Pubblicato su Politica Domani Num 53 - Dicembre 2005

Il latte che uccide

 

Nelle società povere i bambini allattati artificialmente sono esposti alla morte 25 volte in più di quelli allattati al seno.
La prima ragione è da ricercarsi nella denutrizione dovuta al fatto che molte famiglie guadagnano troppo poco per attenersi alle dosi prescritte. Secondo uno studio del War on Want, nel 1974, in Nigeria, il costo dell'alimentazione artificiale di un bambino di tre mesi rappresentava il 30% del salario minimo di un operaio. Il costo passava al 47% quando il bambino raggiungeva i 6 mesi. Se consideriamo che dall'80 al '90 i salari sono diminuiti del 30-40%, non deve stupire se il latte è annacquato diverse volte più del prescritto, con il risultato finale che i bambini diventano rachitici e sottopeso fino a morire.
La seconda ragione per cui l'allattamento al biberon uccide, è la mancanza di igiene.
L'acqua con cui il latte è preparato è spesso malsana ed è impossibile sterilizzare biberon e tettarelle. Mamme con pochi soldi, poche comodità e poche conoscenze igieniche somministrano ai loro bambini latte allungato in biberon a malapena sciacquati, con tettarelle esposte all'aria, su cui si posano di continuo decine di mosche. Le inevitabili conseguenze sono infezioni intestinali che provocano diarree mortali.

Comunicato ai lettori
Quando i contenuti di questa pagina sono stati decisi e l'impaginazione era già stata fatta lo scandalo del latte per neonati Nestlé, contaminato con ITX (i cui effetti sulla salute sono ancora ignoti), non era ancora scoppiato. Ad oggi, sono stati ritirati dal mercato 30 milioni di litri di latte per neonati. Indipendentemente o meno dalla loro tossicità, è augurabile che questo latte non diventi un "dono" per i paesi del terzo mondo. Sappiamo che sarebbe aberrante, ma è cattiva abitudine dei ricchi disfarsi di qualcosa dandola ai poveri.

 

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