della Sera emerso, insieme ad altri giornali dello stesso periodo, dai meandri di una polverosa cantina.
Sette anni fa quali erano i problemi dibattuti?
Sembra che l'onorevole Fini, allora all'opposizione e attuale vicepremier, proponesse un referendum per l'eliminazione della quota proporzionale e del finanziamento pubblico ai partiti. Oggi, redento dal tragico errore per intercessione di Silvio, suo eterno nume tutelare, si è scoperto propugnatore del ritorno al sistema proporzionale tout court. Mirabile esempio di coerenza politica: il maggioritario per vincere trionfalmente - il governo di centro-sinistra era allora alle corde - il proporzionale per perdere con poco danno. A sua volta l'attuale premier tuonava contro il medesimo governo, sostenendo che i Popolari erano schiacciati dai Comunisti, eterno spettro agitato dal Cavaliere convinto, forse a ragione, che gli italiani non si siano accorti che nel mondo qualcosa è cambiato, negli ultimi vent'anni.
E a sinistra? Freddezza e tensioni tra Prodi e D'Alema. Fantasiosi e incomprensibili rimescolamenti all'interno del Centro, con trattative, intrighi e quant'altro tra Mastella, Martinazzoli, Marini, le più illustri personalità emerse dalla frantumazione della DC. Frattura all'interno dei socialisti dello SDI: Intini contro il presidente Boselli, a cui chiede l'uscita del partito dal governo - ma non dalla maggioranza - per poter, forte del misero 2,2 per cento dei voti rimediato alle elezioni europee "piantare una grana al giorno, incalzare Palazzo Chigi, diventare la formazione politica più stimolante e aggressiva". Consueta teoria del rompere le scatole per dimostrare di esistere, propugnata indefessamente anche da Bertinotti.
E gli italiani, non ancora oppressi dall'Euro? Sfiduciati e demoralizzati da una coalizione di governo capace di dare un'immagine di sé persino peggiore della propria politica, pronti a credere alle balle del primo venditore di tappeti contraffatti apparso sulla scena. Ma forse, allora, almeno uno dei nostri consueti incubi quotidiani sembrava volgere al tramonto: le file negli Uffici Postali. Per iniziativa dell'allora ministro della Funzione Pubblica Angelo Piazza si promuovevano una serie di regole volte a contenere i tempi di attesa agli sportelli entro e non oltre i 15 minuti, con possibile denuncia dei direttori degli uffici che non avessero fatto rispettare i limiti previsti. Il successo di tale lodevole iniziativa è sotto gli occhi di ognuno di noi.
Una buona notizia per il nostro patrimonio storico-archeologico: l'apertura al pubblico della maestosa Domus Aurea, la reggia di Nerone sul colle Oppio, dopo una ventennale campagna di scavo e di restauro. Peccato che sette anni dopo l'edificio, rimasto integro sotto terra per quasi 2000 anni, sia stato chiuso per il concreto pericolo di crolli.
In ultimo c'è anche la risposta ad una lettera di un lettore da parte di Indro Montanelli, di cui si sente sempre più la mancanza in quest'epoca di omologazione e di banalità dell'informazione. Oggetto della lettera è la legge sull'aborto, argomento sempre di moda, se non altro per sollevare pretestuosi e inutili dibattiti volti solo ad un presunto rientro di voti (leggasi Casini). E la risposta del grande giornalista è persino disarmante nella sua semplicità. Montanelli ricordava che di fronte a tematiche tanto delicate che toccano profondamente le coscienze individuali, riproposte periodicamente all'opinione pubblica, gli italiani già avevano espresso la propria opinione con il referendum del 1981, opinione che, tranne le minoritarie posizioni degli antiabortisti radicali, non appariva - né appare tuttora - cambiata. E questa, purtroppo, è un'altra caratteristica costante dei nostri politici: sollevare problemi inesistenti o già risolti per sviare l'attenzione dai problemi concreti che, a quanto pare, non sono molto cambiati dal 1999 ad oggi.
Solo una cosa sembra cambiata dal 1999 ad oggi, e ne avremmo fatto volentieri a meno: la Ferrari non vince più.

 

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