Pubblicato su Politica Domani Num 52 - Novembre 2005

Notizie

 

Senza nome
Si sa, i giornalisti sono sempre a caccia di belle storie. Eppure questa storia - rigorosamente vera, apparsa su Nigrizia, la prestigiosa rivista dei Comboniani dedicata all'Africa - è tutta senza nomi. Una brava giornalista trova una bella storia e la comunica al suo redattore. Sono le sette di sera e il giornale deve chiudere per andare in stampa. Il redattore le chiede il pezzo. "Non l'ho scritto", risponde la giornalista. "Perché?", vuole sapere il redattore. Protagonista della storia è un africano che fa il maestro in una palestra. È molto bravo e tutti gli vogliono bene. È venuto in Italia come clandestino. Con il suo lavoro e la sua bontà si è subito integrato. Non ha documenti, però, e per poterli avere come immigrato regolare dovrebbe tornare indietro e poi ripartire. Non può, per mille ragioni. E allora rimane qui, costretto a vivere nell'ombra. Potenza della Bossi-Fini!

Il ponte sullo stretto
Fiore all'occhiello del governo in carica, il ponte sullo stretto di Messina, che ha già consumato qualche centinaio di migliaia di euro fra bandi, preventivi e studi di settore, ha ricevuto uno stop importante. La Commissione europea ha avviato contro il progetto una procedura di infrazione. Barbara Helferich, portavoce dell'ambiente a Bruxelles, ha detto che l'esecutivo UE ha chiesto al governo italiano ulteriori chiarimenti riguardo il progetto. La studio di impatto ambientale (le conseguenze che una tale opera avrebbe sulla integrità ambientale e sociale del territorio) è stato ritenuto "non adeguato". L'Italia ha ora due mesi di tempo per completare lo studio. Se l'Unione europea dovesse ritenere ancora non sufficienti le spiegazioni italiane, invierebbe una seconda lettera con l'indicazione delle violazioni riscontrate.
Il ponte sullo stretto di Messina è stato abilmente inserito nel numero delle grandi opere europee per le quali sono previsti finanziamenti speciali. Questo problema della insufficienza dello studio sull'impatto ambientale del ponte potrebbe portare al blocco dei fondi europei per la realizzazione della struttura.

Informazione e diritti
Aspetta da tre mesi in ospedale. È down. Appena nato i genitori, che pure lo aspettavano con trepidazione, hanno chiesto una settimana di tempo per decidere se riconoscerlo. Poi se ne sono andati e da allora nulla. Il piccolo è stato operato al cuore. Un'operazione difficile. Ma è rimasto solo con i chirurghi preoccupati per il suo piccolo cuore impazzito. Solo una voce di uomo - non era il padre - si è fatta sentire una volta per telefono, per chiedere come era andata l'operazione.
Il fatto è accaduto a Mantova e lo ha raccontato un quotidiano locale.
È possibile, nella nostra legislazione, far nascere un bimbo e poi non riconoscerlo, se non si può o non si vuole tenerlo. Solo con un non riconoscimento formale, però, può essere dichiarato lo stato di abbandono e il bimbo può essere adottato. In questo modo il dono impegnativo che ha fatto paura ai genitori naturali potrebbe riempire di gioia i genitori adottivi. La stampa nazionale si è impadronita della notizia, pubblicata da Avvenire. Le richieste di adozione sono arrivate a decine. C'è speranza anche per il piccolo di Mantova. Evviva l’informazione.

Caro conto
È guerra di cifre fra l'UE e l'Italia sul costo dei conti correnti italiani. Sono i più cari del mondo, dopo il Giappone, accusa Charlie McCreevy, commissario europeo al mercato interno: 252 euro l'anno in media, secondo uno studio recente di un'agenzia indipendente. Il Olanda il costo è di 34 euro l'anno. Gli risponde indignato Maurizio Sella, portavoce dell'Abi (l'associazione bancaria italiana): un conto corrente italiano costa in media 65 euro l'anno, meno che in Francia, Spagna e Germania. Ma l'Adusbef - l'associazione dei consumatori italiani - rincara la dose: il conto corrente italiano costa 556,48 euro l'anno.
La polemica infuria e ognuno rimane sulla sua posizione. Questione di valutazione, certamente, ma non sarà il caso di fare ognuno, alla fine dell'anno, quattro conti in croce e vedere chi ha ragione?

Fotopetizione
È il modo nuovo di mobilitazione per sostenere presso l'Onu la campagna contro il traffico illecito di armi leggere: un milione di foto di volti di persone da tutto il mondo.
La campagna è stata lanciata da Amnesty International, Oxfam e Iansa (International Action Network on Small Arms, una rete di 500 associazioni in cento paesi).
Oggi nel mondo ci sono circa 639 milioni di armi leggere e la produzione è di 8 milioni di nuove armi all'anno. Ogni anno sono uccise da questo tipo di armi circa mezzo milione di persone, uomini, donne e bambini. Il paese con il maggior numero di armi e di vittime è il Brasile: 18 milioni di armi e 38.000 vittime l'anno, oltre cento al giorno. Ciononostante il referendum voluto da Lula per vietare le armi leggere è fallito: ha vinto il fronte del no all'abolizione delle armi.
Sconcertanti le cifre del riarmo. Con il pretesto della lotta al terrorismo, le spese militari nel mondo sono pari a 1035 miliardi di dollari (come durante la guerra fredda), molti di più dei 76 miliardi di dollari l'anno per dieci anni per realizzare entro il 2015 gli obiettivi del Millennio.
Illuminanti, ma finora inascoltati appelli del Presidente Ciampi, che al vertice della FAO ha definito "malata di egoismo e di indifferenza" quella società che "spende centinaia di miliardi in armamenti e consente che ogni anno muoiano di fame 5 milioni di bambini."
L'Italia si colloca al 7° posto nel mondo per spese militari, con una spesa pro capite di 484 dollari, più della Germania (411 dollari) e più del Giappone (332 dollari). [Dati SIPRI]

 

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Num 52 Novembre 2005 | politicadomani.it