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Rododentro
Giù le mani! Mentre gli oligarchi si tengono stretto il potere, la nazione va in malora di Gladius Lo spettacolo è quanto di più desolante possa accadere in Italia, ormai da qualche anno sedicente repubblica democratica. Il parlamento, da luogo ove si decide la politica di uno Stato, è stato ridotto a mero sottoscrittore di quanto viene imposto dall'esecutivo. L'apparato produttivo italiano è prossimo alla catastrofe, la nazione allo sbando, la delinquenza più o meno organizzata - mafia e dintorni - spadroneggia impunita. Ma ciò non interessa, sembra, al nostro governo. Le priorità sono leggi ad personam e riforme elettorali di cui non si sente la benché minima necessità. Fatte non tanto per scongiurare una sconfitta dell'allegra brigata berlusconiana, quanto per indebolire qualsiasi prossimo governo. Gli oligarchi tengono il potere e la nazione va in malora. Sembra di essere ai tempi dell'antica Roma, con nuovi patrizi, sempre i soliti plebei, e un reuccio che si crede invincibile e onnipotente. Solo che, a Roma, per garantire la salvezza dello Stato, si riusciva sempre a trovare un rimedio all'inadeguatezza del sovrano. Caligola, Nerone, Domiziano docunt. Alla caduta in parlamento del nostro piccolo Cesare, per un istante, abbiamo gioito. Salvo poi ricrederci nel constatare che era solo inciampato su un gradino, causa, forse, i consueti tacchi e plantari, utili ad alzare se non la statura politica almeno quella fisica.
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Num 52 Novembre 2005 | politicadomani.it
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