Pubblicato su Politica Domani Num 50/51 - Set/Ott 2005

Prodi, Rutelli, i Pacs e i Ccs
Ovvero sul vizio italico di spaccare il capello a metà (e rompere così il paniere)

di Maria Mezzina

I cattivi esempi fanno scuola molto più di quelli virtuosi. Si fa un gran parlare di lotta ai fondamentalismi e di dialogo ma poi, in fondo, alla prima occasione ci scopriamo tutti - chi più chi meno - fondamentalisti. Prodi come Zapatero? Non esageriamo. Ancora una volta il professore ha peccato - forse - di ingenuità preannunciando di voler portare a termine un processo - quello di una qualche regolamentazione dei diritti civili delle coppie non regolari, omosessuali compresi, che è iniziato già da qualche anno. La dichiarazione ha scatenato in una campagna anti-Unione i difensori dei diritti della famiglia della compagine ora al governo. E questo era scontato. Meno scontata, invece, è stata la violenta reazione della stampa ufficiale cattolica, Osservatore Romano in testa. Probabilmente anche l'autorevole quotidiano ha peccato, come Prodi, di ingenuità e, lasciandosi coinvolgere in una polemica dal sapore elettorale, ha compiuto un'imprudenza. Perché di patti civili di solidarietà (Pacs) c'è un gran bisogno, giuridicamente e anche cristianamente parlando, se riconosciamo nel messaggio di amore cristiano uno dei pilastri del diritto moderno. Bene ha fatto Rutelli ad intervenire subito nel dibattito proponendo i Ccs, contratti di convivenza solidale, al posto dei Pacs. Spostando così la polemica tutta internamente al centro-sinistra (un altro regalo alla destra). L'atteggiamento di apertura manifestato da Prodi non significa voler sostituire alla famiglia una qualche forma di suo surrogato. Sia essa l'unione di un uomo e una donna che fugge o non può assumere la responsabilità di un vincolo che dovrebbe durare per la vita; sia essa l'affinità fra due persone dello stesso sesso. Nonostante il tam-tam di certa diffusa e supponente stampa di sinistra - ma anche di destra - la famiglia tradizionale fatta di papà e mamma che di fronte a una qualche autorità si sono scambiati una solenne promessa, è e rimane il caposaldo dell'intera società civile. E ancora una volta stupiscono la mancanza di qualsiasi strategia di tipo politico/elettorale di certe posizioni a sinistra e lo scollamento esistente fra una persistente aggressività ideologica e il sentire comune e diffuso del paese. Senza contare poi certi esempi di chi ufficialmente sostiene una posizione in aperto contrasto con la propria condotta privata.

 

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