Pubblicato su Politica Domani Num 52 - Novembre 2005

Pellegrini cileni a Roma
Un viaggio di fede
Dalla nostra corrispondente da Santiago del Cile l'emozione e l'attesa di un evento che ha mosso un intero popolo

di Pamela Suarez

La canonizzazione di padre Hurtado è scesa nel profondo del popolo cileno, e mentre i massimi rappresentanti della fede cristiana in Cile assicurano che il nuovo santo smuove la spiritualità del suo popolo, tra gli ambienti dell'imprenditoria c'è già chi si assume l'impegno di diminuire le fratture sociali nel Paese, e prendere seriamente in considerazione temi come la giustizia sociale e la solidarietà.
Una grande speranza di cambiamento per un popolo che a Roma ha lasciato il suo segno di fede. Molti erano, infatti, i pellegrini che hanno risposto all'appello ed erano lì alla cerimonia in cui Papa Benedetto XVI ha incoronato come nuovo santo della Chiesa Universale questo uomo cileno. I suoi connazionali hanno affollato piazza San Pietro, il giorno della sua canonizzazione, occupando tutti i 7200 posti destinati ai pellegrini cileni. Sono giunti in Vaticano, motivati dal suo messaggio evangelico, uomini e donne da tutti gli angoli del suo Paese. A testimonianza della multietnicità di un popolo vi erano rappresentanti delle popolazioni originarie aymaras, mapuches, pascuenses, c'erano minatori, pescatori, contadini, professori, donne di casa, giovani disintossicati, e 29 poveri e anziani assistiti dall'associazione "Casa di Cristo" - padre Hurtado li chiamava affettuosamente "i miei piccoli datori di lavoro" - che per la prima volta hanno preso un aereo e sono usciti fuori dal loro Paese.
Una "delegazione di diversità" formata in tutto da 51 persone, guidate da Vivian Galleguillos, la giovane di 25 anni, studentessa di Architettura, la miracolata che ha portato Hurtado alla canonizzazione. Era il 1996, dopo un incidente automobilistico la ragazza rimase in coma, nessuna attività cerebrale. Eppure la giovane si riprese miracolosamente quando il padre decise di chiedere aiuto al sacerdote cileno.
Alla cerimonia erano presenti anche le massime autorità del Governo e della politica cilena. La delegazione ufficiale era composta dal Presidente della Repubblica Ricardo Lagos, sua moglie Luisa Duran de Lagos, il senatore Sergio Romero, presidente del Senato, Marcos Libedinsky, presidente della Corte Suprema, il deputato Gabriel Ascencio, presidente della Camera dei Deputati, Patricio Aylwin, ex Presidente della Repubblica, Ignacio Walker, Ministro degli Esteri, Maximo Pacheco, ambasciatore del Cile presso la Santa Sede, il generale Juan Emilio Cheyre, Comandante in Capo dell'Esercito, i senatori Hernan Larrain, Jaime Naranjo, Andrei Zaldivar, Adolfo Zaldivar, i deputati Jorge Burgos, Guillermo Ceroni, Josè Antonio Galilea e Alberto Chaigneau, ministro della Corte Suprema.
Mentre in Cile tutte le chiese avevano organizzato veglie e preghiere, nella capitale, Santiago del Cile, una lunga maratona di 18 ore di preghiere aveva preceduto l'evento. Intanto, nel santuario del Padre Hurtado, 60 sacerdoti accompagnavano i fedeli con il canto "il Cile veglia unito per padre Hurtado: Contento, Señor, Contento", mentre fuori più di 40 mila cileni aspettavano ansiosi la tanto attesa canonizzazione del Papa, nella Domenica Universale delle Missioni.

 

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Num 52 Novembre 2005 | politicadomani.it