Pubblicato su Politica Domani Num 52 - Novembre 2005

Lo Sapevate che?

 

Le basi Usa
... costano ai contribuenti italiani 500 milioni di dollari l'anno. Accordi bilaterali segreti fra gli Stati Uniti e l'Italia impongono al nostro Paese di pagare il 37% dei costi di manutenzione delle basi statunitensi in Italia. Nel 1999 questa percentuale ha richiesto lo stanziamento di 480 milioni di euro. I contribuenti italiani si trovano quindi a pagare spese quali i trasporti e i servizi gratuiti ai soldati americani e alle loro famiglie. I sovvenzionamenti non cesserebbero neanche se le basi venissero chiuse. Infatti, grazie alla clausola detta "Returned Property-Residual Value", gli Usa mantengono il diritto di continuare a ricevere il sovvenzionamento. Il motivo? Le basi Usa contribuirebbero a valorizzare il territorio dove sono state insediate.

Si cercano comparse
... per giochi di ruolo a Hohenfels. Nella cittadina della Baviera ha sede una base americana. L'annuncio compare da tempo sulla stampa locale. I figuranti - studenti, disoccupati, prepensionati, ex militari, giramondo - sono ingaggiati per fingere di essere la popolazione civile di un paese invaso. Ai soldati, tutte reclute americane in partenza, viene insegnato come comportarsi nelle varie situazioni nelle quali potranno trovarsi negli scenari di guerra. "Ogni giorno veniamo assegnati in dieci al posto di blocco, dove recitiamo la parte di una famiglia afgana in viaggio, che viene perquisita perché sospettata di trasportare armi. Veniamo quasi tutti uccisi, i soldati americani agiscono in modo molto rabbioso e aggressivo." È la testimonianza di una donna.

Non rischia nulla
... in Italia chi, italiano o residente, effettua intermediazioni (brokering) di armi, anche illecite, purché i traffici non avvengano nel nostro Paese o non lo attraversino. È accaduto a Leonid Minin, cittadino israeliano arrestato per droga e responsabile del traffico di armi verso l'Africa, in particolare verso la Liberia. Nel corso delle indagini sono stati trovati moltissimi documenti che provavano la sua attività primaria di trafficante illecito di armi. La Corte di Cassazione ha dovuto dichiarare la non punibilità di Minin. E la sentenza è definitiva. Il caso ha suscitato scalpore, ma non più di tanto, perché stampa e media non ne hanno parlato. I Ministeri dell'Interno e degli Esteri hanno sollecitato in Parlamento una legge più restrittiva in fatto di brokering di armi. Niente da fare. Il Ministero della Giustizia si è dichiarato contrario a tali restrizioni.

Il Governo Italiano
... in sede internazionale si era impegnato a proseguire nella strada dell'aumento dell'Aiuto Pubblico allo Sviluppo (APS), con l'obiettivo di raggiungere lo 0,33% del Pil nel 2006. La legge Finanziaria per il 2006 prevede invece un taglio di 152 milioni di euro: gli interventi passerebbero infatti da 572 a 461 milioni di euro. Un taglio che si aggiunge a quelli già apportati nel corso dell'anno. Sarà la Cooperazione allo Sviluppo ad essere maggiormente penalizzata. È a rischio il contributo per il Fondo Globale (lotta all'Aids, alla malaria e alla tubercolosi), di 130 milioni di euro per il 2006 promesso a settembre, il Fondo Speciale Fao per combattere la fame nel mondo e il finanziamento del piano G8 per l'Africa. Attualmente il contributo italiano è dello 0,15% del Pil; la media europea è dello 0,33%.

Pluralismo addio
La finanziaria 2006, all'articolo 63, introduce due codicilli che, se approvati, decreteranno la morte di tante piccole testate indipendenti. Finora erano previsti finanziamenti a favore delle cooperative editoriali, non profit e dei giornali di partito. I contributi erano certi, anche se arrivavano dopo lunghi anni di gavetta e di sacrifici.
Ora, al comma 1 dell'art. 63, si legge che i contributi saranno condizionati alla disponibilità delle risorse. Visto che nel 2004 e 2005 è stato necessario integrare il fondo con circa 40 milioni di euro (integrazione non prevista nella attuale finanziaria) la riduzione della somma disponibile è certa, e la scomparsa di molte testate è altrettanto sicura.
Il comma 7 prescrive, inoltre, che per ottenere il contributo la cooperativa sia proprietaria della testata. Un'altra mazzata per le imprese - specie quelle di nicchia, di idee, valori e testimonianza - che non posseggono la testata e che non potrebbero comunque riacquistarla. Anche perché nessuno può essere obbligato a vendere.
Inutile anche il comma 12, che prevede un contributo di 20 centesimi a copia per la stampa diocesana: non essendo previsti finanziamenti speciali, il comma 1 lo riduce a sterile propaganda.
Morte le piccole testate indipendenti, scomparse, nei prossimi dieci anni, oltre la metà delle radio e televisione libere, per l'avanzare delle innovazioni tecnologiche, i confini della democrazia verranno inevitabilmente a restringersi.

 

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Num 52 Novembre 2005 | politicadomani.it