Pubblicato su Politica Domani Num 52 - Novembre 2005

Perché così tanti stranieri reclusi?
Il numero di detenuti, specie immigrati, è cresciuto. Raffaello Zordan, su Nigrizia, spiega con le parole di un avvocato che si occupa di immigrazione

 

Un detenuto straniero può difendersi? La risposta di Marco Paggi, avvocato dell'Associazione studi giuridici sull'immigrazione (Asgi), è netta: "Un delinquente immigrato, a patto che sia un professionista del crimine, si difende bene. Perché ha da parte un malloppo per l'avvocato. Un immigrato senza sostanze, no. Anche perché è quasi impossibile accedere al gratuito patrocinio. Ne derivano pene mediamente più pesanti e più lunghe".
Questo spiega, in parte, perché tanti immigrati sono in carcere. Ma la risposta è più articolata: "Gli immigrati vanno a coprire posti di lavoro non più appetibili dagli italiani. Se questo vale per il mercato del lavoro lecito, non c'è ragione che non debba valere per il mercato del lavoro illecito, a rischio carcere. Prova ne sia che la prostituzione una volta era appannaggio esclusivo delle italiane, oggi no. Lo stesso vale per il piccolo spaccio, attività poco redditizia, oggi in mano quasi del tutto a immigrati irregolari".
Anche riguardo alla tipologia di reato c'è qualcosa da sottolineare. "Quelli degli italiani sono i cosiddetti reati dei colletti bianchi (bancarotta, corruzione, violazione delle norme di sicurezza sul lavoro...); quelli degli immigrati sono i cosiddetti reati della miseria (spaccio, sfruttamento prostituzione, furti...). Per i primi reati non si passa dalla galera, per i secondi, sì, eccome!".
"In ogni caso - avverte Paggi - questa situazione è fisiologica di tutte le fasi iniziali delle immigrazioni, comprese quelle degli italiani negli Usa o in Germania. Una ricerca condotta da Giovanni Palombarini, magistrato di Cassazione, sugli immigrati denunciati e condannati dice che più cresce la percentuale degli stranieri nella società e più decresce il tasso di criminalità".

[Fonte: www.nigrizia.it, da "Immigrati al macero" di Raffaello Zordan]

 

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Num 52 Novembre 2005 | politicadomani.it