Pubblicato su Politica Domani Num 50/51 - Set/Ott 2005

Andare in farmacia al supermercato
Privilegi e spesa sanitaria
Alcune proposte per abbattere i prezzi (insieme a molti privilegi) e difendere la salute

di Alessandro Lovato

Nel medioevo i vassalli del re, in cambio di fedeltà militare al sovrano, erano autorizzati ad esercitare un potere pressoché assoluto sul loro feudo. Il feudo passava in eredità di padre in figlio. Allora, del resto, erano ereditarie anche molte professioni: il fabbro, il mercante, il contadino (ricordate i servi della gleba?)... Era, questo, il sistema feudale.
Oggi, con il medioevo finito da più di cinquecento anni, esistono ancora dei feudi (economici) che si trasmettono di padre in figlio con i relativi titoli, come quelli nobiliari. Tra questi c'è sicuramente quello di "farmacista titolare". Per potersene fregiare ci sono tre strade percorribili. La prima, tutelata da una legge del 1991, caso unico in Europa, è di ricevere la farmacia in eredità. La seconda è di sposare il o la titolare di una farmacia. Se poi non si è così fortunati non resta che essere euro-milionari. Una farmacia ben avviata infatti può costare anche alcuni miliardi del vecchio conio. Da questo elenco è stata volutamente omessa la strada del concorso per sedi farmaceutiche che ha criteri talmente restrittivi (vedi box) da renderla praticamente impercorribile.
Manca ancora qualcosa perché quello di "farmacista titolare" possa essere considerato un titolo nobiliare a tutti gli effetti: i privilegi. Ebbene, il privilegio loro concesso è l'assenza di concorrenza. A farne le spese è il cittadino, sia quando paga direttamente i conti salati del farmacista, sia quando con le sue tasse finanzia i farmaci "passati dalla mutua".
Per porre freno a questi privilegi (o per dare un contentino agli elettori?) il Ministro della Sanità Francesco Storace ha annunciato in luglio il varo di una grande riforma del sistema farmaceutico: il cosiddetto "pacchetto farmacia". Gli effetti sono stati però pressoché nulli. Non è servito a niente infatti aver bloccato i prezzi dei farmaci di fascia C fino a gennaio 2007 sui valori già troppo elevati di gennaio 2005. Inoltre pochissime farmacie applicano lo sconto facoltativo del 20% sul prezzo di listino dei farmaci da banco. Del resto perché dovrebbero farlo? Perché le (poche) farmacie dovrebbero farsi concorrenza?
Nel mercato farmaceutico occorre una riforma di ampio respiro, una vera e propria "Rivoluzione Francese" contro la nobiltà del settore.
In molti altri paesi europei la vendita di medicinali da banco al supermercato è già una realtà. In Olanda si compra fuori dai circuiti farmaceutici la maggior parte dei medicinali, l' 84,1%, con un notevole risparmio per i cittadini e per lo Stato. È anche grazie a questi accorgimenti che la spesa farmaceutica media dei paesi Ocse rappresenta soltanto 17,7% della spesa sanitaria, mentre in Italia arriva al 22,1%.
Si può anche andare oltre: autorizzare la vendita al supermercato di tutti i medicinali oggi reperibili nelle farmacie. Se i farmaci da banco potranno essere liberamente acquistati, come del resto già accade in farmacia, per gli altri si potrebbe pensare alla presenza di una piccola farmacia interna dotata di personale dipendente qualificato, con gli stessi titoli di studio, lo stesso ruolo e le stesse responsabilità del farmacista di oggi. In questo modo si potranno coniugare convenienza economica e sicurezza per la salute. I supermercati con farmacia interna dovranno naturalmente accordarsi per i turni di apertura notturna e festiva. Problema questo facilmente superabile, considerati anche gli introiti assicurati dalla vendita dei farmaci.
Così però non la pensa l'attuale ministro. D'accordo con Federfarma, all'indomani dell'approvazione del "pacchetto farmacia", Storace ha dichiarato: "È stata posta una rispettosissima barriera a questa proposta (la vendita di farmaci da banco al supermercato n.d.r.), è un argomento affascinante, ma l'Italia è altra cosa rispetto al regno di Utopia".
Nonostante tutte queste (prevedibili) resistenze, il 19 luglio a Roma presso l'ipermercato Panorama in zona Boccea è iniziata la vendita di farmaci da banco. Con questa iniziativa - ha spiegato Carlo Rienzi del Codacons - si è voluto dimostrare che è possibile vendere medicinali nei supermercati ad un prezzo inferiore del 40% rispetto a quello praticato nelle farmacie.
In tempi di caro-euro non è certamente poco.

 

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