Pubblicato su Politica Domani Num 52 - Novembre 2005

Alberto Hurtado "Contento Señor Contento…"
Un santo cileno per la Chiesa Universale
Mentre gli oligarchi si tengono stretto il potere, la nazione va in malora

di Pamela Suárez
Corrispondente da Santiago del Cile

Dallo scorso 23 ottobre la Chiesa Universale ha un nuovo santo, Alberto Hurtado. Papa Benedetto XVI ha elevato al soglio più alto della Chiesa Cattolica Universale quest'uomo esemplare, nato in Cile, che dedicò la propria vita ad aiutare il prossimo più bisognoso e lottò per rompere le barriere delle disuguaglianze sociali in Cile.
Padre Hurtado, come tutti sanno in Cile, lavorò senza tregua per dare sollievo ai più bisognosi. Chiamando se stesso operaio di Dio, aiutò instancabilmente i lavoratori ad organizzarsi in sindacati e a lottare per i propri diritti. Fissò le basi del sindacalismo e collocò la Chiesa al servizio del mondo del lavoro. Concetto, questo, ancora presente e forte in Cile. Convinzione profonda di migliaia di lavoratori, gli stessi che oggi manifestano alle autorità del governo e della chiesa il loro desiderio che Padre Hurtado sia proclamato patrono dei lavoratori e del sindacalismo cileno.
La sua grande vocazione sociale e la sua profonda solidarietà lo portarono a creare una delle opere sociali più grandi nella storia del paese, le "Hogar de Cristo": delle case di accoglienza per i più bisognosi ["hogar" significa luogo accogliente, focolare, ndr]. Un'opera che anche dopo la sua morte continua ad assistere i più disa-giati, con 47 centri su tutto il territorio nazionale. Opera grande di amore verso il prossimo, che oggi conta sull'appoggio di centinaia di volontari che condividono l'amore per Cristo e lo esprimono dando una mano ai fratelli più bisognosi, e rispondendo così al richiamo d'amore di questo uomo santo: "Non riposate mentre c'è del dolore da placare, non sono io che vi parlo, ma il Cristo che vive in me".
Alberto Hurtado, educatore e apostolo dei giovani, coniò la frase "contento, Señor, contento" per indicare la sua devozione a Cristo e il suo lavoro con Lui. Il padre gesuita seppe inculcare nel cuore dei cileni il senso della solidarietà: "Bisogna dare fino ad averne dolore", diceva nelle sue prediche. Un messaggio di amore che spinse il Parlamento cileno a proclamare il giorno della sua morte, il 18 agosto 1952, come il giorno della solidarietà. Ed è dalla tomba di Padre Hurtado che, ogni anno, il Presidente della Repubblica parla al paese e riconosce l'importanza del suo messaggio e della sua opera di solidarietà.
Il 23 ottobre in piazza San Pietro grande e visibile era la fede delle migliaia di cileni che hanno voluto assistere alla canonizzazione del santo gesuita, provenienti da diverse città del Cile e arrivati a Roma spinti dal suo messaggio evangelizzatore. Mentre il paese intero seguiva in televisione le immagini in diretta dal Vaticano, il giorno tanto atteso era finalmente arrivato. Nei giorni precedenti i cileni avevano riempito le chiese e avevano portato a termine ogni sorta di rito per dare spazio alla celebrazione di un popolo che oggi si sente più che mai legato a Cristo, perché anche nella terra di questo popolo, il Cile, è nato un Cristo, Alberto Hurtado. "Contento Señor Contento…"

 

I santi del 23 ottobre
Nella Giornata missionaria mondiale, il 23 ottobre scorso, a chiusura della XI Assemblea generale ordinaria del sinodo dei vescovi, durante la solenne concelebrazione eucaristica il Papa ha proclamato cinque nuovi santi: due polacchi, due italiani e un cileno. Sono i beati Józef Bilczewski (1860-1923), vescovo originario di Wilamowice (Polonia); Zygmunt Gorazdowski (1845-1920), sacerdote polacco nato a Sanok; Gaetano Catanoso (1879-1963), sacerdote della provincia di Reggio Calabria; Felice da Nicosia (1715-1787), siciliano, dell'Ordine Francescano dei frati minori cappuccini; e Alberto Hurtado Cruchaga (1901-1952), sacerdote gesuita cileno.

 

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