Pubblicato su Politica Domani Num 50/51 - Set/Ott 2005

Povera Italia
Rapporto ISTAT sulla povertà
Siamo sensibilmente più poveri, soprattutto il Mezzogiorno

di Maria Mezzina

Era Maria Antonietta, l'ultima regina di Francia, morta sul patibolo durante la rivoluzione francese, che al popolo in rivolta perché non aveva pane rispondeva di mangiare "brioches". Lo ha ricordato Gianfranco Pagliarulo, della segreteria nazionale del Pdci per sottolineare la distanza "siderale" fra il nostro Governo e il Paese.
Mentre in Parlamento e nei corridoi del Palazzo ci si agita e si trama per una improbabile, quanto inutile riforma elettorale, nel Paese avanza la povertà. È questo il dato chiaro che emerge dall'ultimo rapporto Istat sulla povertà in Italia, diffuso all'inizio di ottobre.
La soglia convenzionale di povertà relativa si misura con la spesa media mensile pro capite. Nel 2004 la spesa media per una famiglia di due persone è cresciuta del 5,2% e risulta pari a 920 euro. Le famiglie che spendono meno di questa cifra sono considerate povere. La spesa media delle famiglie relativamente povere è però molto più bassa della soglia di povertà relativa: risulta infatti pari circa 719 euro al mese per due persone. Una situazione obiettivamente drammatica. La metà di questa cifra, 360 euro, per vivere un mese, tutto compreso.
Ci sono in Italia, rivela lo studio, 2 milioni e 674 mila famiglie povere (l'11,7%, un punto percentuale in più rispetto al 2003) e 7 milioni e 588 mila persone povere, il 13,2% dell'intera popolazione (1,2 punti percentuali in più rispetto all'anno precedente).
Sono povere le famiglie numerose, gli anziani e anche le coppie giovani. La povertà è diffusa soprattutto nel Mezzogiorno (25%), ma colpisce anche il Centro (7,3%), specie le ragioni Umbria (9,1%) e Lazio (8,1%) , meno il Nord (4,6%) con l'esclusione della provincia di Trento (9,9%).
"La percentuale di famiglie povere tra quelle con membri esclusi dal mercato del lavoro risulta decisamente elevata - dice l'Istat -: è pari al 28,9% tra le famiglie con a capo una persona in cerca di occupazione e al 37,4% tra quelle con due o più componenti in cerca di lavoro. La condizione è tanto più grave quanto meno forte è la capacità reddituale degli altri componenti... In generale, le famiglie di lavoratori autonomi sono meno toccate dal fenomeno della povertà: 7,5% contro il 9,3% rilevato per le famiglie di dipendenti e il 13,1% di quelle in cui sono presenti ritirati dal lavoro...
Nel Mezzogiorno l'aumento significativo dell'incidenza della povertà - una famiglia su quattro è povera, contro una su cinque dell'anno precedente - risulta generalizzato in quanto investe trasversalmente le famiglie a prescindere dall'età, dal titolo di studio e dalla condizione professionale della persona di riferimento. In particolare, se viene analizzata la tipologia familiare appare evidente come il peggioramento riguardi essenzialmente le coppie di giovani adulti, le coppie con figli, in particolare minori, e quelle con anziani."
Il divario fra Nord e Sud si fa sempre più accentuato. Difficile parlare di federalismo in queste condizioni. A meno di non pensare a una forma di federalismo solidale saldamente controllato dal governo centrale. Una apparente contraddizione e, comunque, una eventualità molto remota.

Glossario
Spesa media familiare: è calcolata al netto delle spese per manutenzione straordinaria delle abitazioni, dei premi pagati per assicurazioni vita e rendite vitalizie, rate di mutui e restituzione di prestiti.
Spesa media procapite: si ottiene dividendo la spesa totale per consumi delle famiglie per il numero totale dei componenti.
Soglia di povertà relativa: per una famiglia di due componenti è pari alla spesa media procapite nel Paese. Nel 2004 questa spesa è risultata pari a 918,98 euro mensili.

 

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