Pubblicato su Politica Domani Num 52 - Novembre 2005

Alberto Hurtado
Apostolo di Cristo e servo dei poveri
Vita e opere di un Santo per il Cile e per la Chiesa Universale

di Pamela Suárez*

"Tu, profeta della giustizia e rifugio dei senzatetto, che con amore fabbricasti una casa per Dio." È con la forza di queste parole che si rivela la vita di un uomo santo, nato in terra cilena. Alberto Hurtado Cruchaga è stato proclamato beato della Chiesa da Papa Giovanni Paolo II nel 1994, e canonizzato dal suo successore, Benedetto XVI, il 23 ottobre scorso a Roma.
Nacque nella città di Viña del Mar il 22 gennaio 1901, figlio di Ana Cruchaga e Alberto Hurtado. Da molto piccolo impara cos'è il dolore. Mancanze e privazioni, a soli quattro anni perde il padre e insieme alla mamma e al fratello più piccolo si trasferisce a Santiago in casa di parenti. È proprio dall'esempio materno che Alberto conosce la generosità e l'amore verso gli altri. Nonostante la precarietà delle proprie condizioni di vita, Ana Cruchaga soccorre i più poveri nel Patronato di Andacollo. Il giovane è colpito dalla dedizione della madre.
Ad 8 anni Alberto entra in collegio, dai padri gesuiti della scuola San Ignazio di Loyola. Già a 16 anni sente la chiamata della fede e capisce che la propria vocazione è servire Cristo. Vorrebbe entrare a far parte della "Compagnia di Gesù", ma le necessità economiche della famiglia lo obbligano ad occuparsi della madre e del fratello. Decide di continuare con gli studi e si iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza dell'Università Cattolica di Santiago del Cile. Intanto, per mantenersi e aiutare la famiglia, lavora di pomeriggio e di sera.
Nel 1923 si laurea, e dopo pochi giorni riesce a realizzare il suo sogno. Il 14 agosto è ammesso al Seminario della Compagnia di Gesù. Il suo cammino di preparazione nella fede lo allontana dalla madre e dal proprio paese per 11 lunghi anni. Il desiderio di diffondere la fede lo porta a studiare educazione e teologia e a vivere in Argentina, in Spagna a Barcellona, e in Belgio. È proprio in questo paese che è ordinato come sacerdote, il 24 agosto 1933. Il giorno dopo celebra la sua prima Messa.
Nominato dottore nelle Scienze dell'Educazione, torna in Cile nel 1936. Qui, nel suo paese, inizia un costante lavoro per restituire ai più bisognosi la dignità di essere figli di Dio. Consapevole delle disparità sociali che affliggevano il Cile nel decennio degli anni quaranta, chiama i suoi a lui più fedeli e li esorta a rivolgere la loro attenzione alla realtà sociale cilena. L'obiettivo principale sarà lottare per superare le disugualianze tra le famiglie cilene. Nel libro "Il Cile è un paese cattolico?" - titolo provocatorio con il quale egli rimprovera ai cileni un cristianesimo sbiadito e un po' ipocrita - egli racconta un cristianesimo autentico e indica che ogni povero è Cristo e deve essere trattato come tale.
Con la chiara convinzione che lo sguardo sui poveri non deve essere uno sguardo statistico, ma quello del Vangelo, ad ottobre del 44, amareggiato per la realtà delle misere condizioni dei cileni più poveri che vagabondano per le strade, dove i bimbi privi di casa trovano riparo sotto il ponte del fiume Mapocho, decide di creare ciò che è stata la sua grande opera: "La Casa di Cristo", rifugio per il Cristo che cammina per le strade senza una destinazione, senza casa, senza cibo e senza le parole di speranza di un fratello. Opera che continua ancora con molta forza non solo nella capitale ma anche nel resto del paese con 47 centri d'aiuto.
Sono in molti a ricordare le lunghe ore di caccia notturna che faceva Padre Hurtado, con il suo furgone verde, nelle strade di Santiago, cercando i più poveri che invitava nella sua nuova casa, la "Casa di Cristo", dove un letto, del cibo e una parola amica ridavano dignità ai più umili.
Fratello degli operai, sostiene la lotta dei lavoratori perché si realizzi un ordine sociale ispirato dalla Fede. È cosi che nel '48 dà vita a "Azione Sindacale Cilena" (ASICH), associazione che incoraggia gli operai a recuperare la stima di sé e a combattere le ingiustizie, favorendo in questa sua azione la partecipazione di uomini e donne.
Una vita ed un messaggio d'amore mirabili per il popolo cileno e per il mondo intero. Un messaggio che non si spegne con la morte del "Picolo Padrone", come chiamavano affettuosamente Padre Hurtado i poveri che lui soccorreva. Il 18 agosto si spegne per un fulminante cancro al pancreas. Ma la sua opera, oltrepassa le frontiere del Cile ed il mondo intero oggi conosce l'opera di quest'uomo che Benedetto XVI ha innalzato agli onori degli altari dichiarandolo Santo.

* Pamela Suárez, giornalista, collabora con Politica Domani da Santiago del Cile.

 

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