Pubblicato su Politica Domani Num 52 - Novembre 2005

Itinerari d'arte
Ferrara
Una capitale del Rinascimento europeo

di A.F.

La città di Ferrara potrebbe essere ritenuta, da un poco accorto osservatore, un centro di marginale importanza nel panorama culturale italiano. Se oggi così in parte è, ben altro ruolo rivestì nei secoli passati, soprattutto tra Medio Evo e Rinascimento, periodo in cui la città ebbe uno splendore tale da poter essere definita uno dei maggiori centri artistici non solo del nostro paese ma anche all'interno di un più vasto contesto europeo.
Le origini dell'eccezionale fioritura artistica della città vanno ricercate nel XIII secolo, fu allora che Azzo Novello d'Este, dopo aver sconfitto Ezzelino da Romano, impose su Ferrara il dominio della sua casata, dominio rafforzato poi dal suo successore Obizzo II, che vi pose la sua stabile dimora. È nel secolo successivo che comincia lo splendore culturale della città. Grazie al mecenatismo della famiglia principesca, presso la corte degli Estensi trovarono munifica ospitalità poeti, letterati, umanisti, artisti e stampatori. Grandi nomi fra i quali ricordiamo Francesco Petrarca. Lo splendore della corte estense toccò il suo apice fra il XV e il XVI secolo, soprattutto sotto il governo del duca Alfonso I. È in questo periodo che opera presso la corte estense Ludovico Ariosto, che esaltò l'illustre casata nell'Orlando Furioso. Poco dopo, anche Torquato Tasso, già in preda alla sua tormentata follia, sarà generosamente ospitato dal duca Alfonso II.
L'importanza della città non si limita alla tradizione letteraria. A Ferrara, a partire dal 1200, si sviluppa uno dei più importanti cenacoli pittorici d'Italia. In particolare, fra Umanesimo e Rinascimento, a Ferrara operano alcuni dei più importanti artisti del panorama italiano ed europeo: il Pisanello e Iacopo Bellini, fra i massimi esponenti del Gotico Internazionale; il fiammingo Ruggero Van Der Weiden. E, sopra tutti, il Mantenga e Piero della Francesca, la cui influenza sarà il lievito per il formarsi dei caratteri della scuola pittorica ferrarese. Proprio dalla rielaborazione critica degli stilemi tipici di Piero e del Mantenga trarrà il suo personalissimo stile, aspro ed energico, Cosmè Tura, il caposcuola della pittura ferrarese, sulle cui orme si inseriranno altri artisti illustri quali Francesco del Cossa ed Ercole de' Roberti.
Sul finire del XVI secolo, tuttavia, la fortuna degli Estensi comincia a declinare e, con essa, lo splendore artistico della città. Le troppe guerre condotte per espandere il proprio dominio, il lusso della corte e un'attività edilizia eccessivamente onerosa, avevano irrimediabilmente compromesso le finanze ducali e alienato il sostegno del popolo, sempre più oberato da tasse e balzelli. E così, nel 1598, Cesare d'Este concludeva il suo dominio e, dopo quattro secoli, quello della sua casata sulla città. Ferrara, ormai indebolita ed impoverita, cadeva presto nelle mani del pontefice Clemente VIII, sotto il cui potere si concluse irreparabilmente quella fioritura artistica che l'aveva a lungo caratterizzata.

 

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