Pubblicato su Politica Domani Num 53 - Dicembre 2005

Da Costantinopoli alla Germania
Il culto dei Re Magi a Colonia
La storia di una delle più suggestive tradizioni cristiane

di Alberto Foresi

Colonia è la città ove ha sede uno dei più singolari culti cristiani, quello tributato ai re Magi. Secondo il Vangelo di Matteo (2, 1-12), costoro erano giunti a Gerusalemme da Oriente per adorare il re dei Giudei, di cui avevano visto sorgere la stella. Erode, turbato dalla venuta dei forestieri, riunì i sacerdoti e gli scribi per sapere dove sarebbe nato il nuovo re di Israele. Ottenuta la risposta dai saggi sul luogo della nascita, Betlemme, come era stato profetizzato da Michea, Erode ricevette segretamente i Magi. Dopo aver chiesto loro informazioni sulla stella che avevano scorto, li inviò a Betlemme esortandoli, trovato il neonato, di fargli sapere dove egli si trovasse affinché anche il re potesse andare ad adorarlo. Seguendo la stella, i magi giunsero nel luogo ove era nato il bambino e, entrati nella casa, videro Gesù con sua madre Maria e si prostrarono ai suoi piedi in adorazione. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti poi in sogno di non tornare da Erode, per un'altra strada fecero ritorno al loro paese. (Mt, 2, 11-12). Come narra il Vangelo, la mancata informazione a Erode sarà causa della cosiddetta strage degli innocenti, a cui Gesù sarà sottratto con la fuga in Egitto.
Analizzando il racconto evangelico, appare evidente che in esso non sono presenti gli aspetti che noi siamo soliti associare ai Magi. Non si specifica quanti fossero, né da dove venissero, né a quale etnia appartenessero. Il numero di tre, il colore delle vesti, il fatto che fossero re e che uno di loro fosse africano sono tutti elementi non presenti nella narrazione evangelica. Sono stati aggiunti ad essa in età medievale, soprattutto in occasione delle sacre rappresentazioni che accompagnavano la liturgia dell'Epifania. Ma in quale modo il culto dei Re Magi, di provenienza orientale, trovò ospitalità nella tedesca Colonia?
Secondo delle tradizioni non provate storicamente, un nobile greco, Eustorgio, venne inviato, nel IV secolo, dall'imperatore Costantino a Milano ove, per le sue opere meritorie, venne ben presto proclamato vescovo. Tornato a Costantinopoli per ricevere l'approvazione imperiale alla sua nomina, ebbe in dono da sant'Elena, la madre di Costantino, le reliquie dei Re Magi affinché le portasse nella sua diocesi - ricordiamo che, agli inizi del IV secolo, Milano era la capitale della pars Occidentis dell'Impero romano. Giunto nei pressi della città lombarda, la teca che custodiva le preziose reliquie divenne inspiegabilmente tanto pesante da non consentire il suo ulteriore trasporto. Questo evento fu interpretato come il segno divino che esse dovevano essere riposte in quel luogo, nella chiesa che prenderà il nome dal suo fondatore, sant'Eustorgio. A Milano le reliquie dei Magi saranno custodite sino al XII secolo, allorché saranno portate via il 10 giugno del 1164, in segno di ulteriore punizione nei confronti della città, già distrutta due anni prima per volere dell'imperatore svevo Federico I Barbarossa, dal suo fido cancelliere Rinaldo di Dassel. Rinaldo, valicato il Moncenisio con il suo prezioso carico, giunse a Colonia nel luglio dello stesso anno. Le reliquie furono deposte nella locale chiesa dedicata a san Pietro, successivamente trasformata in una delle più importanti cattedrali gotiche della Germania. Per custodire degnamente le reliquie dei Magi, fu foggiata un'arca di argento dorato simile a quella in cui furono riposte ad Aquisgrana le spoglie di Carlomagno, il fondatore dell'Impero romano-barbarico d'Occidente. Pochi decenni dopo, nel 1247, in un periodo particolarmente delicato dei rapporti tra la Sede romana e l'imperatore Federico II, papa Innocenzo IV diede il suo pieno avvallo al culto nei confronti dei Magi, concedendo anche speciali indulgenze ai pellegrini che si recavano a Colonia per venerare le loro reliquie.

 

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