Pubblicato su Politica Domani Num 50/51 - Set/Ott 2005

Pericolo nucleare
Strategie di difesa USA
Dall'olocausto nucleare ci separano solo 20 minuti. Il destino dell'umanità dipende da una procedura obsoleta e pericolosa pensata quarant' anni fa

di Maria Mezzina

Non sono d'accordo. Per niente. Gli scienziati della FAS (Federation of American Scientists) attaccano a fondo il documento presentato al Congresso americano dall'amministrazione Bush sulla deterrenza nucleare ("Mantaining Nuclear Deterrence in the 21th Century"), allo scopo di ottenere cospicui finanziamenti per il 2006 (a).
Generico. Esagera strumentalmente sia il processo di invecchiamento degli armamenti nucleari disponibili, sia la necessità di distruggere obiettivi nemici sotterranei. Risponde ad una domanda mal posta, "In che modo è meglio usare le armi nucleari per prevenire un'aggressione?", anziché alla domanda più essenziale, "In che modo è possibile prevenire meglio un'aggressione?". Sono queste le ragioni del giudizio negativo del FAS sull'intero progetto di difesa nucleare statunitense.
Anche Robert McNamara è nettamente contrario alla strategia di difesa nucleare e ai progetti di armamento nucleare degli Stati Uniti. "Immorale, illegale, militarmente non necessari e spaventosamente pericolosi". Così li definisce l'ottantanovenne ex Segretario della Difesa USA durante le amministrazioni Kennedy e Johnson.
Il vecchio falco pentito(b) della guerra in Vietnam spiega i motivi di questa sua affermazione in un articolo comparso sul numero di maggio/giugno 2005 di Foreign Policy.
Il potenziale distruttivo delle armi nucleari ufficialmente esistenti basta a distruggere l'intero pianeta qualche decina di volte. Gli USA dispongono di 4500 testate nucleari. La Russia ne ha 3800. Gran Bretagna, Francia e Cina dalle 200 alle 400 ciascuno. India e Pakistan circa 100 a testa. È probabile che la Corea del Nord ne disponga da 2 a 8. In tutto oltre 9100 ordigni nucleari la cui potenza media corrisponde a 20 volte la bomba che ha distrutto Hiroshima.
2000 testate nucleari USA sono costantemente pronte per il lancio. Basta per questo una procedura che richiede in tutto 15 minuti. È interessante - e inquietante - conoscere attraverso quali tappe, in 15 minuti, è possibile innescare in una tale reazione da provocare la totale distruzione del pianeta.
McNamara descrive la situazione di quando era Segretario della Difesa, ma si affretta ad aggiungere che, nonostante la scomparsa del pericolo URSS, la procedura è rimasta fondamentalmente la stessa.
Il comandante della SAC (Strategic Air Command) porta sempre con sé un telefono di sicurezza che è sempre attivo (24 ore al giorno, 365 giorni all'anno). L'apparecchio è collegato direttamente con due sole linee: con la postazione sotterranea del Comando di Difesa del Nord America in Colorado e con il Presidente degli Stati Uniti. Il Presidente ha sempre a disposizione i codici necessari ad ordinare il lancio della testata nucleare. Questi sono custoditi in una valigetta - dall'innocente nome di "football" - trasportata per il Presidente da un ufficiale militare. Il presunto allarme viene comunicato telefonicamente al comandante della SAC che deve rispondere al telefono entro il terzo squillo e deve decidere, entro due o tre minuti, se l'allarme è autentico o se si tratta di un falso allarme (e di falsi allarmi ce ne sono stati parecchi negli ultimi anni, scrive McNamara). Nei dieci minuti successivi il comandante deve:
- decidere cosa raccomandare di fare
- localizzare e avvertire il Presidente
- permettere al Presidente di discutere la situazione con due o tre dei suoi collaboratori più fidati (presumibilmente il Segretario della Difesa e il capo del Dipartimento di Stato)
- ricevere la decisione del Presidente e i codici di sicurezza
- comunicare decisione e codici alla base di lancio.
Bizzarra oltre ogni limite di credibilità, definisce McNamara questa procedura e spiega: per dichiarare una guerra occorre un atto del Congresso, ma per innescare un olocausto nucleare basta una decisione di 20 minuti del Presidente e dei suoi advisor.

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a) Per il programma di difesa nucleare 2006, l'amministrazione Bush ha richiesto - e ottenuto - 280 milioni di dollari.
b) Nel suo bestseller "In Retrospect. The Tragedy and Lesson of Vietnam", Robert McNamara scrive:
"Noi dell'amministrazione Kennedy e Johnson che abbiamo partecipato alle decisioni sul Vietnam, abbiamo agito secondo ciò che pensavamo fossero i principi e la tradizione di questa nazione. Abbiamo preso le nostre decisioni alla luce di questi valori. Eppure abbiamo sbagliato, abbiamo terribilmente sbagliato. Noi abbiamo l'obbligo di spiegare alle generazioni future perché."

 

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Num 50/51 Sett/Ott 2005 | politicadomani.it