Pubblicato su Politica Domani Num 52 - Novembre 2005

In breve dalla Liberia

 

Anitre selvagge e scorpioni neri
"Anitre selvagge" sono le piccole unità combattenti di ragazzi e giovanissimi dell'ex presidente della Liberia. Il loro compito è controllare il quartier generale e difendere la sua residenza a Gbarnga, disseminando terrore e morte fra la popolazione. Sono gli eredi dei guerriglieri del Fpnl, usati da Taylor per conquistare il potere nel 1989. Un gruppo di 168 combattenti armati di Ak47 e M-16, armi leggere di provenienza libica: gli "scorpioni neri" battono bandiera rossa orlata di bianco con uno scorpione nero al centro, da cui il nome. Sono in gran parte ragazzi, alcuni bambini al di sotto degli 11 anni. Contro di loro la reazione del presidente in carica, Samuel Doe, è violentissima. Nel conflitto oltre 30 mila ragazzi e ragazze tra i 7 e i 14 anni saranno reclutati a forza sia dai ribelli che dalle forze governative.

Cattolici
Sono solo il 5,6% della popolazione. Un gruppo minuscolo diviso in tre diocesi e servito da 50 sacerdoti. La denuncia delle violenze e la difesa dei più deboli sono costate la vita a molti operatori pastorali, catechisti e leader di comunità. Nel 1997 cinque suore americane sono state uccise dai ribelli di Taylor. Sostenere il processo di pace, recuperare il senso di dignità della persona. Aiutare a capire il valore del voto perché non si svenda per una manciata di riso. Andare alla urne, votare i candidati che hanno un progetto, sono impegnati per il bene comune e hanno provati standard morali. Questo l'impegno politico della Chiesa in Liberia. "E la gente capisce", afferma Mons. Ziegler, vescovo di Gbarnga e Presidente della Conferenza Episcopale Liberiana.

Dove sono le armi?
In Liberia il processo di disarmo è ufficialmente terminato. Risulta che 104 mila combattenti hanno deposto le armi. Alla conta, però, si sono trovate solo 28 mila armi leggere. L'88,4% sono Ak47 e lanciagranate. Mancano tutte le altre. Specie quelle pesanti che furono usate per l'assedio di Monrovia. Che fine hanno fatto le armi mancanti? Si pensa che possano essere ancora in possesso del Lurd (il gruppo dei Liberiani uniti per la riconciliazione e la democrazia) in Guinea; oppure in Costa d'Avorio nelle mani del Model (Movimento per la democrazia in Liberia, un altro gruppo combattente); i più ritengono che siano state nascoste nella foresta pronte per essere usate dopo le elezioni.

Affari e passaporti
Curiose le vicende delle banche italiane in Liberia. Nel 2003, dopo 49 anni, hanno chiuso la Tradeveo, controllata da Mediobanca con il 60% di partecipazioni e il 40% di portafoglio, e la Mariah SA, controllata da Unicredit. Era stata acquistata - in piena guerra civile - per 23 milioni di euro da Pioneer, ramo di Unicredit nel settore investimenti. Il 28 gennaio 2005 la Tradevco è stata assorbita dalla Banca Centrale della Liberia. Una settimana dopo, il 4 febbraio 2005, la Banca Centrale della Liberia ha rilasciato la licenza alla Global Bank Liberia Ltd, la prima banca commerciale del Paese con capitale italiano. La Liberia è al centro di traffici illeciti, ma il governo di Monrovia non coopera con l'antiriciclaggio internazionale. In compenso, però, dal '97 al 2003 sono stati rilasciati 200 passaporti diplomatici a italiani "per facilitare lo spostamento di beni e persone" si dice nella motivazione.

 

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Num 52 Novembre 2005 | politicadomani.it