Pubblicato su Politica Domani Num 53 - Dicembre 2005

Le multinazionali dell'acqua

 

Idromafia. È la nuova frontiera del profitto a spese di un bene pubblico indispensabile. Le grandi multinazionali del profitto, sostenute dalle istituzioni finanziarie internazionali quali la Banca Mondiale (BM), il Fondo Monetario Internazionale FMI), e la Banca Interamericana di Sviluppo (BIS) si stanno impadronendo della risorsa acqua. Due di queste, Bechtel e Monsanto, entrambe degli Stati Uniti, sono impegnate a privatizzare e controllare le risorse idriche di paesi come l'India, il Messico e la Bolivia. Altre due, Vivendi e Suez, francesi, si stanno impadronendo dell'acqua del mondo e ad oggi controllano l'accesso all'acqua potabile di oltre 100 milioni di persone.
Quella dell'acqua sarà l'emergenza del secolo in corso. Lo è già in molte regioni del mondo, Italia inclusa (vedi "Gli otto mali dell'acqua in Italia", su questo numero). Come riusciremo a difenderci dalla lunga mano di questo nuovo tipo di mafia? In Bolivia, in seguito alle pressioni della BM sul governo perché privatizzasse l'acqua, la Bechtel riuscì ad ottenere il controllo del sistema idrico della città di Cochamba. Subito dopo i prezzi aumentarono del 40% e l'accesso all'acqua diminuì. Il popolo però, organizzandosi in resistenze collettive, è riuscito a riprendersi il controllo sull'acqua potabile.
Quello della privatizzazione dell'acqua è un altro degli sciagurati sistemi imposti dal FMI ai governi dei paesi più poveri per far fronte ai loro debiti. Sedici di essi sono stati costretti a farlo nel solo 2000. tre di questi sono nell'America Centrale, otto appartengono all'Africa Subsahariana.
In Messico - dove il controllo dell'acqua è strettamente nelle mai della multinazionale Sues, oltre che della Vivendi e della Monasnto - le stime ufficiali parlano di oltre 12 milioni di persone che non hanno accesso all'acqua potabile. I quartieri popolari non possono più godere di quote fisse per l'acqua e il prezzo dell'acqua continuerà ad aumentare gravando sui poveri e sui poverissimi.

Il rubinetto e la bottiglia a confronto
Un litro di Perrier costa più di 1.000 litri dell'acqua di rubinetto più cara d'Italia - quella di Forlì - e quasi 3.000 volte di più dell'acqua potabile di Milano. L'acqua minerale più economica - la Panna - costa 500 volte di più dell'acqua di Torino.
Il successo di mercato delle acque minerali è uno scandalo. Ci troviamo di fronte allo sfruttamento a fine di lucro di un bene domaniale pubblico che, secondo quanto ha riconfermato la legge sull'acqua del 1994 (la legge Galli), fa parte del patrimonio inalienabile delle Regioni. Lo sfruttamento avviene con il beneplacito formale ed esplicito delle autorità pubbliche. Le Regioni hanno ceduto il diritto di gestione delle acque minerali a delle tariffe ridicolmente basse.
Il caso della Lombardia, una delle regioni a più alta densità di fonti minerali illustra bene la situazione. Su più di 1 miliardi di euro che rappresenta il business delle acque minerali in Lombardia (su un valore totale nazionale di 2,25 miliardi di euro), per otto miliardi di litri d'acqua estratti, di cui solo due miliardi e mezzo sono stati imbottigliati e venduti (che fine hanno fatto gli altri 5,5 miliardi di litri estratti?), la Regione Lombardia ha visto arrivare nelle sue casse meno di 150 mila euro, una miseria rispetto agli incassi delle imprese private.

 

I prezzi dell'acqua

Quanto costano in città 200 mc di acqua, pari al consumo medio di una famiglia in un anno

Le più care

Le più economiche

Forlì

283,94

Milano

103,87

Cesena

260,57

Torino

106,76

Bari-Taranto-Foggia

253,18

Piacenza

107,10

Ferrara

251,01

Udine

119,62

Livorno

241,71

Venezia

122,03

Reggio Emilia

240,15

Novara

124,88

Prato

237,81

Gorizia

127,40

Ravenna

236,35

Roma

137,44

Empoli

228,21

Cosenza

144,32

Firenze

220,42

Bergamo

147,02

Fonte: Federconsumatori 2003

 

Prezzo medio di alcune principali acque minerali in vendita in Italia (al litro)

Perrier

1,48

Fiuggi

1,18

San Pellegrino

0,49

Sangemini

0,45

Evian

0,43

Uliveto

0,36

Rocarette

0,33

Levissima

0,30

Ferrarelle

0,28

Panna

0,27

Fonte: Altro Consumo 2003

 

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