Pubblicato su Politica Domani Num 53 - Dicembre 2005

Tra fede e politica

 

Per quale motivo la devozione nei confronti dei Re Magi ebbe tale rilievo nel Medio Evo?
È vero che l'adorazione dei Magi coincide con il primo riconoscimento della particolare natura di Gesù, motivo questo che fece sì che la festività dell'Epifania avesse, in origine, un'importanza superiore alla stessa Natività. Ma, oltre a questo, altri motivi simbolici decretarono la diffusione e il successo di questo culto. Chi erano questi personaggi misteriosi che si inginocchiarono al neonato Gesù, il figlio di Dio e Dio egli stesso?
In primo luogo, secondo la tradizione, erano dei re, quindi dei capi politici, i quali, inginocchiandosi, riconoscevano in Cristo un potere superiore al proprio. È la regalità terrena che si prostra ai piedi del Sovrano celeste. In un'età, i primi secoli del secondo millennio, caratterizzata dallo scontro tra Papato e Impero, la venerazione tributata dai Re Magi a Gesù Bambino si permea di significati politici di estrema attualità per l'epoca: è l'affermazione della superiorità del potere spirituale sul potere temporale. Simboleggia, quasi fosse un omaggio feudale, l'auspicata sottomissione dell'Impero alla Chiesa di Roma, secondo una concezione teocratica che va da Gregorio VII a Innocenzo III fino a Bonifacio VIII. Respinta nella sostanza dagli imperatori, questa concezione susciterà aspre critiche anche in altri strati del pensiero cristiano, basti pensare a Dante Alighieri e alle sue teorie politiche e religiose esposte nel trattato De Monarchia. Secondariamente, oltre che re erano dei Magi, ovvero, più che dei maghi, nell'accezione negativa odierna del termine, dei sapienti, probabilmente dei sacerdoti zoroastriani provenienti dalla Persia. Ma questi sapienti erano detentori di una saggezza pagana che si inginocchia di fronte alla rivelazione divina, riconoscendo così la superiorità del messaggio cristiano, di cui la Chiesa romana si proclamava unica legittima interprete. In ultimo, i Re Magi erano degli stranieri. Il loro omaggio a Gesù prefigura quindi la conversione al Cristianesimo delle popolazioni barbariche - uno dei fenomeni storici di maggiore importanza nell'Alto Medioevo - e il loro riconoscimento dell'unica via verso la salvezza.

 

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