Pubblicato su Politica Domani Num 52 - Novembre 2005

Guerra civile
Armi, diamanti e legname
Due fra le ricchezze più importanti della Liberia sono state usate per fomentare la guerra civile, e lo sono ancora

di M. M.

Diamanti. Mezzo milione di dollari al mese di diamanti. A tanto ammonta il commercio dei diamanti in Liberia. Illegale. Perché la risoluzione 1607 dell'ONU vieta ogni commercio di pietre preziose e di legname con la Liberia. Almeno fino alla fine dell'anno. Poi si vedrà. In Liberia legname e diamanti sono sinonimi di guerra civile. Sono serviti a comperare le armi che tengono il paese ostaggio dei gruppi armati ribelli.
L'ex presidente della Liberia, Charles Ghankay Taylor, accusato di avere fatto del commercio dei diamanti la base della sua forza politica e militare, continua a condizionare il paese dal suo esilio dorato a Calabar in Nigeria. Ma non è solo. Fra i più grossi fornitori di armi - racconta Robert Diggs, giornalista liberiano - ci sono Victor Bout, russo, sedicente proprietario di compagnie aeree quali la Air Cess, i cui aerei sono serviti a trasportare anche le armi di Al Queda; Leonid Minin, israeliano, famoso trafficante di armi e cocaina, arrestato e poi rilasciato in Italia perché non perseguibile secondo le leggi italiane; Ahmed Khalfan Ghailani e Fazul Abdullah Mohammed, ambedue luogotenenti di Al Qaeda e commercianti in materiale esplosivo e diamanti.
Legname. Carichi di legname proveniente dalle foreste della Liberia riempiono le navi attraccate ai porti di Buchanan e Harper, dopo essere state svuotate dalle armi provenienti specialmente dall'Europa e dall'Italia. Ben 10 compagnie di legname, su circa 70, commerciano anche armi - informa Diggs -. A capo ci sono personaggi come Guus van Kouwenhoven, titolare dell'Hotel Africa in Monrovia e proprietario di compagnie di esportazione del legno quali la OTC (Oriental Timber Company) e la RTC (Royal Timber Corp.), e di 3,5 milioni di acri di foresta: l'uomo d'affari ha ottenuto da Taylor il monopolio del trasporto di legname e controlla il porto di Buchanan. Oppure come Abbas Fawaz, presidente e principale azionista della Maryland Wood Processing Industries (MWPI), anch'egli amico e collaboratore di Taylor, che controlla il porto di Harper. Il tutto mentre un altro personaggio potente, William Samo, responsabile della Joint Security e anello di contatto fra Taylor e il MWPI, gestisce campi di addestramento per i ribelli.

Ma se i diamanti sono usati come moneta corrente per il pagamento di armi e droga, lo scambio che avviene attraverso il legname, oltre che più sicuro, è anche molto più redditizio. Il legname è la materia prima con cui si fanno i prodotti lavorati nei paesi industrializzati. L'aumento di esportazione verso l'Europa è stato generale. Quello verso l'Italia addirittura sorprendente. Nonostante l'embargo dichiarato da ONU e UE, navi cariche di legname lasciano i porti della Liberia e attraccano ai porti di Ravenna, Salerno e Ancona. L'importazione italiana di legname dalla Liberia è in crescita costante e strepitosa dal 1997, da quando Taylor è diventato presidente e nel paese è scoppiata la guerra civile. I dati della ITTIS (International Tropical Timber Information System) sono chiari: 600 metri cubi nel '97; da 13 a 15mila nel '98 (un aumento del 2.568%); 23,6mila nel '99; 42mila nel 2000; oltre 50mila nel 2001.
Negli anni in cui maggiore è stata l'escalation della violenza civile in Liberia, proprio allora le importazioni italiane di legname dal Paese e dalla vicina Costa d'Avorio e dal Camerun sono aumentate vertiginosamente. Da navi con nomi quali Aron, Thelita, Zini, Anna Maria, Cec Blue, Rony sbarcavano sulle banchine dei porti italiani di Ravenna, Ancona, Vasto, Monfalcone tronchi marchiati OTC e MWPI.
(fonte: Global Witness 2001)

 

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