Pubblicato su Politica Domani Num 53 - Dicembre 2005

Atti concreti di aiuto allo sviluppo
Dai micro-progetti alle micro-imprese
Come con 2500 euro si possono fare "miracoli"

di Antonio Crimella

"Grazie a più di 22 mila microprogetti di sviluppo e al successo della formula dell'adozione e sostegno a distanza, oggi nasce una nuova formula: quella della micro-impresa, sostenuta nei paesi in via di sviluppo tramite la società civile, i piccoli imprenditori, il volontariato e la carità del nostro Paese". È il pensiero di Giuseppe Rotunno, segretario generale del Comitato Cattolici Civiltà dell'Amore, che il 10 novembre scorso a Roma ha partecipato all'incontro su "Azione umanitaria e sinergie tra Santa Sede e l'Italia nell'aiuto allo sviluppo", nell'ambito delle giornate sulla cooperazione italiana indette dal ministero degli esteri.
All'incontro erano presenti esponenti del ministero degli Esteri, del Pontificio Consiglio Cor Unum e di realtà quali il Comitato CEI per gli interventi caritativi a favore del Terzo Mondo, la Focsiv, Avsi, Comunità di S. Egidio, Artigiancassa: uno "schieramento" di istituzioni tutte unite, in questo caso, per cercare di elaborare proposte concrete e praticabili di aiuto allo sviluppo.
"La formula che abbiamo scelto, del sostegno alle microimprese - ha detto Rotunno - permette con una cifra molto contenuta, circa 2500 euro, di creare una piccola impresa nei paesi del sud del mondo. I benefici sono molto forti: si mantiene il lavoro in loco, senza fughe ed emigrazione dei migliori verso i paesi più sviluppati. Si incrementa la società civile con la nascita di nuove figure professionali. Si dà concretamente una mano allo sviluppo, senza che i governi dei paesi occidentali debbano stanziare cifre colossali". Il Comitato Cattolici aveva già avviato da alcuni anni una collaborazione con il mondo artigiano italiano: ne erano scaturite iniziative-pilota in questo senso, con l'invio di macchinari, strumenti di lavoro e anche di volontari tra tecnici e specialisti, molti dei quali in pensione, per periodi di avvio delle nuove micro-imprese nei paesi africani o dell'Asia.
"Adotta un papà nel Sud del mondo" è la formula scelta dal comitato, con la quale si cerca di stimolare la generosità delle persone e famiglie, per sostenere un lavoratore nei paesi più poveri del mondo. Il funzionamento del programma è semplice: il Comitato rileva i bisogni segnalati da missionari di istituti e congregazioni con i quali è in contatto da tempo. Una volta raccolta la necessità pratica (lavori di muratura, costruzione di chiese, aule, oratorio, laboratorio, camerette, infermeria o altro) questa viene abbinata a un donatore che offre una cifra anche molto contenuta: 25 euro al mese, per un periodo che può essere di pochi mesi, fino a 12 o più mesi. Pur nell'esiguità della cifra, l'atto assume un grande significato in quanto i fondi raccolti vengono direttamente passati all'istituto religioso o missionario, il quale prende contatto con il donatore, lo informa dell'avvenuto "abbinamento" tra donante e lavoratore beneficiario. Il donatore, a questo punto, è sicuro che i suoi soldi vanno a buon fine.
Questa filosofia ha permesso di dare avvio a centinaia di "adozioni di un papà nel Sud del mondo". È stato così possibile evitare che altrettante famiglie fossero sradicate, o costrette a perdere il padre che emigra verso i paesi più ricchi di opportunità lavorative in cerca di fortuna e di guadagno per mantenere moglie e figli.
Una strada nuova è quella del coinvolgimento delle scuole. Nel territorio dei Castelli Romani, ad esempio, la direzione didattica della scuola di Villa Sciarra, a Frascati (Roma), ha discusso nei mesi scorsi del progetto "adotta un papà" e ha deciso di inserirlo nel piano dell'offerta formativa 2005-2006. "Le classi con i loro consigli - spiega la direttrice Dott.ssa Tiziana Sciommer - valuteranno ciascuna singolarmente se e in che termini attivarsi. È stato molto positivo sentire come funziona l'adozione di un papà e quali benefici ne traggono le realtà coinvolte. In particolare ha molto colpito il fatto che il lavoro può essere offerto in vari modi: anche offrendo, ad esempio, la somma necessaria per l'acquisto di qualche centinaio di galline da mettere a disposizione di una scuola in una missione del Brasile. Con queste galline si potrà avviare una produzione di uova che, una volta vendute, permetteranno di racimolare fondi per far studiare decine di bambini poveri e di pagare gli stipendi dei maestri. È un gesto concreto e simpatico".

 

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