Pubblicato su Politica Domani Num 52 - Novembre 2005

editoriale
Un Paese confuso e deluso

di Maria Mezzina

Vuol dire pure qualcosa se un giovane di 24 anni, tranquillo, che ama stare con gli amici più che andare alle manifestazioni, lasciato libero di illustrare con un'immagine grafica un editoriale sulla situazione italiana (non ancora scritto), si sia espresso come vedete qui accanto.
Quella di stare per cadere in un baratro deve essere una percezione diffusa. Una percezione che autorevoli fonti confermano sulla base di inchieste molto serie fatte a livello nazionale. L'Italia è "un Paese confuso e abulico, che tentenna sulla strada da intraprendere. Un Paese schiacciato sul presente, incapace di proiettarsi nel futuro, di prolungare lo sguardo oltre l'arrangiarsi giornaliero e di lanciare il cuore oltre l'ostacolo" (Eurispes*, il Presidente Gian Maria Fara). Confuso, abulico, che tentenna, schiacciato, incapace, arrangiarsi giornaliero. Termini pesanti come macigni. Come disconoscere, allora, l'autenticità e la generalità di questa immagine?
I media, le Tv e i grandi giornali in testa, fanno da cassa di risonanza a tutta una serie di avvenimenti e di comportamenti che sono poi registrati (negativamente) nella mente e nel cuore dei giovani. Basta che, anche per poco, si fermino un attimo a riflettere. Cosa che fanno sempre più spesso, ora che la Tv è venuta a noia e anche il calcio ha perso il suo fascino di sempre.
Prendiamo solo un episodio, l'ultimo, costruito ad arte con il potere mediatico della televisione.
Giuliano Ferrara, abituato a muoversi con la delicatezza di un pachiderma all'interno di una cristalleria, dalla sua trasmissione "Otto e mezzo", ha lanciato una sfida al mondo politico italiano: partecipare alla manifestazione di protesta da lui organizzata davanti all'ambasciata iraniana a Roma, a difesa del diritto (sacrosanto) ad esistere di Israele, e contro le affermazioni del Presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad che, invece, ne ipotizza la distruzione. Nulla di male, anzi, se l'episodio fosse rimasto circoscritto a se stesso. Il fatto è che nella trappola abilmente costruita dall'ingombrante (e bravo) giornalista ci sono caduti tutti: esponenti di governo e opposizione, stampa e televisioni, intellettuali e semplici cittadini. Tutti pronti a manifestare. Salvo poi fare marcia indietro - il governo - quando dall'altra parte, a Teheran, è stata promossa un'analoga manifestazione contro l'Italia davanti all'ambasciata italiana. Per fortuna, ci dicono, senza slogan anti-italiani. Un dietrofront che ha ovviamente irritato anche Israele.
Sprovveduti o incapaci? Oppure, semplicemente disinformati? Fatto sta che qualcuno deve aver fatto velocemente rientrare l'idiosincrasia dei nostri rappresentanti, che prima invitano a cena - cena offerta dal Primo Ministro, che si è speso in elogi verso la cultura islamica (meglio tardi che mai) - tutti i rappresentanti dei Paesi arabi, incluso, quindi, l'ambasciatore iraniano, e poi manifestano contro di lui sotto le finestre di casa sua. Qualcuno deve avere ricordato agli autorevoli esponenti di governo, che si erano già così generosamente esposti, che in Iran ci sono numerose e importanti aziende e imprese italiane, che laggiù fanno ottimi affari, oltre che avere ottimi rapporti con le autorità e la gente del luogo; e che queste aziende sono tutte assicurate, fino al 100% dei loro affari, dalla SACE, l'istituto assicurativo posseduto e garantito dallo Stato italiano, contro l'eventualità di perdite dovute a rivolgimenti politici (oltre che economici e ambientali).
Potenza del denaro! E potenza delle lobby, che in questo caso hanno fatto un ottimo lavoro cercando di sventare in extremis un potenziale, incalcolabile danno. Non soltanto economico, come si può facilmente immaginare.
Marcia indietro, quindi, veloce. Ma il danno è stato fatto e le conseguenze si potranno valutare solo nel tempo.
Intelligence (che significa anche, banalmente, "buon senso"), discrezione, tatto, diplomazia, prudenza, preveggenza: tutte strategie con le quali, da sempre, si sono retti i rapporti fra Stati sovrani, sembrano scomparse e andrebbero, invece, velocemente recuperate.
E non solo a livello internazionale.

* Eurispes, Istituto europeo di Studi Politici Economici e Sociali, opera nel campo della ricerca politica, economica, sociale e della formazione. Promuove e finanzia indagini su temi di grande interesse sociale, attività culturali e iniziative editoriali. È centro autonomo di informazione e orientamento dell'opinione pubblica e delle grandi aree decisionali del nostro Paese.

 

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