Pubblicato su Politica Domani Num 53 - Dicembre 2005

In Breve

 

Maglia nera
I dati OCSE sul consumo di acqua in Italia sono allarmanti. Siamo il Paese dell'Ue che preleva la più alta quantità d'acqua pro-capite di tutta la comunità: 980 mª/ab/anno, il doppio della Grecia e comunque più della Spagna (890) e della Francia (700). Siamo al primo posto come prelievi per usi domestici (249 l/ab/giorno), molto più della Francia (156) e dell'Austria (162).
Siamo ai primi posti in Europa come rapporto tra acqua prelevata e disponibilità della risorsa (secondi con il 32% dopo il Belgio).
Lo spreco derivante dalle perdite degli acquedotti, è mediamente dell'ordine del 30% con punte superiori al 50% (la media europea è intorno al 10%).

La misura della civiltà
La civiltà di una nazione si misura anche con la lunghezza delle sue fognature e la quantità di acqua potabile disponibile. In Italia ci sono fognature solo per il 52,5% della popolazione e i servizi di depurazione coprono il 62% del fabbisogno totale. Un terzo degli italiani non hanno ancora un accesso regolare e sufficiente all'acqua potabile.
Troppo poco per un paese che si vanta di essere fra i grandi 8 del mondo industrializzato.

Emergenza nel mondo
Il consumo di acqua dolce si è sestuplicato tra il 1900 e il 1995, più del doppio del livello di crescita della popolazione. Circa un terzo della popolazione mondiale già vive in Paesi considerati ad emergenza idrica - questo accade quando il consumo supera del 10% il totale dell'offerta-. Se questo trend dovesse continuare, 2/3 della popolazione della terra vivrà in queste condizioni nel 2025.
Lo dice Kofi Annan in "We the peoples", 2000

Potabilità e purezza
La quantità di nitrati nell'acqua è indice della presenza di sostanze nocive. I valori massimi consentiti perché l'acqua sia potabile sono stati fissati dall'OCSE: 50 mg/l (milligrammi per litro). L'acqua del rubinetto delle città italiane è buona. In alcune città perfino eccellente (condizione OCSE di eccellenza: meno di 5 mg/l). Va dai 3,8 mg/l di Roma, ai 24,3 mg/l di Milano. Curioso che sia previsto un limite di concentrazione di sostanze inquinanti per le acque potabili ma non per le acque minerali.

Indici di consumo
In Europa con un metro cubo di acqua si producono mediamente beni per un valore di circa 96 euro. In Italia il valore è solo 41 euro/mª contro circa 120 della Germania e 200 dell'Olanda. Uno dei peggiori indici di consumo di acque per unità di prodotto industriale è il nostro.
Anche in agricoltura le cose non vanno bene: siamo uno dei paesi europei a più alto consumo di acqua per ettaro irrigato. In agricoltura il nostro paese consuma tra il 50% e il 60% di tutta l'acqua disponibile.

La legge Galli
La legge 36/1994 (Galli) sulla gestione delle risorse idriche stabilisce il principio generale che "tutte le acque sono pubbliche", anche quelle sotterranee. Definisce inoltre i criteri per l'organizzazione delle strutture per la gestione delle acque, considerandone in modo integrato l'intero ciclo, dall'approvvigionamento alla depurazione.
I cardini della legge sono:
- la gestione delle infrastrutture che riguardano le acque (acquedotti, fognature, depuratori) deve essere gestita in modo unitario a livello di ambiti territoriali ottimali (ATO);
- la gestione deve tendenzialmente mirare alla copertura integrale dei costi tramite l'applicazione di una tariffa.

 

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