Pubblicato su Politica Domani Num 53 - Dicembre 2005

Parole paniche
... a quel demente che riflette

di Damiano Sansosti

L'uomo dice che il tempo passa Il tempo dice che l'uomo passa Anno 2005 tempo presente per chi scrive e per chi legge Roma Italia Mondo confronto d'esperienze passate o remote per la prole immensa umana che s'affanna Racconti cronache notizie notiziole favole canzoni canzonette e stragi i massacri i morti i racconti raccontati inventati sognati da egoisti paranoici borghesi esteti ignobili nobili e padroni o dai servi dei padroni peggio in cambio di pane o d'automobile o metro quadro o vista o optional o indulgenza plenaria e carezze di grasse sporche mani Per il sogno capitalista dell' avere inesauribile o per quello prono dell'essere culturalmente come il sistema ha bisogno che sia che sia stato e che sarà Sempre E facce accatastate accumulate come i corpi o le carcasse e ossa stracci a rendere ciò che non è vero non esiste e che fa comodo a chi è obeso o in overdose Sazia affamata bestia cameriere onorevole eccellenza santità ministro bacio le mani mi consenta usciere inserviente valletto lacchè schiavo servo carnefice a chi possiede spende compra vende a chi uccide per profitto per piacere per cultura alla vostra paura a quel demente che riflette pensa e passa il tempo in un sistema che neanche sopravvive più e che muore in ogni istante tra ostetriche i pixel gli insegnanti medici suore e medicine i media di massa i fogli gli psicologi psicologhe le disco i re magi l'unto dal signore le giacche le cravatte le pellicce i clacson gli alberghi di lusso le macchine di lusso i gioielli di lusso l'aereo la barca la nave l'elicottero privato il jet privato l'autista privato i soldi le carte le carte di credito i cartoni animati i parchi e le autostrade gli asili e i campi magnetici le fogne abitate industrializzate subaffittate stinte le caverne e l'acqua e le pareti gli idroscali e baraccopoli i rifugi i loculi le baracche o i dormitori i campi di concentramento per la produzione il bene di massa il capitale la ripresa economica wall street le ferie il freddo Infierire come esimersi aggredire avendo paura Aprire occhi aprire vuoti e ombre sporche cullarsi dell'abisso del suo movimento modulando percezioni espressioni idee senza occultare mai niente avendo cura Dell' avere E possedere i figli nostri i mostri nostri e come niente invecchiare ammalarsi morire in quel sottoproletariato che solo è realtà tra residui tossici esperimenti tra le masse spacciatori ladri operai facchini madri padri vecchi neonati svuotati di ogni migliore animo o pensiero inutili ombre che manifestano incarnando il disprezzo e il disappunto del tempo speso a sopravvivere o a morire avendo in fondo ancora la speranza di spezzare la catena oramai carne E sangue che ci attacca indissolubile al cemento colato sopra e così appuntare e appuntare resistendo accorgendosi d'errori e mutare forma e stile e suoni rendendo vita alla vita alla sorte come due cellule che si fondono dando colore e speme ad un grigio sistema che disorienta ogni più geniale creatore che come ogni altra preda vive nell'esiguo spazio del sogno che lo

 

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